…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

giovedì 31 maggio 2012

La sera è il mio libro

La sera è il mio libro. Risplende
nella rilegatura di damasco rosso.
Sfiorando l'oro delle cuciture
la apro con le mani, adagio.
E leggo la sua prima pagina:
felice di trovare un tono calmo
leggo più sottovoce la seconda,
e la terza già la sogno.
Rainer Maria Rilke

In quale paese andrò a cercarti

In quale paese andrò a cercarti
adesso che riposi accanto a me
in forma di desiderio
uomo
la cui bellezza conoscevo
appena. Ogni giorno mi cinge
il suo cilicio di assenza.
Mi hai ferita di vita attraverso la tua morte
e non c’è sonno che basti per il tuo vuoto.
Ada Salas

Cercando lei

Ad ogni donna ho parlato d’amore,
ad ognuna ho dato di me qualcosa
che nel tempo di me parlasse
perché quell’amore non venisse
disperso.
Di volta in volta ho raccolto i pezzi
del mio cuore e li ho incollati
con solitarie lacrime.
Ogni volta ad un nuovo volto
ho sorriso e ricominciato ad amare.
Ho preso il mio cuore e tra le mani
di una lei l’ho posato.
Senza amore, senza amare non era vita.
Poco importa se la solitudine era lì
ad aspettarmi per continuar il cammino
Di ogni donna ho nel cuore il meglio,
il resto, il dolore, l’ho gettato via.
Improponibile collage di un amore perfetto,
frammenti di mille colori sullo sfondo
della malinconica memoria.
Né capelli biondi o bruni cercavo.
Né occhi scuri o chiari volevo.
Volevo solo amore per amore e null’altro.
Poi venne lei, mi fermai, mi parlò d’amore.
L’ascoltai come s’ascolta il vento,
la guardai come si guardano le nuvole
e i loro giochi mutevoli…
con il silenzio della voce ma con un grido
nel cuore:
eccoti finalmente amore che cercavo!
Claudio Pompi

Lasciai cadere il tempo sul tuo nome

Lasciai cadere il tempo sul tuo nome,
come si adagia il marmo sulla terra e
l’acqua si sparge sulle braci. Mi vestii
di lutto come le donne che disfano
le culle vuote da tanto le guardano; e vidi
il sangue scendere finalmente sulla ferita,
come la cera che si rapprende sul palmo della mano
prima di perdersi nelle dita in polvere. Se
ti dimenticai, fu perché volli qualcuno che mi
chiamasse, un corpo che fosse un altro sul mio
corpo, una voce offerta per la mattina. Ma
niente, ma nessuno. Se il tempo non si
fosse abbattuto sul tuo nome, avrei potuto
almeno ora ricordarti – poiché non c’è
lapide senza corpo né cenere che non abbia
arso. E la casa è oggi più fredda che
mai: lasciai passare il tempo sul tuo
nome, e non c’è focolare, non c’è nido, non ci sono
figli che si possano perdere da me, né
candele per riempire di memoria questo silenzio.
Maria do Rosário Pedreira

Non ho mai saputo il tuo nome

Non ho mai saputo il tuo nome. Entrasti un pomeriggio,
per sbaglio, a domandare se io ero un’altra persona –
un sole che improvvisamente aggiungeva calce ai muri,
un incendio capace di divorare il cuore del mondo.
Non ti mentii; mi alzai e ti condussi alla porta giusta
come un veliero trascina i sogni in mare; ma,
prima di lasciarti, ti dissi ancora che in quel pomeriggio
mi sarebbe piaciuto molto chiamarmi un’altra cosa – o
essere un gatto, per poter avere più di una vita.
Maria do Rosário Pedreira

Caffè

Di questo tavolino al caffè,
dove nei pomeriggi invernali brillava un giardino di brina,
sono rimasto io solo.
Potrei entrare, se volessi,
e tamburellando con le dita nel freddo vuoto
convocare le ombre.
La nebbia d’inverno sul vetro è la stessa,
ma non entra nessuno.
Il mucchietto di cenere,
ma macchia di putredine coperta dalla calce
non si toglie il cappello, non dice allegramente:
Prendiamoci una vodka.
Incredulo tocco il marmo freddo,
incredulo tocco la mia mano:
è così – io sto nel divenire della storia
e loro sono chiusi ormai per tutti i secoli
nel loro ultimo detto, nel loro ultimo sguardo.
Lontani, come l’imperatore Valentiniano,
come i duci dei Massageti, di cui non si sa nulla –
sebbene sia passato solo un anno, o due, o tre.
Posso ancora fare il boscaiolo nel lontano nord,
parlare da una tribuna o girare un film
con metodi che loro non hanno conosciuto.
Posso scoprire il sapore che ha la frutta delle isole oceaniche,
farmi fotografare vestito come usa nella seconda metà del secolo.
Ma loro ormai per sempre sono ridotti a busti in jabot e frac
di un mostruoso Larousse.
Pure talvolta, quando il crepuscolo colora i tetti della povera via
e fisso il cielo – vedo là, tra le nuvole,
un tavolino che oscilla. Il cameriere volteggia col vassoio,
e loro mi guardano scoppiando a ridere.
Perché ancora non so come si muore per crudele mano di un uomo.
E loro lo sanno, lo sanno bene.
Czeslaw Milosz

mercoledì 30 maggio 2012

Eternità

È ritrovata. Che cosa? L'Eternità. È il mare andato col sole.
Anima sentinella, mormoriamo la confessione della notte così nulla e del giorno infuocato.
Dagli umani suffragi, dagli slanci comuni là ti liberi e voli a seconda.
Poiché soltanto da voi, o braci di raso, il dovere si esala senza che si dica: finalmente.
Là, nessuna speranza, nessun orietur. Scienza con pazienza, il supplizio è sicuro.
È ritrovata. Che cosa? L'Eternità. È il mare andato col sole.
Arthur Rimbaud

