…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

domenica 26 novembre 2023

Amarti e non poter fare altro che amarti…

 

Amarti e non poter fare altro che amarti, inconvenienza
di cui soffrì una volta e poi non più, per
poi ricadere. Soffrendoti invitavi: parlare
più chiaro, lacerare l’aria di piccoli gridi
ottusi, poi disinfettare l’aria stessa, e
chiamarla amore anch’essa, che tanto ti divideva
dalle mie braccia fuse d’invidia, dai miei
tantrums segreti, dalla tua faccia proclive
che non biasimava se non quasi, il mio affaccendare
gli orologi della mente intorno al tuo corpo.

[…]

Un’esile vocina: basta aprire appena il battente
della finestruola, che cangia il mondo e
le sue apparenze sono tutt’uno con le tue
emicranie. Basta appena aprire, aprire,
il tuo sonno si misura con il cielo, di cui
resta tragica immagine.

Apri un muro: ne appare un altro, a tastarti
il polso. Radendo il muro non puoi, non vuoi
salvarti quelle poche ore dello spirito, forzare
quelle sue cellule misteriose. E rimane il
sentirsi pino accasciato tra le pinete nuove
dritto fino a marcia pietà.

Amelia Rosselli

Passioni


 Sono fatte di lacrime e di sangue
e d’altro ancora.
Il cuore
batte a sinistra.

 Umberto Saba

Silenzio


 Silenzio! Io pianto la spina nel tuo cuore
poiché la rosa, la rosa
sta con le ombre nello specchio, e sanguina!
Essa già sanguinava, allorché mischiammo il sì e il no
e lo bevemmo a sorsi,
perché un bicchiere, sbalzato dal tavolo, tintinnò:
s’annunciò con scampanio una notte, tenebrante più a lungo che noi.

Bevemmo con avide bocche:
sapeva di fiele,
eppur spumava come il vino –
Io tenni dietro al raggio dei tuoi occhi,
e la lingua ci balbettò dolcezza…
(È così che balbetta, ancora sempre.)

Silenzio! La spina ti penetra più a fondo nel cuore:
essa fa lega con la rosa.

 Paul Celan

I sensi

                                                            

Non so mai come ti chiami,
hai un nome diverso
ogni volta mi confondi
e mi fai credere d’essere
una nuova presenza, 
un’altra cautela con cui
ti nascondi per salvare i miei sensi
lenti a riconoscerti
rapidi ad amarti.
Subito mi dico
che è per sempre per sempre,
poi mi gioco l’eternità
di quei pochi minuti dei miei sensi
e capisco che sei ancora tu
ed io sono di nuovo io.
Una di queste notti
mi ucciderà non capire 
subito chi sei, 
la mia lentezza s’aggrava
è senza speranza.


Roberto Pazzi
da “Felicità di perdersi”