…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

mercoledì 27 luglio 2016

Sei in ogni cosa

Sei in ogni cosa
in ogni scala-porta sul vuoto
in questo prato estraneo alle tue orme
in questo mezzodì che sfuma
sotto lo stesso cielo che ci tocca
senza toccarci.
In ogni piega delle mie viscere
in ogni collo su cui le mie labbra
scivolano senza toccare il fondo
in ogni labbro occhio capello angolo
ci sei ad ogni ora in ogni canzone
nella luna lì che si affaccia tra latrati ci sei
ogni giorno più
lontana.
Mario Licón Cabrera

Per Karin

    Ho smarrito il mondo 
e non so quando
comincerà il tempo
di dare nuovo inizio.
J.E. Pacheco

Tu sei
le lancette e il corpo
stesso della bussola che un giorno
il tempo avrebbe posto tra le tue mani
 Ma ora con
tutta la tua assenza e tutta
la freschezza del tuo profumo e la seta
assente dalla tua pelle e così distante
 è molto facile che perda
il nome il numero e la rotta
delle mie disgrazie e del brumoso mondo smarrito
 Forse
se a un certo punto dovessi apparire
porta tra le braccia e tra
le labbra, porta nel tuo sereno sguardo
azzurro un altro nuovo inizio.
 Mario Licón Cabrera

Gli addii

E solo posso contare le mie tristezze e ricordi
Come un mendicante conta le sue monete in inverno.
Jorge Teillier

Avrei potuto regalarti
quel cinema dove abbiamo visto
Notting Hill e American Beauty.
 Avrei voluto regalarti gli hotel dove ci siamo nascosti.
Mi sarebbe piaciuto essere il padrone del caffè in cui ci congedammo
dove ascoltammo tutte quelle canzoni
che oggi sono una soundtrack delle nostre vite.
 E non ci furono regali.
E misi il cielo sul tuo corpo e lo trasformasti in vento
misi il vento sui tuoi occhi e lo trasformasti in sogno
misi il sogno nel tuo silenzio e lo trasformasti in notte
e questa notte non ci sono cielo, vento e sogno
che modifichino il mio cuore
in una luce dove l’amore possa tornare.
 Ed è per questo amore lontano e vero
che le parole hanno una musica nello spartito che nessuno canta
come chi bussa per ore a una casa abbandonata
come chi prende a calci lattine vuote nel cuore.
 Federico Díaz-Granados

martedì 26 luglio 2016

Per quante notti che insonne ho giaciuto

Per quante notti che insonne ho giaciuto,
per l’orror di levarmi, ogni mattina;
tu buona, tu mia dolcissima Lina;
tu dimmi in carità: Come hai potuto?
Però che tutto io ti perdono quanto
soffersi, tutte le mie insonni notti,
i miei sogni agghiaccianti, i sogni rotti
d’un subito; ma dimmi ora, sorella:
come hai potuto tu con la tua bella
faccia, di tanta nobiltà soffusa,
serbar sí addentro quell’infamia chiusa
nel cuore, adulterare i baci e il pianto,
mentirmi ogni carezza, in tuo pensiero
esser non mia, vivendo a me d’accanto?
Ecco il delitto, il solo, il grande, il vero
delitto, che non posso io no scordare,
che senza fine mi farà odiare
me stesso, maledire anche il tuo nome,
chiedermi ognor piú follemente: Come,
come ha potuto?
Ma questo, ed altro che mi taccio, no,
non può esser vero: è solo un sogno, sai;
è un sogno di cui forse morirai,
è un sogno di cui certo io morirò.
Umberto Saba

Là dove echeggia nelle lunghe sale

Là dove echeggia nelle lunghe sale il dolce volo delle pazze tròjke, dove splendono i vini nei boccali, sta per nascere adesso un ballo tondo.
Frusciando, tintinnando, biancheggiando, volteggiano tracciando lenti cerchi.
E i violini, struggendosi e infiacchendo, si abbandonano ai furiosi archetti.
Col braccio teso verso la caligine, una esce fuori dal cerchio: scelto l’amico destinato, lascia cadere un fiore per terra.
Non raccattare quel fiore: v’è in esso il dolce oblío di tutti i giorni andati, e tutta la frenetica allegria della tua futura rovina!...
V’è tutto - il giuoco del fuoco e del fato, solo nell’ora amara delle offese da una lontananza irrevocabile ne traluce un angelo accorato...
Aleksandr Blok

