…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

domenica 23 novembre 2014

Inverno

Dopo aver amato,
il tuo ventre illumina ancora l’oscurità, la stanchezza,
la notte rifugiata nella stanza
Il silenzio ha tremato per noi
come i piedi scalzi di quest’inverno di poveri,
rimangono ancora tra le tue braccia volti d’amore abbandonati,
dopo aver amato
regrediamo al fuoco, alla furia, all’ingiustizia.
Nella citta’ che geme come pazza
l’amore conta pian piano
gli uccelli morti contro il freddo,
le carceri, i baci, la solitudine, i giorni
che mancano per la rivoluzione.
Juan Gelman

Silenzi

D’estate, nel silenzio dei meriggi,
sopra la terra esausta ed assopita,
incombe il peso d’una enorme assenza.
Ma dai grandi silenzi dell’inverno,
sopra la terra rispogliata e nuda,
infinita certezza si disserta.
Tutto perdemmo: fu sprecato il tempo
Sì breve del fiorire, ma ora il cielo,
non più velato dalle foglie, immenso,
di luce inonda gli orizzonti, e nulla
fuorché il cielo è vivente sulla terra,
una più vera vita è in questa morte.
Lalla Romano

Toccò a lei

Toccò a lei, ultima ventata
sradicarmi da dov’ero
lì a dimora.
Il tempo successivo,
arò il mio corpo dalla mia memoria,
ne sperse ogni sentore,
sarchiò quel territorio
e fu materia
nella materia
il mio sfatto sudario,
si dissolse il grumo
casuale o necessario –
non so ancora –
che era stato
il mio nido,
il mio calvario,
se non che celeste e tenebroso
era nel suo deliquio
l’esistente provvisorio.
Oh vita, ascoltai quella loquela
provenire da te,
dal tuo profondo grembo.
Mario Luzi

venerdì 21 novembre 2014

Offerta

Perché mi lasciasti
bruciata da carezze
in un letto senza domani
nuda di emozioni
vestita della tua assenza
ti offro il mio silenzio
pugno di vento
che sibila il tuo nome.
Lucía Rivadeneyra

Adesso è il momento di fare ciò che ti piace

Adesso è il momento di fare ciò che ti piace.
Non aspettare lunedì, non aspettare domani.
Non fare allungare davanti a te la carovana
di sogni calpestati. Non aspettare.
Non frenarti per paura o viltà.
Non posporre la vita con altra morte,
e non aspettare niente dalla sorte
che non sia più della tua tenacia e della tua energia.

Se il tuo sogno è bello, dagli forma
come il torrente scava le sponde;
come il vento che vive e si trasforma.
E perché tutto risulti come tu vuoi,
detta tu stesso le tue regole
e converti il tuo autunno in primavera.
Ivan Malinowski

Per tutte le parole che non ti ho mai detto

Per tutte le parole che non ti ho mai detto
e che avrei sempre voluto dirti,
anche se già sapevo che con esse avrei potuto ferirti.
Per tutti quei giorni passati ad ascoltarti,
anche quando nulla avevi da dirmi.
Per tutti quei silenzi che non hai saputo riempire,
per quelle frasi che non mi hai mai detto
e che avrei voluto sentire.
Per tutte quelle piccole cose che non mi hai saputo donare,
per quei semplici gesti che non hai saputo fare.
Per tutti quei sorrisi che non mi hai regalato,
per quegli sguardi con cui i tuoi occhi non mi hanno guardato,
per le carezze di cui le tue mani mi hanno privato.
E se tutto questo non dovesse ancora bastare,
mi basterà di te ricordare,
tutte le promesse che non hai mantenuto,
tutte le attenzioni che da te non ho avuto.
Tutte quelle foto che non vorrò più guardare,
istantanee di istanti che non ho mai vissuto….
Ma nonostante tutti quei dolci momenti che con te non ho avuto,
nonostante tutto quel tempo che grazie a te ho perduto,
eppure ti dico, in questo amore, per quanto strano, io, ci ho creduto.
Xavier Wheel