Totalità

In ogni momento esiste la possibilità di essere totali. Qualsiasi cosa tu stia facendo, fatti assorbire così totalmente che la mente non pensa a nulla, è semplicemente lì, una pura presenza. E la totalità diventerà sempre più grande; il gusto della totalità ti renderà sempre più capace di essere totale. Inoltre, cerca di notare quando non sei totale. Quelli sono i momenti che, pian piano, dovrai lasciar perdere - quando non sei totale. Ogni volta che sei nella testa - pensi, rimugini, fai calcoli, prepari astuzie, furbizie - non sei totale. Pian piano scivola fuori da quei momenti; si tratta solo di una vecchia abitudine. Le abitudini sono dure a morire. Ma muoiono di certo - se hai costanza, muoiono.
Sviluppare l'abilità di essere totale nel rispondere a qualsiasi cosa si presenti, così come si presenta, è uno dei doni più grandi che si possa fare a se stessi. Fai un passo alla volta nella vita, dai a ogni passo la tua completa attenzione e tutta la tua energia: questo può portare una meravigliosa vitalità nuova e creatività in tutto ciò che fai.

Osho Rajneesh

La vita, il vento

La vita che alla sfuggita abborracciava
la tempesta primaverile e proseguiva,
la vita – il vento dalle cento lusinghe
mai mantenute – che procedeva,
le sue cento imprese e il disastro
e proseguiva, la vita, il vento,
la vita, così dolce quando le aggrada.
André Frénaud

Le ore s'alzano levandosi stelle

Le ore s'alzano levandosi stelle ed è
l'alba
sulla via dell'aere luce vien spargendo poesie
in terra una candela si
spegne la città si
sveglia
con un canto
sulla bocca e morte negli occhi
ed è l'alba
il mondo
esce a uccidere sogni
vedo nelle strade dove uomini
forti scavano pane
e vedo le facce brutali
di gente sazia laida disperata crudele beata
ed è giorno,
nello specchio
vedo un uomo
fragile
sogni
sognare
sogni nello specchio
ed è
sera in terra
una candela s'accende
ed è buio
la gente è in casa
l'uomo fragile a letto
la città
dorme con la morte sulla bocca e un canto negli occhi
le ore discendono
e indossano stelle....
sulla via dell'aere notte vien spargendo poesie
Edward Estlin Cummings

Sorriso

Quando ti vidi in sogno
ti voltasti verso di me
con il dito sul labbro
e le sopracciglia alzate
sorridendo, prima di continuare
camminando sulle punte
attraverso la stanza
illuminata dalla luna, abbandonata,
che d’improvviso compresi
avrebbe rappresentato la mia vita.
Henrik Nordbrandt

Mattino

La finestra socchiusa contiene un volto
sopra il campo del mare. I capelli vaghi
accompagnano il tenero ritmo del mare.
Non ci sono ricordi su questo viso.
Solo un'ombra fuggevole, come di nube.
L'ombra è umida e dolce come la sabbia
di una cavità intatta, sotto il crepuscolo.
Non ci sono ricordi. Solo un sussurro
che è la voce del mare fatta ricordo.
Nel crepuscolo l'acqua molle dell'alba
che s'imbeve di luce, rischiara il viso.
Ogni giorno è un miracolo senza tempo,
sotto il sole: una luce salsa l'impregna
e un sapore di frutto marino vivo.
Non esiste ricordo su questo viso.
Non esiste parola che lo contenga
o accomuni alle cose passate. Ieri,
dalla breve finestra è svanito come
svanirà tra un istante, senza tristezza
né parole umane, sul campo del mare.
Cesare Pavese

Giorni alla fine di marzo

I giorni vanno in una direzione
i volti nell’altra.
Senza sosta si prestano luce.
Molti anni dopo è difficile
stabilire quali fossero giorni
e quali volti...
E la distanza fra le due cose
sembra più incolmabile
di giorno in giorno e di volto in volto.
È questo che vedo nel tuo volto
in questi chiari giorni alla fine di marzo.
Henrik Nordbrandt

martedì 29 maggio 2012

La ventitreesima strada porta al paradiso

Stai vicino alla finestra mentre le luci ammiccano
lungo la strada. Da qualche parte un tram, che porta
a casa commesse e impiegati, passa sferragliando in questa
sera del Sabbath. Un gatto nel cortile piange
perché trova il bidone dell’immondizia chiuso; gli strilloni
iniziano il loro giro che trasforma omicidi in penny.
Siamo chiusi in casa, per un po’ al sicuro, salvi
fino a domani. Ti sfili il vestito, ti arrotoli
le calze, attenta a non smagliarle. Nuda ora,
soffice luce su soffice carne, ti fermi
un attimo; ti volti di fronte a me –
sorridi come sanno fare solo le donne
che hanno giaciuto a lungo con il loro amante
uscendone più vergini.
La nostra cena è semplice, ma noi siamo meravigliosi.
Kenneth Patchen

