…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

domenica 31 maggio 2015

Ricordo

E il tuo ricordo è come brace viva
che non lascio cadere
anche se mi brucia le mani.
Jorge Luis Borges

Fantasma

Stamani, l’aria è di vetro:
stupito, cammino attraverso un muro di cristallo
e un altro muro
perché tu veda – anche se
il mio cuore si incrina –
com’è semplice
vivere un miracolo
vivere ancora.
Gyula Illyés

venerdì 15 maggio 2015

Sonetto assetato

Mio tu. Mia sete. Mia attesa. Mio ti amo.
Coltello e ferita che lo racchiude.
La risposta che aspetto quando chiamo.
La mia mela del cielo e della terra.
Mio per sempre e mio mai. Mia acqua leggera,
sonora e azzurra. Mio amore e mio simbolo.
La pelle infinita. La rosa folle.
Il giardino emaciato che mi sogna.
Stellare insonnia. Quello che mi manca.
La mela ancora. La sete. La seta.
Il mio cuore senza uso di ragione:
mi manchi tanto in questa lontananza,
ogni sera, ogni notte, ogni giorno,
proprio come se mi mancasse il cuore.
Eduardo Carranza

Conosci il mio nome?

Voglio che tu venga a me senza passato.
Le frasi che hai imparato, dimenticale.
Dimentica di aver frequentato altre stanze da letto, altri luoghi.
Vieni da me come fosse la prima volta.
Non dire mai che mi ami, fino al giorno in cui non me lo dimostri.
Ci sono tante forme di passione e di affetto;
ci sono persone che vivono insieme tutta la vita senza neppure conoscere i loro nomi.
Nominare è un processo lungo e difficile;
tocca l’essenza stessa delle cose e implica potere.
Ma in una notte selvaggia chi può ricondurti a casa?
Solo chi conosce il tuo nome.
  Jeanette Winterson

Vivere non fa male


Definitivo, come tutto ciò che è semplice.
Il nostro dolore non accade accidentalmente per le cose vissute,
ma per le cose che sono state sognate
e non sono state realizzate.
Perchè soffriamo tanto per amore?
Esatto sarebbe non soffrire,
appena ringraziare per aver conosciuto
una persona così bella,
che generò in noi un sentimento intenso
e che ci fece compagnia per un periodo ragionevole
um periodo felice.
Soffriamo perchè?
Perchè automaticamente dimentichiamo
di ciò che abbiamo goduto e passiamo a soffrire
per le nostre proiezioni non realizzate,
per tutte le città che avremmo voluto
conoscere a lato del nostro amore
e non abbiamo conosciuto, per tutti i figli che
avremmo voluto aver vicino e non abbiamo avuto,
per tutti gli shows e libri e silenzi
che avremmo amato condividere,
e non abbiamo condiviso.
Per tutti i baci cancellati,
dall'eternità.
Soffriamo non perchè il nostro lavoro è logorante
e paga poco, ma per tutte le ore libere
alle quali rinunciamo per andare al cinema,
per conversare con un amico,
per nuotare, per innamorarsi.
Soffriamo non perchè nostra madre
è impaziente con noi,
ma per tutti i momenti nei quali
avremmo potuto confidare a lei
le nostre più profonde angosce
se le fosse stata interessata
a comprenderci.
Soffriamo tanto non perchè la nostra squadra ha perso,
ma per l'euforia soffocata.
Soffriamo non perchè invecchiamo,
ma perchè il futuro ci viene
confiscato, impedendo così
che ci accadano mille avventure,
tutte quelle che abbiamo sognato e
mai arrivammo a sperimentare.
Come alleviare il dolore di ciò che non fu vissuto?
La risposta è semplice come un verso:
Illudendosi di meno e vivendo di più!
Ogni giorno che vivo,
più mi convinco che
lo sperpero della vita
è nell'amore che non diamo,
nelle forze che non usiamo,
nella prudenza egoista che non fa rischiare nulla,
e che, evitando la sofferenza,
perdiamo anche la felicità.
Il dolore è inevitabile.
La sofferenza è opzionale.


Carlos Drummond de Andrade (attribuita a)


mercoledì 13 maggio 2015

La mia grande felicità

La mia grande felicità
è il suono che fa la tua voce
chiamandomi anche nella disperazione; il mio dolore
che non posso risponderti
in parole che accetti come mie.
Non hai fede nella tua stessa lingua.
Così deleghi
autorità a segni
che non puoi leggere con alcuna precisione.
Eppure la tua voce mi raggiunge sempre.
E io rispondo costantemente,
la mia collera passa
come passa l’inverno. La mia tenerezza
dovrebbe esserti chiara
nella brezza della sera d’estate
e nelle parole che diventano
la tua stessa risposta.
Louise Gluck

