…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

domenica 31 marzo 2013

Buona Pasqua


Canzone

Le nuvole sono legate alla terra ed al vento.
Fin che ci saran nuvole sopra Torino
sarà bella la vita. Sollevo la testa
e un gran gioco si svolge lassù sotto il sole.
Masse bianche durissime e il vento vi circola
tutto azzurro - talvolta le disfa
e ne fa grandi veli impregnati di luce.
Sopra i tetti, a migliaia le nuvole bianche
copron tutto, la folla, le pietre e il frastuono.
Molte volte levandomi ho visto le nuvole
trasparire nell'acqua limpida di un catino.
Anche gli alberi uniscono il cielo alla terra.
Le città sterminate somiglian foreste
dove il cielo compare su su, tra le vie.
Come gli alberi vivi sul Po, nei torrenti
così vivono i mucchi di case nel sole.
Anche gli alberi soffrono e muoiono sotto le nubi
l'uomo sanguina e muore, - ma canta la gioia
tra la terra ed il cielo, la gran meraviglia
di città e di foreste. Avrò tempo domani
a rinchiudermi e stringere i denti. Ora tutta la
vita son le nubi e le piante e le vie, perdute nel cielo.
Cesare Pavese

Canzonetta

Ciascuno la propria tristezza
se la compra dove vuole -
anche in una bottega nera
austera
tra libri impolverati
che si liquidano a prezzi dimezzati-
libri inutili-
tutti i Tragici Greci ma se il greco non lo sai
più-
mi sai dire perché li hai
comprati?

Libri inutili-
POESIE PER I BAMBINI
coi fantoccini
colorati-
ma se non hai
bambini
tu
mi sai dire perché li hai
comprati?

Se non avrai dei bimbi mai
più
mi sai dire per chi
li hai
sciupati
i tuoi soldi
così?

Ciascuno la propria tristezza
se la compra dove vuole -
come vuole -
anche
qui.

Atonia Pozzi

Inchino al destino

Parlare è molto facile quando si hanno
parole in mente che esprimono la nostra opinione.
Diffícile è esprimere con atteggiamenti e
gesti quello che realmente desideriamo dire,
o quanto desideriamo dire prima
che la persona vada via.
Facile è giudicare persone che sono esposte
a causa delle circostanze.
Difficile è trovare e riflettere sui propri errori, o tentare di fare in maniera diversa qualcosa fatta in modo errato.
Facile è essere collega, far compagnia a chiunque, dire quello che desidera ascoltare.
Diffícile è essere amico a tutte le ore e dire sempre la verità, quando fosse necessario.
E con fiducia in quel che dici.
Facile è analizzare la situazione estranea e poter dare consigli sulla questione.
Diffícile è vivere questa situazione e sapere cosa fare.
O avere il coraggio per fare.
Facile è mostrare rabbia e impazienza quando qualcuno ci irrita.
Difficile è esprimere il proprio amore a chi realmente ti conosce, ti rispetta e ti capisce.
Ed è per questo che perdiamo persone speciali.
Facile è mentire ai quattro venti su ciò che cerchiamo di nascondere.
Diffícile è mentire al nostro cuore.
Facile è vedere quello che desideriamo scorgere.
Difficile è sapere che ci illudiamo con quello crediamo di aver scorto.
Ammettere che ci lasciamo condurre,
più di una volta, questo é difficile.
Facile è dire ” Ciao " o ” come va? "
Difficile è dire "addio".
Principalmente quando siamo colpevoli della scomparsa di qualcuno dalla nostra vita...
Facile è abbracciare, stringere le mani, baciare ad occhi chiusi.
Difficile è sentire l’energia che è trasmessa.
Quella che attraversa il nostro corpo come una corrente elettrica quando tocchiamo la persona giusta.
Facile è desiderare essere amato.
Difficile è amare completamente.
Amare veramente, senza avere paura di vivere, senza avere paura del dopo.
Amare e abbandonarsi.
E imparare a dare valore solamente a ciò che si ama.
Facile è sentire la musica che tocca.
Difficile è sentire la coscienza,
che segna il tempo , mostrandoci le scelte sbagliate.
Facile è dettare regole.
Difficile è seguírle.
Avere la nozione esatta delle nostre proprie vite, invece di avere la nozione delle vite altrui.
Facile è chiedere di ciò che si desidera sapere.
Difficile è essere preparati ad ascoltare la risposta.
O desiderare di capire la risposta.
Facile è piangere o sorridere quando ne abbiamo la voglia.
Difficile è sorridere con la voglia di piangere o piangere con la voglia di ridere, di allegria.
Facile è dare un bacio.
Difficile è affidare l’anima.
Sinceramente, interamente.
Facile è allontanare varie persone dalla nostra vita.
Difficile è capire che solamente una ti accetterà per quello che sei e ti farà completamente felice .
Facile è occupare un posto nell’agenda telefonica.
Diffícile è occupare il cuore di qualcuno.
Sapere che si è realmente amati.
Facile è sognare tutte le notti.
Diffícile è lottare per un sogno.
Eterno, è tutto quello che dura una frazione di secondo, ma con così grande intensità, che si pietrifica, e nessuna forza mai più lo cancellerà.
Carlos Drummond de Andrade