L'Assenza

C'è, scavata nell'aria, la tua dolce
forma di donna; un vuoto
che palpita di te, come l'immoto
silenzio dopo una perduta voce.
Diego Valeri

Anni dopo

La splendida la delirante pioggia s'è quietata,
con le rade ci bacia ultime stille.
Ritornati all'aperto
amore m'è accanto e amicizia.
E quello, che fino a poco fa quasi implorava,
dall'abbuiato portico brusìo
romba alle spalle ora, rompe dal mio passato:
volti non mutati saranno, risaputi,
di vecchia aria in essi oggi rappresa.
Anche i nostri, fra quelli, di una volta?
Dunque ti prego non voltarti amore
e tu resta e difendici amicizia.
Vittorio Sereni

Le sedie dormono in piedi

Le sedie dormono in piedi
anche il tavolo
il tappeto sdraiato sul dorso
ha chiuso gli arabeschi
lo specchio dorme
gli occhi delle finestre sono chiusi
il balcone dorme
con le gambe penzolanti nel vuoto
i camini sul tetto dirimpetto dormono
sui marciapiedi dormono le acacie
la nuvola dorme
stringendosi al petto una stella
in casa fuori di casa dorme la luce
ma tu ti sei svegliata
mia rosa
le sedie si sono svegliate
si precipitano da un angolo all’altro anche il tavolo
il tappeto si è messo a sedere
gli arabeschi hanno aperto i petali
lo specchio si è risvegliato come un lago all’aurora
le finestre hanno spalancato
immensi occhi azzurri
il balcone si è risvegliato
ha tirato su dal vuoto le gambe
i camini dirimpetto si son messi a fumare
le acacie han cominciato a chiacchierare
sui marciapiedi
la nuvola si è svegliata
ha lanciato la sua stella nella nostra stanza
in casa fuori di casa la luce si è risvegliata
si è versata sui tuoi capelli
è colata tra le tue palme
ha cinto la tua vita nuda i tuoi piedi bianchi.
Nazim Hikmet

Questa è la sola distinzione tra il Sogno e il Reale

Questa è la sola distinzione tra il sogno e il Reale: la realtà ti permette di dubitare, mentre il sogno non ti permette di dubitare...
A mio avviso, la capacità di dubitare è una delle benedizioni più grandi del genere umano. Le religioni sono nemiche perché hanno tagliato le radici stesse del dubbio, e c'è una ragione ben precisa per cui lo hanno fatto: vogliono che la gente creda in certe illusioni da loro insegnate...
Come mai persone come Gautama il Buddha hanno insistito tanto nel dire che l'intera esistenza - fatta eccezione per il tuo Sé testimoniante, fatta eccezione per la tua consapevolezza - è puramente effimera, fatta della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni? Non si vuol dire che questi alberi non esistano, né che non esistono queste colonne. Non fraintendere a causa del termine "illusione": è stato tradotto come illusione, ma non è la parola giusta.
L'illusione non esiste, la realtà esiste, maya è esattamente nel mezzo - è quasi esistente. Per ciò che riguarda le azioni quotidiane, può essere preso come realtà. Solo in senso assoluto, dalla vetta della tua illuminazione, diventa irreale, illusorio.
Osho Rajneesh

Dall'ondeggiante oceano la folla

Dall’ondeggiante oceano, la folla,
venne teneramente a me una goccia,
mormorando Io ti amo, tra non molto morirò
ho fatto un lungo viaggio solo per guardarti, toccarti,
perché non potevo morire sinché non ti avessi guardato,
perché temevo di poterti poi perdere.
Ora ci siamo incontrati, ci siamo guardati,
siamo salvi, ritorna in pace all’oceano mio amore,
anch’io sono parte di quell’oceano amore,
non siamo così separati,
considera il grande globo, la coesione di tutto, quanto è perfetta!
Ma per me, per te, il mare irresistibile deve separarci,
e se per un' ora ci tiene lontani, non può tenerci lontani
per sempre;
non essere impaziente — un istante — sappi che io saluto l’aria,
l’oceano e la terra,
ogni giorno al tramonto per amor tuo,
amore.
Walt Whitman