Mi piacevi

Per te sono stato la fermata d'autobus
che non arriva mai
ma che permette al viaggiatore di guardare il paesaggio.
Il nostro amarci non è mai stato amore
tu lo hai desiderato e hai creduto
che poteva essere un fiore.
Avevi ragione, era una rosa.
Già nel seme aveva tutte le sue spine.
Giovanni Fierro

sabato 9 maggio 2015

In sogno

Nero e duro distacco
che io sopporto al pari di te.
Perché piangi? Dammi meglio la mano,
prometti di ritornare in sogno.
Noi siamo come due monti…
non ci incontreremo più a questo mondo.
Se solo, quando giunge mezzanotte,
mi mandassi un saluto con le stelle.
Anna Achmatova

Non sei mio

Non sei
nella mia vita
al mio fianco
non mangi alla mia tavola
ne’ ridi ne’ canti
ne’ vivi per me.
Siamo estranei
tu
e me stessa
e la mia casa.
Sei un estraneo
un ospite
che non cerca che non vuole
piu’ che un letto
a volte.
Che ci posso fare
se non cedertelo.
Ma io vivo da sola.
Idea Vilariño

Sarà così la vita

Sarà così la vita, chiedesti, comincia in un punto come se fosse un petalo, e poi si disperde in tutte le direzioni?
E poi la vita ci richiamava alla realtà, la vita quotidiana a volte concede alcune fessure, ma si richiudono subito.
Si fissa l’oscurità con gli occhi spalancati e si aspetta che faccia giorno.
Ma tu, amore mio, ci sarai di nuovo? Avrai fatto come me il tuo viaggio di ritorno e tutto starà per incominciare di nuovo, ripartendo dal principio?
La vita riserva sempre grandi sorprese: basta avere la pazienza di aspettare che ce le offra.
E tu eri felice, nel frattempo.
Perché le persone possono essere felici, nei loro frattempi.
…e per addormentarmi penso che ti scriverei che non sapevo che il tempo non aspetta, davvero non lo sapevo, non si pensa mai che il tempo è fatto di gocce…
…e quel tempo era così rapido e impaziente, ora è lunghissimo da passare in certe ore del pomeriggio, soprattutto sul fare dell’inverno, quando se ne va l’equinozio e la sera cala a tradimento…
E ti direi anche che ti aspetto, anche se non si aspetta chi non può tornare.
 
Antonio Tabucchi  da “Si sta facendo sempre più tardi”

Eterna presenza

Non importa che non ti abbia,
non importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,
prima ti guardavo,
ti cercavo tutta,
ti desideravo intera.
Oggi non chiedo più
né alle mani, né agli occhi,
le ultime prove.
Di starmi accanto
ti chiedevo prima,
sì, vicino a me, sì,
sì, però lì fuori.
E mi accontentavo
di sentire che le tue mani
mi davano le tue mani,
che ai miei occhi
assicuravano presenza.
Quello che ti chiedo adesso
è di più, molto di più,
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicina
a me, dentro.
Come il vento è invisibile, pur dando
la sua vita alla candela.
Come la luce è
quieta, fissa, immobile,
fungendo da centro
che non vacilla mai
al tremulo corpo
di fiamma che trema.
Come è la stella,
presente e sicura,
senza voce e senza tatto,
nel cuore aperto,
sereno, del lago.
Quello che ti chiedo
è solo che tu sia
anima della mia anima,
sangue del mio sangue
dentro le vene.
Che tu stia in me
come il cuore
mio che mai
vedrò, toccherò
e i cui battiti
non si stancano mai
di darmi la mia vita
fino a quando morirò.
Come lo scheletro,
il segreto profondo
del mio essere, che solo
mi vedrà la terra,
però che in vita
è quello che si incarica
di sostenere il mio peso,
di carne e di sogno,
di gioia e di dolore
misteriosamente
senza che ci siano occhi
che mai lo vedano.
Quello che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza,
né fuga, né mancanza:
ma che sia per me
possessione totale
dell’anima lontana,
eterna presenza.
Pedro Salinas

venerdì 8 maggio 2015

Un candelabro

In una piccola stanza vuota, solo quattro muri
  interamente rivestiti di tappezzeria verde,
  brucia un superbo candelabro, che divampa;
  e in ognuna delle sue fiamme si consuma
  uno slancio di passione, un languore lascivo.
   Nella piccola stanza che scintilla, rischiarata
  dalla potente bruciante passione del candelabro,
  la luce che regna non offre niente di usuale.
  Non è fatta per i corpi timidi,
  la voluttà di questo calore.
Costantino Kavafis

Le finestre

Nell’oscurità di queste camere, dove io passo
  dei giorni difficili, io cammino in lungo e in largo
  per trovare delle finestre — Se avesse potuto aprirsi
  una finestra, che conforto sarebbe stato. —

  Ma non ci sono finestre, o sono io che non riesco
  a trovarne. E può darsi che sia meglio non trovarne.
  Forse la luce causerebbe un'altra tortura.

  Chi sa quali cose nuove lei scoprirebbe.
Costantino Kavafis