…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...
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domenica 18 gennaio 2015

La tua lingua

La tua lingua, la tua saggia lingua che inventa
la mia pelle,
la tua lingua di fuoco che mi incendia,
la tua lingua che crea l’istante di follia, il delirio
del corpo innamorato,
la tua lingua, sacra frusta, dolce brace,
invocazione degli incendi che mi strappa a me
stesso, e mi trasforma,
la tua lingua di carne senza pudore,
la tua lingua di resa che mi richiede tutto, la
tua molto mia lingua,
la tua bella lingua che elettrizza le mie labbra,
che rende tuo il mio corpo da te purificato,
la tua lingua che mi esplora e che mi scopre,
la tua splendida lingua che sa dire pure che mi
ama.

Darío Jaramillo Agudelo

giovedì 19 luglio 2012

La tua voce al telefono

La tua voce al telefono così vicina e noi così distanti,
la tua voce, amore, dall’altra parte della linea e io qui solo, senza te, dall’altra parte della luna,
la tua voce al telefono così vicina, rassicurandomi, e tu così lontano da me, così lontana,
la tua voce che ripassa i compiti fatti insieme,
o che rammenta un numero magico,
che al di sopra del chiasso del mondo mi parla per dire in linguaggio cifrato che mi ami.
La tua voce qui, o in lontananza, che dà senso a tutto,
la tua voce che è la musica della mia anima,
la tua voce, suono dell’acqua, scongiuro, incantesimo.
Darío Jaramillo Agudelo

Quell’altro che abita pure in me

Quell’altro che abita pure in me,
forse proprietario, magari invasore o esiliato in questo corpo
estraneo oppure di entrambi,
quell’altro che temo e ignoro, felino o angelo,
quell’altro che è solo ogni volta che son solo, uccello o demonio,
quell’ombra di pietra cresciuta dentro di me e fuori di me,
eco o parola, quella voce che risponde quando mi domandano qualcosa,
il padrone del mio imbroglio, il pessimista e il malinconico e quello irragionevolmente allegro,
quell’altro pure
ti ama.
Darío Jaramillo Agudelo

sabato 14 aprile 2012

Potrei perfettamente escluderti dalla mia vita

Potrei perfettamente escluderti dalla mia vita,
non rispondere alle tue telefonate, non aprirti la porta di casa,
non pensarti, non desiderarti,
non cercarti nei posti comuni e non rivederti più,
girare per le strade dove so che tu non passi,
eliminare dalla mia memoria ogni istante condiviso con te,
ogni ricordo del tuo ricordo,
dimenticare il tuo viso fino al punto di non riconoscerti,
rispondere evasivamente quando mi domanderanno di te
e fare come se tu non fossi mai esistita.
Però ti amo.
Darío Jaramillo Agudelo

Io odoro di te

Io odoro di te.
Mi perseguita il tuo odore, mi insegue e mi possiede.
Questo odore non è un profumo sovrapposto su di te,
non è l’aroma che porti come un ornamento in più:
è il tuo odore essenziale, il tuo alone unico.
E quando, assente, il mio vuoto ti convoca,
una raffica di quell’alito mi arriva dal punto più dolce della notte.
Io odoro di te
e il tuo odore mi impregna dopo che siamo stati insieme a letto,
e quell’aroma sottile mi alimenta,
e quell’alito essenziale mi sostituisce.
Io odoro di te.
Darío Jaramillo Agudelo

Prima c'è la solitudine

Prima c’è la solitudine,
nelle viscere e nel centro dell’anima:
questa è l’essenza, il dato di base, l’unica certezza;
che soltanto ti accompagna il tuo respiro,
che sempre ballerai con la tua ombra,
che quella tenebra sei tu.
Il tuo cuore, quel frutto titubante, non deve amareggiarsi con il tuo fato solitario;
lascialo che aspetti senza sperare
ché l’amore è un regalo che un giorno arriva da solo.
Ma prima c’è la solitudine,
e tu sei solo,
tu sei solo con il tuo peccato originale – con te stesso –.
Forse una sera, alle nove,
compare l’amore e tutto scoppia e qualcosa s’illumina dentro di te,
e ne diventi un altro, meno amaro, più felice;
ma non dimenticarti, specialmente allora,
quando l’amore sarà arrivato e brucerai,
che prima e sempre c’è la tua solitudine
e dopo niente
e dopo, se deve arrivare, c’è l’amore.
Darío Jaramillo Agudelo