Con prudenza

Scegli i vetri colorati – verdi, rossi, blu,
un po’ di viola e il rosa con parsimonia. Lo sai,
ci vuole moderazione coi colori; inoltre
non un disegno già tracciato. Meglio
sia il disegno a secondare i colori, e non l’opposto.
Una certa indeterminatezza,
insieme all’imprevisto, aggiungono molto all’opera. Ma senza
esagerare; – ogni eccesso tradisce. Sí, cosí. Per esempio
questo Santo ti è venuto un po’ troppo giallo. Lascialo pure.
E queste foglie
troppo grandi, troppo verdi – innaturali. Mi piacciono.
Quando declina il sole,
questo verde si gloria nella casa. In una simile foglia
può essere avvolto il mondo intero e anch’io, e riposarci
tutta notte.
Ghiannis Ritsos
Karlòvasi, 9.VIII.81

lunedì 28 maggio 2012

Prati

Forse non è nemmeno vero
quel che a volte ti senti urlare in cuore:
che questa vita è,
dentro il tuo essere,
un nulla
e che ciò che chiamavi la luce
è un abbaglio,
l’abbaglio supremo
dei tuoi occhi malati –
e che ciò che fingevi la meta
è un sogno,
il sogno infame
della tua debolezza.
Forse la vita è davvero
quale la scopri nei giorni giovani:
un soffio eterno che cerca
di cielo in cielo
chissà che altezza.
Ma noi siamo come l’erba dei prati
che sente sopra sé passare il vento
e tutto canta nel vento
e sempre vive nel vento,
eppure non sa così crescere
da fermare quel volo supremo
né balzare su dalla terra
per annegarsi in lui.
Antonia Pozzi

Milano, 31 dicembre 1931

Va': non hai niente da perdonare

Va': non hai niente da perdonare.
Sognare è meglio che vivere.
Ma vedrà il sorgere del sole
colui che lascia ogni cosa incompiuta;
il cui pensiero si allontana dal dover pensare
come il sostituirsi di una maschera.
Solo errerà attraverso valli ancora più verdi
di quelle che splendono dalle finestre
delle favole per bambini,
colui che pensa che il mondo si rinnova.
Solo per colui che siede e canta
presso gli steccati dimenticando la propria strada
il passero fatato spiega le sue ali
e i fiori magici crescono più rigogliosi.
Non troverà una mano che nutra
le fonti silenziose del suo desiderio.
Nessuno gli indicherà il ruscello dove
possa appagare la sete dell'infanzia.
Ma vallate più verdi dell'Oggi
e pensieri più cari del Lontano
busseranno alla sua finestra e sveglieranno
la sua freschezza altre seti da appagare.
Così come una silenziosa sartina seduta
alla finestra all'ora del tramonto
in un villaggio sconosciuto
egli non apparterrà a nulla di insano,
ma, incorporea come un augurio,
la sua anima attraverserà come un arcobaleno
i pascoli verde-pioggia del suo perdersi
e la terra diventerà parola.
Fernando Pessoa

Terra rossa terra nera

Terra rossa terra nera,
tu vieni dal mare,
dal verde riarso,
dove sono parole
antiche e fatica sanguigna
e gerani tra i sassi -
non sai quanto porti
di mare parole e fatica,
tu ricca come un ricordo,
come la brulla campagna,
tu dura e dolcissima
parola, antica per sangue
raccolto negli occhi;
giovane, come un frutto
che è ricordo e stagione -
il tuo fiato riposa
sotto il cielo d'agosto,
le olive dei tuo sguardo
addolciscono il mare,
e tu vivi rivivi
senza stupire, certa
come la terra, buia
come la terra, frantoio
di stagioni e di sogni
che alla luna si scopre
antichissimo, come
le mani di tua madre,
la conca del braciere.
Cesare Pavese

Ci fu un tempo ed ero Bambina

Ci fu un tempo ed ero Bambina -
Perché anche io lo sono stata -
In cui mi turbava che un Atomo - cadesse -
Mentre il Cielo - resisteva -
Il Cielo pesava di gran lunga di più -
Eppure era lì - Azzurro - immobile -
Senza Catene - così a me sembrava -
Lo sapevano forse - i Giganti?
Poi la vita mi impose ben altri problemi -
Alcuni li tengo in serbo - li risolverò
Quando - lassù - l'Algebra -
Sarà o sembrerà più facile -
Allora - anche quello mi toccherà capire -
Il problema che più mi tormentava -
Perché mai non si liberasse il Cielo -
E si rovesciasse - Azzurro - su di me -
Emily Dickinson
(c. 1862)

Ti nomino

Vado pronunciando il tuo nome
e odo la mia voce,
lontana,
come se non fosse la mia
Ricordi che passano
mescolando immagini
e il suono della tua voce
con questa ferita
profonda che ti chiama...
e non rispondi.
Ti nomino,
sei luce
che illumina
per un istante
la mia coscienza
e poi...
il nulla,
la notte assoluta
e questo vuoto che mi fa soffrire
Juan Baladán Gadea

Mi ha assalito un'acre nostalgia

Mi ha assalito un’acre nostalgia,
come la gente d’una vecchia foto che vorrebbe
tornare con chi la guarda, nella buona luce
della lampada.
In questa casa, penso a come l’amore
in amicizia muta nella chimica
della nostra vita, e all’amicizia che ci rasserena
vicini alla morte.
E quanto è simile ai fili sparsi la nostra vita
che piú non sperano di tessersi in altro ordito.
Giungono dal deserto voci impenetrabili.
Polvere che profetizza polvere. Passa un aereo
e ci chiude
sotto la lampo di un grosso sacco di destino.
E il ricordo di un viso amato di ragazza
trascorre per la valle, come quest’autobus
notturno: molti
finestrini illuminati, molto viso di lei.
Yehuda Amichai

domenica 27 maggio 2012

Giochiamo a "ieri"