Mi culla la corolla del papavero

Mi culla la corolla del papavero, il mio sonno è lunghissimo. La strada si agita laggiù da quattro ore. Solo un tuo squillo potrebbe svegliarmi.
Non mi somiglia quest’inerzia, sono da quando amo, tutt’altra persona. Mi culli a lungo, mi culli il papavero, se sarà lungo il mio sogno di te.
Maria Luisa Spaziani

venerdì 22 luglio 2016

Presentimenti d'azzurro



Stamattina
sono rimasta tanto alla finestra
a riguardare il cielo:
non c’era nessun velo
di nebbia, ma una decisa tela.
Le nuvole parevan ritagliate
ed ingommate
l’une sull’altre, strette;
carnose, a sfumature nette.
E mi sembrava
che a saettar là dentro a capofitto
con un bel volo dritto
non mi sarei dovuta sperdere
per strade sinuose
in nebulosità fumose,
ma che sarei dovuta riuscire
dall’altra parte, immediatamente,
in un azzurro fresco, veemente.
E poi me ne sarei tornata
con calma strascicata
palpeggiandomi guardinga e gelosa
l’anima rugiadosa. 
 
Antonia Pozzi

Il vento e l'anima



Con tal veemenza il vento

viene dal mare, che i suoi

ritmi elementari

contagiano il silenzio della notte.

Solo nel letto, lo senti

battere ai vetri con insistenza,

piangendo e bussando

come essere smarrito senza nessuno.

Ma non è lui che in veglia ti costringe,

ma altra forza

di cui il tuo corpo è oggi carcere,

fu libero vento, e ricorda.
Luis Cernuda

giovedì 21 luglio 2016

Passato remoto - Francesco de Gregori

...Quel pomeriggio che ti ho detto "Scusami ma qualche volta chiamami anche tu"
E ancora adesso non ci posso credere che non ti avrei
rivisto più.

mercoledì 20 luglio 2016

Quando la tempesta sarà finita...


Vigilanza

La stella nascente portò un triste presagio:
si inclinò il mio capo e pianse Ia mia fronte:
che ne è delle barche del mio orizzonte?
Se io dormo, dove andranno queste barche erranti,
dentro le quali il destino trasporta
anime di angoscia indugiante e cieca?
E come addormentarsi in quest’Isola in soprassalto,
se il pericolo del mare nel mio sangue si agita,
e io sono, per chi naviga, l’eternamente afflitta?
Forse un dio mi darà forza tanto potente
per cosi resistere tutta la vita desta
e con gli dei contenere la sicura tempesta?
La stella nascente aveva tale bellezza
che per mia volontà la elessi mia sorte.
Ma la bellezza è l’altro profilo della sofferenza,
e solo merita la vita chi è padrone della morte.
Cecília Meireles

Ritratto al chiar di luna

Lascio i miei occhi in questo parco
le mani nel muschio dei muri,
per quegli che un giorno a cercarmi
verrà, tra pensieri futuri.
Non voglio chiarmarti per nome:
parrebbe il sibilo del vento;
brucio tra i gradi della sfera
turra, nel símplice momento.
Durano più l´edera, l´erba
che il viso mio di quest´instante.
Ma psso fissarlo in parole,
scolpirlo in un tempo costante.
Mai gli occhi ho avuti tanto chiari
e folle il riso, come l´aria…
mi sento tutta uguale agli aberi:
perfetta, pura e solitaria.
Qui l´occhio mio vede dal fiore,
qui il braccio mio teso à nel ramo,
que voci d´acque vaghe echeggiano
quella d´amore che sognamo.
Cecília Meireles

lunedì 18 luglio 2016

Sotto un altro cielo

Tra il confino e l’esilio
preferisco la solitudine di una poesia
che sorvola altre intemperie,
regioni piovose che rimuovono i rottami del ricordo.
Non lasciare messaggi nelle cassette postali dell’alba,
nel mio sangue non spegnere il tuo dolore.
Accompagna la solitudine della poesia
e torna come un angelo, ebbra di Paradiso.
Federico Díaz-Granados

