…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...
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domenica 17 maggio 2020

Un nuovo versante dovrà nascere in te

Che bocca deve rosicare il tempo? Quale viso
deve arrivare dopo il mio? Quante volte
il tulle del mio fiato deve riposare
sulla fremente bianchezza della tua schiena?
Attraverseremo insieme le grandi spirali
l’arteria del silenzio stesa, il vuoto
scalino del tempo?
Quante volte dirai: vita, venere, magma – marina
e quante volte ti dirò: sei mio. E i pomeriggi stesi,
le larghe lune, le notti agoniche
senza poterti toccare. Quante volte, amore
un nuovo versante dovrà nascere in te.
E quante volte in me dovrà morire.
Hilda Hilst

sabato 23 aprile 2016

Notturna e Imperfetta

Se ti pare che io sia notturna e imperfetta
Guardami di nuovo. Perché stanotte
Mi sono guardata come se a guardarmi fossi tu.
E era come se l’acqua
Desiderasse
Sfuggire alla sua casa che è il fiume
E galleggiando appena, nemmeno lambire la riva.
Ti ho guardato. E da tempo
Capisco di essere terra. Da tanto tempo
Aspetto
Che il tuo corpo d’acqua più fraterno
Si distenda sul mio. Pastore e navigante
Guardami di nuovo. Con meno arroganza.
E con più attenzione.
Hilda Hilst

mercoledì 8 maggio 2013

È lecita, agli amanti

È lecita, agli amanti, la voce sbiadita.
Quando ti sveglierai, al tuo orecchio un solo mormorio:
Amami. Qualcuno in me dirà: non è il tempo, signora,
Raccolga i suoi papaveri, i suoi narcisi. Non vede
Che sul muro dei morti la gola del mondo
Gira all’oscura?
Non è il tempo, signora. Uccello, mulino e vento
In un vortice di ombra. Può cantare d’amore
Quando tutto si fa notte? Lamenta prima
Questa tela di seta tessuta dalla gola.
Amami. Svanisco e supplico. Agli amanti
sono lecite vertigine e richiesta. E la mia fame è così grande
Così intenso il mio canto, così infuocato il mio tessuto
Che tutto il mondo, amore, canterà con me.
Hilda Hilst

Sfioro

Sfioro. La fronte. Il braccio. La spalla.
Il profondo sortilegio della scapola.
Materiale – bambino la tua fronte e io
Maturità, assenza nelle tue chiare
Tenute.
Ahimè. Mentre tu cammini
In lucido orgoglio, io sono già il passato.
Questa fronte che è mia, prodigiosa
Di nozze e sentieri
Così diversa dalla tua fronte abbandonata.
Sfioro. E in un solo momento vivo
E vado morendo. Tra terra e acqua
La mia esistenza anfibia. Passeggia
Sopra di me, amore, e cogli ciò che mi resta:
Girasole Notturno. Foglia segreta.
Hilda Hilst