Giochiamo a "ieri" -
Io, la fanciulla a scuola -
Tu - e l'eternità -
la favola mai raccontata.
Il dizionario saziò la mia fame -
I logaritmi -
vino assai secco -
la sete -
Eppure non dev'essere proprio così:
i sogni colorano il sonno
e l'accortezza dei rossi, il mattino,
s'insinua e scuote la persiana -
La vita era ancora in embrione -
Scaldavo il mio guscio -
Quando tu sconvolgesti l'ellisse
e l'uccello, così, è caduto.
Sbiadisce l'immagine delle manette
- dicono - agli occhi di chi è da poco libero -
Nulla per me di più familiare
della libertà -
Il sonno - la notte -
mio ultimo atto di riconoscenza -
La luce che entrava - il mattino -
il primo miracolo.
Sarà dato all'allodola di rientrare nel guscio
e volare, più leggera, nel cielo?
Non saranno le catene di oggi
più dolorose di quelle di ieri?
Sulla pelle di chi,
assaporata da poco la libertà,
è di nuovo dannato, non sarà
più profondo, il peso delle inferriate?
Dio dei ceppi
Dio dei liberi -
Non mi sottrarre
la mia libertà.
Emily Dickinson
(1863)

Elegia

Non l’oblio eterno, e nemmeno il ricordo,
la nebbia sui monti o il chiasso cittadino
quietano il mondo. Dopo anni di guerre
sulla croce o la pietra un uccello canta
come già sopra le rovine di Troia.
Compagno l’amore, compagni il cibo e il bere,
ma l’occhio lungimirante non si volse.
Un lume feroce brucia appesantite
palpebre piene di sonno, e silenzioso
ci ammonisce il tempo, prima di passare
oltre la carne. Dolci animali fedeli,
creature fuggevoli tormentano
inutili mani nell’estasi rapprese.
Ed una voce sorge dalla terra:
nostra progenie, ombra! dunque passammo
nell’invocarti tanto tempo invano?
Czeslaw Milosz
Parigi 1935

Elegia

Non muoverti.
Se ti muovi lo infrangi.
È come una gran bolla di cristallo
sottile
stasera il mondo:
è sempre più gonfia e si leva.
O chi credeva
di noi spiarne il ritmo e il respiro?
Meglio non muoversi.
È un azzurro subacqueo
che ci ravvolge
e in esso
pullulan forme immagini arabeschi.
Qui non c'è luna per noi:
più oltre deve sostare:
ne schiumano i confini del visibile.
Fiori d'ombra
non visti, immaginati,
frutteti imprigionati
fra due mura,
profumi tra le dita dei verzieri!
Oscura notte, crei fantasmi o adagi
tra le tue braccia un mondo?
Non muoverti.
Come un'immensa bolla
tutto si gonfia, si leva.
E tutta questa finta realtà
scoppierà
forse.
Noi forse resteremo.
Noi forse.
Non muoverti.
Se ti muovi lo infrangi.
Piangi?
Eugenio Montale

Nulla posso dire di te trascorri nell'ombra

Nulla posso dire di te trascorri nell'ombra
E' per questo che nell'oscurità sei la mia guida
Innominabile mi offri la schiena
per il mio tatto e le mie ansie il cammino dei re
e nella tua superficie profonda cade il mio spirito cieco
un raggio assetato di se stesso Tu sei un'altra cosa
Posso entrare in te soltanto come interferenza
affinchè le mie carezze siano portate
come i resti d'un naufragio
dall'incommensurabile fiume di parole
che sotto la tua pelle attraversa l'infinito spazio del silenzio
Alejandro Jodorowsky

La carta geografica

La terra sta sull’acqua, ombrata in verde.
Le ombre, o sono secche?, vi ricalcano
la linea di scogliere invase d’alghe
che dal blu schietto inclinano al verde.
O la terra si china a sollevare il mare dal profondo
e senza batter ciglio se ne avvolge?
Lungo il banco di sabbia fulvo
la terra tira il mare dal profondo?
L’ombra di Terranova è stesa immobile.
Il Labrador è giallo dove l’ha lubrificato
l’eschimese lunare. Possiamo carezzare queste baie
leggiadre sottovetro come se dovessero sbocciare
o far da gabbia pulita a pesci invisibili. I nomi
delle località costiere sfociano nel mare,
i nomi delle città attraversano i monti circostanti
- e il tipografo in preda a un’emozione
spropositata qui va in visibilio.
Le penisole palpano l’acqua tra i polpastrelli
come fanno le donne con gli scampoli.
Sulla carta le acque sono più quiete delle terra,
ne informano la forma con le onde:
e la lepre Norvegia scappa a sud a nascondersi,
i contorni scandagliano il mare, in cerca della terra.
Sono assegnati o sta ai paesi scegliere i colori
che al carattere o alle acque proprie si confanno?
È imparziale la topografia; Ovest o Nord equidistanti stanno.
Con più delicatezza degli storici, scelgono i cartografi i colori.
Elizabeth Bishop

