…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...
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martedì 18 giugno 2013

Stringendosi alla terra

Amore alle lab­bra era un tocco
Dolce quanto reggevo;
E parve una volta troppo;
Io dell’aria vivevo

Che a fiotti da dolci cose
M’investiva…profumo di muschio
Da gio­vani vigne nascoste
In fondo a un pog­gio al crepuscolo?
Dolente io ero e stordito
Da fiori di caprifogli
Che scuo­tono quando li cogli
Una rugiada alle dita.

Bra­mai forti dol­cezze, ma solo
Da gio­vane par­vero forti;
Il petalo della rosa
Fu quello che punse e morse.

Nes­suna gioia adesso che mi piaccia
Se non mischiata a dolore,
A sfi­ni­mento e ad errore:
Per que­sto io amo la traccia

Di lacrime, il mar­chio che resta
D’un quasi troppo amore,
Il dolce d’amara corteccia
E delle spe­zie il bruciore.

Se morta, dolente e segnata
Ritiro via la mano
Dopo averla pre­muta, schiacciata
Nell’erba e nella sabbia,

Quel poco male non basta:
Io voglio più forza e più peso
Per­chè la terra ancor più rude prema
Tutto il mio corpo steso.
Robert Frost

venerdì 3 agosto 2012

La famiglia della rosa

La rosa è una rosa,
Ed è sempre stata una rosa.
Però la teoria adesso è un’altra
Una mela può essere una rosa,
Anche una pera, e così
Una prugna suppongo.
Non si sa
Cosa sarà la prossima rosa;
Tu, sicuramente, sei una rosa-
Ma lo sei sempre stata.

Robert Frost

lunedì 16 luglio 2012

Guardando per caso le costellazioni

Puoi aspettare tanto, tanto tempo
prima che in cielo accada qualcosa
di piu' dello scorrere delle nuvole
e delle Luci del Nord, che corrono
come brividi pungenti.
Il sole e la luna s'incrociano,
ma non si toccano mai, ne' fuoriescono
fiamme, ne' si scontrano violentemente.
Sembra che i pianeti s'incontrino
nei loro tragitti, ma non accade nulla,
non viene fatto nessun male.
Possiamo tranquillamente continuare
la nostra vita, e guardare ovunque
tranne che alle stelle, alla luna e al sole
perche' abbiamo bisogno di colpi
e di cambiamenti per non impazzire.
E' vero che la siccita' piu' lunga
finira' in pioggia,
che la pace piu' lunga in Cina
finira' in conflitto.
Ma verra' deluso chi restera' sveglio
nella speranza di veder rompere
la calma del cielo, di fronte a lui mnella sua vita.
Quella calma sembra proprio essere certa fino all'ultima notte.
Robert Frost

mercoledì 23 maggio 2012

Fuoco e ghiaccio

Dicono alcuni che finirà nel fuoco
il mondo; altri nel ghiaccio.
Del desiderio ho gustato quel poco
Che mi fa scegliere il fuoco,
Ma se dovesse due volte finire,
So pure che cosa è odiare,
E per la distruzione posso dire
Che anche il ghiaccio è terribile
E può bastare.
Robert Frost