Battito

Silenzio. Ombra di mezzanotte.
Batton il cor e l’orologio qui accanto.
Com’è incomprensibilmente nera la notte!
Com’è greve il suo manto!
Ma io so che del cor impotente
è ancor più immota l’oscurità.
Ti prego, o Padre possente!
Dammi una voce o un segno di novità!
Di me stessa e della gente assai più
io amo l’anima mia
e del mio voler quaggiù
spezzerò l’anima in agonia.
E il silenzio s’è fatto vivo.
Esso, oscuro, una risposta porge:
duri pur la notte finch’io scrivo —
dalla tenebra la luce sorge!
Zinaida Gippius

Quattro stagioni

Quando arriva l’amore con le sue quattro stagioni
gli uccelli cantano come un albero carico di mele.
Il cielo si colora di parole rosse
e il silenzio disegna bianche farfalle.
In un istante Amore tutto confonde:
le note nel pentagramma
il volo degli angeli
il petto aperto nei suoi punti vulnerabili
il silenzio dei tuoi occhi.
Chiama alla mia porta
e come Venere in cerca di Adone
mi avvicino al tuo corpo come all’orizzonte
entro nel paradiso
e svanisco
in un assolo di musica.
Luz Mary Giraldo

domenica 10 luglio 2016

Paese

Abbiamo dormito schiena contro schiena
rispettando ognuno
il territorio dei sogni dell’altro.
Al risveglio ci incontriamo
nel posto di frontiera.
Lì tra le nebbie comprendiamo
che due esiliati fanno un paese.
Ana Pérez Cañamares

La stanza

Questa mia stanza candida di fede,
ad abitarla con eguale fede
più giovane di me, lei sola crede
alla mia nuova storia, tu non vuoi
credere, dici è tutto provvisorio.
Se mi lasci la morte o la speranza
di mutare vagando non sai dire,
né a credere sopporti che tu sia
la presenza invocata.
La mia stanza ha il vuoto che le lasci.
Non le manca la sedia, ma il tuo posto.
Non manca il giradischi, la tua voce
manca e il silenzio dell'averti intorno.
Mancano gli occhi tuoi più dello specchio.
Alfonso Gatto

L'infini


sabato 9 luglio 2016

Incantesimo

Ma insieme volevamo
fare una sfera
chiusa riflettente
e liscia all'esterno da cui
la pioggia scivolasse via i lampi
rimbalzassero e se cadeva
a terra rotolasse via intatta.
Che dentro però ci fossero
giardini con fontane con aiuole
piene di rose ci fossero
soffici prati e boschi
azzurri come dei Bassano
e boschi le ster-
paglie sotto impenetrabili.
Un mondo selvaggio là dentro per te
e per me là dentro un rifugio
una sfera
per te e per me
noi volevamo fare. 

Kuno Raeber

 

Tutto ho raccolto di te

Tutto ho raccolto di te: briciole, frammenti, polvere, tracce, supposizioni, accenti restati in voci altrui, qualche grano di sabbia, una conchiglia, il tuo passato immaginato da me, il nostro supposto futuro, ciò che avrei voluto da te, ciò che mi avevi promesso, i miei sogni infantili, l’innamoramento che bambina sentii per mio padre, certe sciocche rime della mia giovinezza, un papavero sul ciglio di una strada polverosa.
Anche quello ho messo in tasca, sai?
Non so se tu hai messo il tuo seme dentro di me o viceversa. Ma no, nessun seme di noi è mai fiorito. Ciascuno è solo se stesso, senza la trasmissione di carne futura, e io soprattutto senza qualcuno che raccoglierà la mia angoscia.
Tutte le ho girate queste isole, tutte cercandoti. E questa è l’ultima, come io sono ultima. Dopo di me, basta. Chi ti potrebbe cercare ancora se non io?