Anche se addormentata

Anche se addormentata nella strada
di un sogno, senza gemiti né voci;
anche se sola, paurosamente
distorta dalla vera e principale
vena di pura verticalità,
anche se assente dentro il lievitato
pudore delle palpebre socchiuse,
non tradirò le ceneri di un mito
che mi fu solo e identico. Serrati
nel centro del mio spirito i già mondi
segreti del passato hanno versioni
di pudiche allegrezze e il movimento
che potrebbe fluirmi nelle membra
è pari alla perfetta
grazia delle nature primitive.
Nell'orbita dei gesti non compiuti
nell'orbita del bacio,
celebro in sacrificio un malefizio
che al suo centro decede. Tutto quanto
tenta fermarmi è male, la fiducia
dell'esistere in me fu gioco ebbro
di mutamento...
Anche se addormentata, il mio costante
volgermi è ricco di rivelazioni,
il mio largo stupore è maturante
un attacco improvviso di perfetti
ignorati strumenti, la mia voce
prepara i toni della profezia,
il mio corpo ogni grado di scintilla
vitale, le mie labbra
la parola finale cui converge
il brivido del sangue.
Per questo attendo la felice sorte
di un'ora non umana, non uguale
a nessun'altra e sbocco di ogni limite;
un'ondata di tempo che sollevi
gloriosamente il gergo del passato
e lo riveli identico al mio cielo.
Alda Merini
25 dicembre 1950

Se la foglia piange e trema

Se la foglia piange e trema
di fronte alla volontà di Dio
e Dio è combusto nell'universo,
se l'universo non è che una pallida idea
di ciò che ci darà la vita nuova
e la beatitudine,
che dire degli angeli
che si oppongono alla foschia delle genti,
al loro turbinio,
al fumo della guerra
e che dissipano con un'arma celere
i falsi splendori di Satana?
Angeli battaglieri
che entrano nelle foreste delle passioni,
che tolgono le piante impure
e sradicano il male.
Angeli che piangono
quando si rovesciano i troni di Dio,
angeli che divorano le donne
con le loro carezze.
Angeli che portano i loro seni lontano
affinché Dio li rivesta di gramaglie
per tutti i mancati splendori.
Angeli che tremano
davanti alla collera divina
e sono così palpitanti d'amore
che ogni donna vorrebbe somigliare a loro.
Angeli in fuga verso la beatitudine,
angeli che scorrono
come l'acqua al di là dell'universo,
angeli che tornano a baciare
le labbra dimenticate.
Alda Merini

L'anima ha il suo rifugio nell'amore

L'anima ha il suo rifugio nell'amore come
tempio di un'avarizia terrena che gli dei non
possono toccare, ma l'anima è anche parola,
parola inconscia. E' sbagliato identificare
l'inconscio con il tempo dell'anima: è un'altra
stagione, è un altro nutrimento, ci si ciba di
cose estranee all'umana parola, di cose che
non hanno ragione di essere eppure sono,
di cose che sibilano come delle serpi e che
invece sono angeli di illuminazione.
Alda Merini

Sentimento del tempo

E per la luce giusta,
Cadendo solo un'ombra viola
Sopra il giogo meno alto,
La lontananza aperta alla misura,
Ogni mio palpito, come usa il cuore,
Ma ora l'ascolto,
T'affretta, tempo, a pormi sulle labbra
Le tue labbra ultime.
Giuseppe Ungaretti

E malgrado tutto

E malgrado tutto
malgrado la musica
che si ripete incessantemente
fino allo spargimento del cuore
malgrado io non ti veda
e il giorno si apra
con la perenne angoscia
di non incontrare nessuno
tu continui a addossarmi
un numero di ombre
che non entrano
nel mio cuore
tu non sai quanto una forma di donna
può essere circoscritta
dalle ansie di molti uomini
ma non è vero amore
è l'ansia di vedermi risuscitare
per una nuova gettata di poesia
e con me costruiscono case
e ambienti
e idee per i loro sogni
quando mi vedono soffrire per te
pensano che io sia già morta
e di amor tuo
e chiamano tutti a vedermi
e battono le mani
per l'ingannevole successo della vita
ma io non li vedo nemmeno
Alda Merini

Nella notte entreremo a rubare

Nella notte entreremo
a rubare
un ramo fiorito.
Passeremo il muro,
nelle tenebre del giardino altrui,
due ombre nell’ombra.
Ancora non se n’è andato l’inverno,
e il melo appare
trasformato d’improvviso
in cascata di stelle odorose.
Nella notte entreremo
fino al suo tremulo firmamento,
e le tue piccole mani e le mie
ruberanno le stelle.
E cautamente,
nella nostra casa,
nella notte e nell’ombra,
entrerà con i tuoi passi
il silenzioso passo del profumo
e con i piedi stellati
il corpo chiaro della Primavera.
Pablo Neruda