domenica 6 maggio 2012

Betulle

Quando vedo le betulle curvarsi a destra e a manca
Fra le linee degli alberi più scuri, ritti,
Amo pensare che un ragazzo vi stia dondolando.
Ma dondolarsi non li farebbe curvare così tanto
Quanto la tormenta di neve. Li avrete visti spesso
Carichi di neve un soleggiato dì d’inverno
Dopo la pioggia. Scricchiolano già da soli
Appena s’alza il vento, e si fanno variopinti
Quando un minimo movimento sconquassa il loro smalto.
Presto il calore fa cadere i cristalli
Rovinando a valanga sulla coltre di neve
Dinanzi a quei mucchietti di vetro rotto spazzati via
Penseresti che l’intima colonna del Cielo fosse caduta.
Sono trascinati dal peso sul suolo prosciugato,
ma sembrano non rompersi; e benchè siano stati curvi
così mollemente per tanto tempo, non si raddrizzeranno:
potreste vedere i tronchi per anni ancora fare arco
nei boschi, lasciando penzolare le foglie a terra
come ragazze carponi a pettinarsi i capelli
prima di farli asciugare al sole.
Ma vorrei dire che quando la Verità irrompe
A dire la sua sulla tempesta di neve, io preferirei
Avere un ragazzo dondolante fra di loro
Dopo aver fatto va e vieni per riprendere le bestie
Un ragazzo lontano abbastanza dalla città per non
Aver imparato il baseball, il cui unico gioco
Fosse sempre con sé stesso, estate e inverno,
un ragazzo capace di giocare da solo.
Avrebbe domato ad uno ad uno gli alberi del padre
Come cavalcandoli più e più volte,
Per toglierne via la scontrosità,
nessuno lasciato a zoppicare,
nessuno abbandonato prima della conquista.
Imparerebbe che tutto quel che c’è da sapere è di
Non lasciarsi cadere giù troppo presto e di
Non spezzare il ramo torcendolo troppo verso terra.
Avrebbe poi preso padronanza coi rami alti, usando
La medesima accortezza che usereste per riempire
Una tazza fino all’orlo, e poi fin sopra l’orlo.
Sarebbe scivolato sotto prima coi piedi, sibilando,
Creandosi a calci una via fra l’aria e il suolo.
Anch’io un tempo amavo dondolarmi fra le betulle.
E così vorrei ancora tornare indietro a farlo.
Quando son stanco di considerare, e la vita
Mi pare troppo simile ad un bosco non segnato da
Sentieri, e la faccia t’arde e si solletica con le ragnatele
Strappate passandovi contro, e gli occhi
Ti lacrimano, per i ramoscelli che ti feriscono.
Vorrei andar via dal Mondo, e poi
Tornare indietro, e ricominciare.
Che il Destino non mi disconosca e almeno un poco
Mi conceda quel che voglio e non mi strappi di mano
La possibilità di ritornare. La terra è il giusto posto per amare:
non so affatto come potrebbe migliorare.
Vorrei andarmene scalando una betulla, e
Salire rami scuri lungo un tronco innevato, verso il cielo,
fin dove l’albero non potrebbe condurmi,
ma fosse pronto a piegare la cima e riportarmi giù.
Sarebbe bello andare ed al contempo ritornare.
Si potrebbe far di peggio che dondolarsi fra le betulle.
Robert Frost

sabato 28 gennaio 2012

Conoscenza della notte

Io sono uno che ha conosciuto la notte.
Ho fatto nella pioggia la strada avanti e indietro.
Ho oltrepassato l'ultima luce della citta.
Io sono andato in fondo al vicolo più tetro.
Ho incontrato la guardia nel suo giro
ed ho abbassato gli occhi, per non spiegare.
Io ho trattenuto il passo e il mio respiro
quando da molto lontano un grido strozzato
giungeva oltre le case da un'altra strada,
ma non per richiamarmi o dirmi un commiato;
e ancora più lontano, a un 'incredibile altezza,
nel cielo un orologio illuminato
proclamava che il tempo non era giusto, nè errato.
Io sono uno che ha conosciuto la notte.
Robert Frost

sabato 21 gennaio 2012

Incontrarsi e passar oltre

Mentre scendevo il colle lungo il muro
C’era un cancello al quale mi ero accostato
Per guardare, ed appena me n’ero voltato
Che ti vidi salire. C’incontrammo. Ma
Tutto quel che facemmo quel giorno fu confondere
Grandi e piccole orme sulla polvere estiva, come
A figurare il nostro essere meno di due
Ma sempre più che uno. Il tuo parasole
Separò il decimale puntandosi profondo.
E per il tempo che parlammo tu sembravi
Sorridere a qualcosa che osservavi
Nella polvere (oh, senza pregiudizio per me!)
Dopo andai oltre il cammino che avevi compiuto
Prima che ci incontrassimo, e tu oltre il mio.
Robert Frost

sabato 26 novembre 2011

La strada che non presi

Due strade divergevano in un bosco giallo
e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe
ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo
a guardarne una fino a che potei
Poi presi l'altra, perché era altrettanto bella,
e aveva forse l’ aspetto migliore,
perché era erbosa e meno consumata;
Sebbene il passaggio le avesse rese
quasi simili
ed entrambe quella mattina erano lì uguali
con foglie che nessun passo aveva annerito.
Oh, misi da parte la prima per un altro giorno!
Pur sapendo come una strada porti ad un'altra,
dubitavo se mai sarei tornato indietro.
Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra anni e anni:
due strade divergevano in un bosco, e io -
io presi la meno percorsa,
e quello ha fatto tutta la differenza.
Robert Frost
(da “Mountain interval”, 1916)