domenica 9 novembre 2014

Quando tu mi hai scelto - fu l’amore che scelse

Quando tu mi hai scelto
- fu l’amore che scelse –
sono emerso dal grande anonimato
di tutti, del nulla.
Sino allora
mai ero stato più alto
delle vette del mondo.
Non ero mai sceso più sotto
delle profondità
massime segnalate
sulle carte di mare.
E la mia allegria era
triste, come lo sono
quei piccoli orologi,
senza braccio cui cingersi,
senza carica, fermi.
Ma quando mi hai detto : “Tu”
- a me, sì, a me, fra tutti –
più in alto ormai di stelle
o coralli sono stato.
E la mia gioia
ha preso a girare, avvinta
al tuo essere, nel tuo pulsare.
Possesso di me tu mi davi,
dandoti a me.
Ho vissuto, vivo. Fino a quando?
So che tu tornerai
indietro. E quando te ne andrai
ritornerò a quel sordo
mondo, indistinto,
del grammo, della goccia,
nell’acqua, nel peso.
Sarò uno dei tanti
quando non ti avrò più.
E perderò il mio nome,
i miei anni, i miei tratti,
tutto perduto in me, di me.
Ritornato all’ossario immenso
di quelli che non sono morti
e non hanno più nulla
da morire nella vita.
Pedro Salinas
da “La voce a te dovuta”

sabato 8 novembre 2014

Ti ho perso

Ti ho perso per ben due volte e questo è tutto quel che so.
Non sono come tanti, non voglio, né cerco un’alternativa diversa,
affinché sembri meno assurda o ingiusta la tua scomparsa.
Il vuoto che in me è senza misura.
Potrei pensare che la tua essenza continui ad esistere
sotto forma di una stella, magari.
Per intere notti, starei a guardare il cielo, se così fosse,
cercando di immaginare quale, tra la più splendenti, tu sia.
Potrei pensare che tu sia diventato un angelo e che da lassù
mi guardi e proteggi. che la tua casa sia un giardino di rose
dai profumi che da sempre in te abitano, che non si senta altro
rumore che il fruscio di un un arcobaleno di petali
che lo sgorgare dell’acqua dalla fonte…
Potrei, ma questo non accadrà.
in questo non/dolore, non/vita ho disimparato in fretta a mentirmi.
Benché tenti ad ingannarmi lo squillo del tuo telefono ogni qualvolta
che ti chiamo, di certo non sarà la tua voce a rispondermi.
Se metterò piede, in quel che era la mia casa, mia non perché
li nacqui e crebbi, ma perché spesso fui per te un figlio con fierezza.
  A dispetto, poi dei trent’anni che pesano sulla bilancia
fui la tua eterna bambina, con ammirazione profonda, con una tale gratitudine
che baciarti le mani di continuo non mi bastò mai.
Se tornavo,
tornare è un verbo che non so svolgere che in passato,
come tanti altri d’altronde, li in mezzo alle tue rose e i ligustri,
non saranno le tue braccia ad accogliermi,
pur essendo anche loro tuoi figli, poesie dalle tue mani scritte,
fratelli miei e sorelle.
"Il mio cuore era troppo piccolo" mi convince l’unico occhio che è
senza palpebra e in me sentenzia come il peggior giudice.
"Ti amavo tanto" in mia difesa sussurrano un tremolio di foglie cadenti.
Vano tentativo, come quello di disseppellire il mio cuore, sperando
che avrei potuto amare quel che tu amavi
ma non si sente che il ronzio fastidioso di una sveglia
che non sa mai zittirsi. Intrappolata sta nel mio torace e avvia
per quanto assurdo sembri
l’ingranaggio arrugginito che ormai è diventato il mio corpo.
Anileda Xeka

Pre_visione

 ...
E ti ricorderai allora, con desiderio vero per
la prima volta, quel che ero per te.
Cosi profondamente sogna un narciso selvatico
e ti attende attraverso l’oscurità fredda ed
azzurra, brillando allegramente ai tuoi piedi come
piccola luce.
Pazienza, piccolo Amore! Negli anni a venire
io sarò dolce per te, nella memoria.
David Herbert Lawrence

Sorriderti

Sorriderti forse e’ morire,
porgere la parola
a quella terra leggera
alla conchiglia in rumore
al cielo della sera,
a ogni cosa – che e’ sola
e s’ama col proprio cuore.
Alfonso Gatto