sabato 26 maggio 2012

Il silenzio

L'energia del tutto ha preso possesso di te. Sei posseduto, non sei più, il Tutto è.
In questo momento, mentre il silenzio penetra in te, ne puoi comprendere il significato, poiché è lo stesso silenzio sperimentato da Gautama il Buddha. È lo stesso silenzio che Chuang Tzu o Bodhidharma o Nansen... Il sapore del silenzio è lo stesso.
Il tempo muta, il mondo continua a cambiare, ma l'esperienza del silenzio, la sua gioia, resta la stessa. Quella è la sola cosa su cui puoi fare affidamento, la sola cosa che non muore mai. È la sola cosa che puoi definire il tuo essere più autentico.
Il silenzio, simile alla ricettività specchiante di una notte colma di stelle, in cui splende la luna piena, è riflesso al di sotto nel lago brumoso. Il volto che si staglia nel cielo è in profonda meditazione, una dea della notte che dona profondità, pace e comprensione.
Questo è un tempo estremamente prezioso. Ti sarà facile riposarti all'interno, scandagliare le profondità del tuo silenzio interiore là dove esso incontra il silenzio dell'universo. Non c'è nulla da fare, nessun luogo dove andare, e la qualità del tuo silenzio interiore permea ogni cosa che fai.
Alcune persone forse potranno sentirsi a disagio, tanto sono abituate al clamore e all'infuriare del mondo. Non preoccuparti; cerca coloro in grado di risuonare col tuo silenzio, oppure goditi la solitudine. Questo è il tempo di tornare a casa, a te stesso. La comprensione e le intuizioni che ti giungono in questi momenti si manifesteranno in seguito, in una fase più estroversa della tua vita.
Osho

Camminando si apprende la vita

Camminando si apprende la vita
camminando si conoscono le persone
camminando si sanano le ferite del giorno prima.
Cammina, guardando una stella
ascoltando una voce, seguendo le orme di altri passi.
Cammina, cercano la vita,
curando le ferite lasciate dai dolori.
Niente può cancellare il ricordo
del cammino percorso.
Ruben Blades

Intanto

Intanto lei torna da me ogni volta che dormo in sogno
e le dico bentornata, siediti intanto,
e lei rassetta, al suo solito, il cuscino,
è innaturale che una madre non rassetti il cuscino a suo figlio
e che il figlio rassetti invece il cuscino di sua madre
e asciugo i suoi sudori freddi e liscio i suoi capelli stopposi
e stringendole la mano fredda le dico non temere
il posto dove vai, non ne tornerai
a mani vuote come tante volte ne tornasti
perché nel posto dove vai non ci sono speranze
né perdita, rimorso e dolore, neppure quello di madre,
nel posto dove vai non manca nulla. È un posto perfetto.
Natan Zach

Ho veduto solo una volta

Ho veduto solo una volta
un sole così insanguinato.
E poi mai più.
Scendeva funesto sull’orizzonte
e sembrava
che qualcuno avesse sfondato la porta
dell’inferno.
Ho domandato alla specola
e ora so il perché.
L’inferno lo conosciamo, è dappertutto
e cammina su due gambe.
Ma il paradiso?
Può darsi che il paradiso non sia
null’altro
che un sorriso
atteso per lungo tempo,
e labbra
che bisbigliano il nostro nome.
E poi quel breve vertiginoso momento
quando ci è concesso di dimenticare
velocemente
quell’inferno.
Jaroslav Seifert

Sgorgo

Per troppa vita che ho nel sangue
tremo
nel vasto inverno.
E all’improvviso,
come per una fonte che si scioglie
nella steppa,
una ferita che nel sonno
si riapre,
perdutamente nascono pensieri
nel deserto castello della notte.
Creatura di fiaba, per le mute
stanze, dove si struggono le lampade
dimenticate,
lieve trascorre una parola bianca:
si levano colombe sull’altana
come alla vista del mare.
Bontà, tu mi ritorni:
si stempera l’inverno nello sgorgo
del mio più puro sangue,
ancora il pianto ha dolcemente nome
perdono.
Antonia Pozzi

Normalissimo non amore

Scoprimmo insieme guardandoci negli occhi
che erano finestre affacciate su un deserto.
Del deserto avevano l’innaturale silenzio
l’urlo del vento che la sabbia solleva e acceca.
Sabbia era quel far finta che tutto era normale
quando in amore nulla è normale
Scoprimmo insieme i soffitti bianchi
e le macchie non erano più fantasiose stelle
erano, i corpi, freddi pianeti spenti da tempo
in orbite distanti.
Scoprimmo insieme che nel caffè del mattino
immergevamo il muto mentire a noi stessi
che il salutarsi non era un invito a tornare.
Scoprimmo insieme che il telefono era nemico
che le parole di un libro riempivano la mente
nelle sere in cui niente avevamo da dire
ma cadendo nel cuore facevano rumore
mentre le nostre erano finite chissà dove.
Scoprimmo insieme che un figlio voluto
sarebbe stato solo l’agonia di un amore morente
quando di vita e non di dolore questi ha bisogno.
Scoprimmo insieme che eravamo vigliacchi
paurosi di un domani privo di abitudini
che agli altri parlavamo di stima e rispetto
parlando del nostro stare insieme
ma non avevamo stima e rispetto dell’amore
Scoprimmo insieme che ci stavamo uccidendo
di un normalissimo non amore…
Scoprimmo che anche nel morire di noi stessi
eravamo insieme.
Claudio Pompi