venerdì 13 aprile 2012

Tutto tuo ancora sempre

Tutto tuo ancora sempre.
Tuo tutto per sempre fino a oggi e dopo,
tuo sempre perché ne ho bisogno per essere,
sempre tutto tuo,
sempre anche se sempre non sarà mai,
tutto interamente tuo sempre e tuttora
più il seguente nuovo istante ogni volta.
Con tutto il tempo il mondo a portata di mano,
tutto il tempo del mondo che vuol dire la prossima notte,
tutto tuo sempre ancora.
Sicuro di sopravvivere domani tuo,
sempre tuo fin da oggi in ogni domani di domani.
Innamorato di te, sempre e adesso, senza ricordi,
in presente sempre amandoti,
eternamente tuo,
tutto tuo sempre ancora.
Darío Jaramillo Agudelo

lunedì 20 febbraio 2012

Elogio della mia notte bianca

Elogio della mia notte bianca,
soppressione degli abissi del mio cuore,
annientatrice dei miei momenti atroci.
Benedette la tua carezza e la tua parola,
Signora della Placida Ronda,
ragazza mia che detesta piangere al mattino,
ragazza che parla da sola nella casa e ride.
Onda fragile, sotto il mio corpo ardente
il tuo corpo mio si calcina in un delirio di luce
e allora siamo una sola sostanza.
Fiore del mio ansimare e della mia estasi, tu, l’ammutolita,
con la tua mano sul mio petto dicendomi la luminosità con il silenzio,
permettendo che il tempo scorra su di noi senza sfiorarci,
noi, insieme, noi gli eterni.
Darìo Jaramillo Agudelo

Queste notti

Sbigottito e confuso,
troppo pieno di rumori,
senza centro né riposo,
scollegato dall’altra parte della pelle,
stordito dall’interminabile scricchiolare di questo cuore,
– terra screpolata, cenere grigia sul petto –,
così passano queste notti di caldo e dormiveglia,
queste notti in cui non sono con te.
Darìo Jaramillo Agudelo

sabato 17 dicembre 2011

Euforico e sconcertato


Non sono felice e tuttavia mi basti
René Char



Euforico e sconcertato, pericolosamente allegro per questi tempi grigi,
lascio la mia parola sul suono della luce, sull’acqua rumorosa dell’amore e della carne:
qui rimane, in questa notte ormai senza rumori, il sudore unico di due pelli che sono un corpo solo;
dormi accanto e io ti guardo per essere sicuro che esisti e vedo lo zafferano della luna svanito sui tuoi capelli.
Soltanto ascolto il tuo respiro calmo, quell’aria che mi giustifica e mi esalta;
sei il mistero esatto che mi dona chiarità, il segno diafano, la magia che mi nutre,
nel tuo quieto riposo comunichi senso al mondo:
le tue labbra rosso vino di giubilo si aprono appena per ricevere il tranquillo angelo del sonno
e io mi ubriaco con il tuo sonno mentre i tuoi occhi ospitano un raccolto di soli e di uccelli;
di te mi nutro, della sottile ombra del tuo corpo che ora mi bacia
e che scaccia dal mio cuore tutto lo schifo accumulato e lo tranquillizza e lo riempie di musica;
è questa la vita: sapere che esisti e che ti amo.
Darío Jaramillo Agudelo

Nessuno tocchi questo amore

Nessuno tocchi questo amore.
Ignorino tutti la cautela del nostro cielo notturno
e che il segreto sia l’aria gioiosa dei nostri placidi sospiri.
Nessun estraneo venga a contaminare il tuo e il mio sonno:
qualsiasi visitatore viene a invadere il tiepido ambito da noi abitato;
qui il tempo è acqua fresca in movimento, quasi sottile volo,
e tutte le persone vivono molto lontano dal nostro giardino allucinato,
fuori dal nostro paradiso segreto.
Darío Jaramillo Agudelo

Poesie di circostanza per dire l’amore

Poesie di circostanza per dire l’amore
e anche poesie trascendentali per dire l’amore:
vano tentativo della lettera quello di fare la cronaca dell’istinto sicuro,
tentativo vano quello di dire l’amore.
Questo felice sproposito non sarà mai raggiunto dall’ebbrezza della parola
né dallo scomposto presagio di un poeta.
Forse il silenzio è l’unica saggezza dell’amore
e dirlo è la sua più sciocca follia.
Darío Jaramillo Agudelo

Un giorno scriverò una poesia

Un giorno scriverò una poesia che non rammenti l’aria né la notte;
una poesia che ometta i nomi dei fiori, dove non ci siano né gelsomini né magnolie.
Un giorno scriverò una poesia senza uccelli né fontane, una poesia che eviti il mare
e che non guardi le stelle.
Un giorno ti scriverò una poesia che si limiti a passare le dita sulla tua pelle
e che trasformi in parole il tuo sguardo.
Senza similitudini, senza metafore, un giorno scriverò una poesia che profumi di te,
una poesia con il ritmo dei tuoi battiti, con l’intensità struggente del tuo abbraccio.
Un giorno ti scriverò una poesia, il canto della mia gioia.
Darío Jaramillo Agudelo