Antonio Tabucchi, da "Tristano muore.Una vita"

Con te sarò nuovo

Con te sarò nuovo. Ti dico queste parole nel periodo migliore della mia vita, nel periodo in cui sto bene, in cui ho capito tante cose. Nel periodo in cui mi sono finalmente ricongiunto con la mia gioia. In questo periodo la mia vita è piena, ho tante cose intorno a me che mi piacciono, che mi affascinano. Sto molto bene da solo, e la mia vita senza di te è meravigliosa. Lo so che detto così suona male, ma non fraintendermi, intendo dire che ti chiedo di stare con me non perché senza di te io sia infelice: sarei egoista, bisognoso e interessato alla mia sola felicità, e così tu saresti la mia salvezza. Io ti chiedo di stare con me perché la mia vita in questo momento è veramente meravigliosa, ma con te lo sarebbe ancora di più.
Se senza di te vivessi una vita squallida, vuota, misera non avrebbe alcun valore rinunciarci per te. Che valore avresti se tu fossi l'alternativa al nulla, al vuoto, alla tristezza? Più una persona sta bene da sola, e più acquista valore la persona con cui decide di stare. Spero tu possa capire quello che cerco di dirti. Io sto bene da solo ma quando ti ho incontrato è come se in ogni parola che dico nella mia vita ci fosse una lettera del tuo nome, perché alla fine di ogni discorso compari sempre tu. Ho imparato ad amarmi. E visto che stando insieme a te ti donerò me stesso, cercherò di rendere il mio regalo più bello possibile ogni giorno.
Mi costringerai a essere attento. Degno dell'amore che provo per te. Da questo momento mi tolgo ogni armatura, ogni protezione... non sono solo innamorato di te, io ti amo. Per questo sono sicuro. Nell'amare ci può essere anche una fase di innamoramento, ma non sempre nell'innamoramento c'è vero amore. Io ti amo. Come non ho mai amato nessuno prima.... 



Fabio Volo, lettera d'amore, da "È una vita che ti aspetto"


venerdì 8 luglio 2016

Postumi

A scriverti imparai in giorni più felici.
Una scheggia strappata dal mio cuore
era ogni lettera, un pezzo appena tolto
a un mosaico di vita; donavo i suoi grigi, i suoi blu,
i suoi rossi vibranti in cambio di una lode.
Riducevo a brandelli la mia anima,
pavimento ai tuoi passi, e scivolavo
sotto di essi a renderli più dolci.
Le mie lettere – ora – fiori pallidi
sparsi su tombe in pianti sconsolati.
No, non chiedo compensi, sarò forte
(ma a te che importa?); i lunghi, tristi anni
passano e ancora spargo fiori fragili
e sussurri d'amore a orecchie sorde.

Amy Lowell

De senectute

Non è il mio, questo tempo.
E pur se così mio è questo palpitare di uccelli,
di fuori nel giardino,
la sua profusione in foglie piccole, che mi rimescolano
come intimazioni
non dice più le stesse cose.
Mi sveglio
come chi sente un respirare
osceno. E’ che fa giorno.
Fa un nuovo giorno che non sarò invitato
neppure a un attimo felice. Neppure a un pentimento
che per non essere antico
-ah, Seigneur, donnez moi la force et le courage!-
m’inviti davvero a pentirmi
con qualche avanzo di sincerità.
E nulla temo più delle mie cure.
La vita la ricordo, ma dov’è
Jaime Gil de Biedma

giovedì 7 luglio 2016

Gli innamorati

Gli innamorati
hanno il raro privilegio
di vivere nell’aria
di respirare aria
di essere circondati dall’aria
un fuoco immenso brucia gli innamorati
si baciano si riconoscono come i ciechi
e con gioia incredibile
ignorando il terreno
tornano a guardarsi negli occhi
ma - cosa insospettata -
                       gli innamorati
                             sanno di essere sconfitti in partenza.
Elqui Burgos

Fuga in Lilla

Bisognava scrivere senza perché, senza per chi.
Il corpo si ricorda di un amore come un accendersi la lampada.
Il silenzio è tentazione e promessa.
Alejandra Pizarnik

Qualche volta penso a te...



Qualche volta penso a te e ho un senso di vertigine. Il ricordo mi fa girare la testa, come per una sbronza di champagne. Tutte le cose che abbiamo fatto. Se qualcuno mi avesse detto che questo era il prezzo da pagare, avrei accettato. E mi sorprende che insieme al dolore e alla confusione giunga la folgore del riconoscimento. Ne valeva la pena. L’amore ne vale la pena.

Janette Winterson, Scritto sul corpo