Grandi misteri abitano

Grandi misteri abitano
la soglia del mio essere,
la soglia dove esitano
grandi uccelli che fissano
il mio tardivo andar aldilà di vederli.
Sono uccelli pieni di abisso,
come ci sono nei sogni.
Esito se scandaglio e medito,
e per la mia anima è cataclisma
la soglia dove essa sta.
Allora mi sveglio dal sogno
e mi rallegro della luce,
seppure di malinconico giorno;
perché la soglia è paurosa
e ogni passo è una croce.
Fernando Pessoa

Io sono l'unica il cui destino

Io sono l’unica il cui destino
lingua non indaga, occhio non piange;
non ho mai causato un cupo pensiero,
né un sorriso di gioia, da quando sono nata.
Tra piaceri segreti e lacrime segrete,
questa mutevole vita mi è sfuggita,
dopo diciott’anni ancora così solitaria
come nel giorno della mia nascita.
E vi furono tempi che non posso nascondere,
tempi in cui tutto ciò era terribile,
quando la mia triste anima perse il suo orgoglio
e desiderò qualcuno che l’amasse.
Ma ciò apparteneva ai primi ardori
di sentimenti poi repressi dal dolore;
e sono morti da così lungo tempo
che stento a credere siano mai esistiti.
Prima si dissolse la speranza giovanile,
poi svanì l’arcobaleno della fantasia;
infine l’esperienza mi insegnò che mai
crebbe in un cuore mortale la verità.
Era già amaro pensare che l’umanità
fosse insincera, sterile, servile;
ma peggio fu fidarmi della mia mente
e trovarvi la stessa corruzione.
Emily Brontë

L’altra parte di me

Scusa, sto scrivendo un sacco di stronzate e sono quasi le cinque del mattino. Ecco, credevo che tu avessi bisogno di qualcuno che ti scrivesse un sacco di stronzate alle cinque del mattino. Credevo di poterti offrire un mondo popolato da persone divertenti. E un altro, più piccolo ma più grande, abitato solo da noi due. La felicità, Emma. La felicità è fare l’amore a ore strane oppure normali, purchè con te. La felicità è crescere insieme, litigare a chi ha la testa più dura e poi, pieni di bernoccoli, salire un altro gradino del nostro amore. Un problema che ti assilla e lo risolviamo insieme. Un braccialetto che io ti regalo, una camicia che tu mi lavi. Scusami ancora per questa vagonata di pensieri idioti. Ti volevo soltanto dire che non mi manca una donna. Mi manchi tu. Che sei anche una donna, e che donna. Ma sei qualcosa di più: l’altra parte di me.

Massimo Gramellini tratto da “Fa bei sogni”

venerdì 25 maggio 2012

Da un'asse all'altra avanzavo

Da un'asse all'altra avanzavo
così lenta, prudente.
Sentivo le stelle sul capo,
e sotto i piedi il mare.
Questo solo sapevo:un altro passo
poteva essere l'ultimo.
Ed avevo quell'andatura incerta
che chiamiamo esperienza.
Emily Dickinson

Sogni non ne ho più

Mi abbandoni, mi distruggi.
Come sacco di stracci
il mio corpo si dissolve
nella mia malinconia.
Il colore scivola via,
il mio viso non sorride più.
Lo sguardo sommerso nelle
onde di un oceano in tempesta.
Mi lasci nel mio mondo,
in questo castello oscuro
senza luce, senza più magia,
un Re senza corona ne Regina.
Te ne vai, da sola sulla via
cancellando le tue tracce,
bruciando i ricordi di un amore
nato sotto un cielo di stelle.
Il male mi trascina via
In un tunnel senza fine
che brucia la mia gioventù
dove sogni non ne ho più.
Se un giorno tornerai
non troverai il mio castello,
il mondo che volevi insieme a me,
il poeta che scriveva sul tuo cuore.
Sogni non ne ho più.
Il tempo si è fermato insieme a me
all'ombra del mio ultimo respiro
che si libera tra quelle stelle
che guardavi stretta a me.
Bisser Genga

L'angelo buono

Venne quello che amavo,
quello che invocavo.
Non quello che spazza cieli senza difese,
astri senza capanne,
lune senza patria,
nevi.
Nevi di quelle che son cadute da una mano,
un nome,
un sogno,
una fronte.
Non quello che ai suoi capelli
legò la morte.
Ma quello che amavo.
Senza graffiare i venti,
senza ferire foglie o agitare cristalli.
Quello che ai suoi capelli
legò il silenzio.
Per scavarmi nel petto, senza farmi male
di luce dolce una riva
e render navigabile la mia anima.
Rafael Alberti

La tua mano andò volando dai miei occhi al giorno

La tua mano andò volando dai miei occhi al giorno.
La luce entrò come un roseto aperto.
Arena e cielo palpitavano come un
culminante alveare tagliato nel turchese.
La tua mano toccò sillabe che tintinnavano, coppe,
oliere, piene d'oli gialli,
corolle, fonti e, soprattutto, amore,
amore: la tua mano pura preservò i cucchiai.
La sera se n'andò. La notte fece scender con cautela
sopra il sonno dell'uomo la sua capsula celeste.
Un triste odor selvaggio sprigionò la madreselva.
E la tua mano tornò dal volo volando
a chiudere il suo piumaggio ch'io credetti perso
sopra i miei occhi divorati dall'ombra.
Pablo Neruda