Le cose

Le monete, il bastone, il portachiavi,
la pronta serratura, i tardi appunti
che non potranno leggere i miei scarsi
giorni, le carte da giunco e gli scacchi,
un libro e tra le pagine appassita
la viola, monumento d'una sera
di certo inobliabile e obliata,
il rosso specchio a occidente in cui arde
illusoria un'aurora. Quante cose,
atlanti, lime, soglie, coppe, chiodi,
ci servono come taciti schiavi,
senza sguardo, stranamente segrete!

Dureranno piú in là del nostro oblio;
non sapran mai che ce ne siamo andati.

Jorge Luis Borges

sabato 30 marzo 2013

Sto qui

Sto qui,
su questa riva bianca
del letto dove dormi,
proprio appena sul bordo
del tuo sogno.
Facessi un passo in più,
cadrei tra le sue onde,
rompendolo come un vetro.
Il calore del tuo sogno
mi sale fino al viso.
Il respiro misura
il movimento del tuo sognare:
è lento.
Alterno e lieve,
un alito mi offre questo tesoro
esattamente:
il ritmo del tuo viver sognando.
Guardo.
Vedo la stoffa
di cui è fatto il tuo sogno.
Corazza senza peso
che sta sopra il tuo corpo.
Ti avvolge di rispetto.
Al tuo vergine torni,
interamente, nuda,
quando entri nel sogno.
E ferme sulla riva
restano le ansie e i baci:
senza fretta,
ad attendere,
finchè tu aprendo gli occhi
ceda il tuo invulnerabile essere.
Io ricerco il tuo sogno.
Con l’anima
piegata su di te,
perlustrano gli sguardi
la tua carne traslucida,
scostando dolcemente
i suoi accenni corporei
per trovarvi al di là
le forme del tuo sogno.
Non le trovano.
E allora penso al tuo sogno.
Voglio decifrarlo.
Non servono cifre,
non è segreto.
E’ sogno e non mistero.
E d’un tratto,
nell’alto silenzio della notte
un mio sognare inizia
sul bordo del tuo corpo;
in esso sento il tuo.
Tu dormendo,
io in veglia,
facevamo lo stesso.
Non c’era da cercare:
il tuo sogno era il mio.
Pedro Salinas

Volevo dirti...

“Volevo dirti una cosa, fra tutte le cose che ti ho detto o scritto, frasi d’amore, di rabbia, d’incosciente serenità e passione senza misura. Volevo parlarti dell’amore visto dal di fuori.
Ogni tanto penso se mi vedessi dal di fuori quando guardo te vedrei lo stesso amore che sento? Che credo?
Sai l’amore è illogico, non ha una spiegazione tangibile. Molte persone si abituano ad avere accanto qualcuno, a sentire calore o un leggero tepore emozionale, una sensazione di lieve tranquillità.
Qualcosa a cui non potrei mai abituarmi. Stare bene non è amare.
L’amore se lo senti ti prende tutto o non ti prende nulla.
E se te lo fai andare bene è un quasi amore ma non è amore.
Puoi fingere di amare ma non puoi convincerlo l’amore.
Non esiste nessuna magia che non sia quella del cuore a farlo nascere se non c’è.
E’ inutile annaffiare il cemento, dar fuoco ad una miccia sperando in una stella.
Puoi confonderlo con la gratitudine, con la tenerezza, con l’amicizia, con la complicità. Ma non disseta e non brilla.
Ecco io voglio lottare per qualcosa per cui valga la pena vivere e morire per lo stesso motivo esatto, un’equazione illogica, la variabile che determina inequivocabilmente la differenza fra le cose e le cose importanti.
Questo nella vita capita con molta difficoltà ma se non dovesse più capitare io surrogati non ne voglio.
E se non riesco a stare zitto mai è solo perché penso sempre che le mie parole possano raggiungerti e stravolgere quel destino in cui non credo. I pensieri più belli ci spaccano dentro, sono estasi e tormento.
Quel che non esiste non lo troverai neppure cercandolo all’infinito mentre l’infinito è lì, davanti agli occhi, non lo puoi non vedere.”
Massimo Bisotti – La luna blu

Mi piace il verbo sentire

Mi piace il verbo sentire..
Sentire il rumore del mare, sentirne l’odore.
Sentire il suono della pioggia che ti bagna le labbra, sentire una penna che traccia sentimenti su un foglio bianco.
Sentire l’odore di chi ami, sentirne la voce e sentirlo col cuore.
Sentire è il verbo delle emozioni, ci si sdraia sulla schiena del mondo e si sente…
Alda Merini 

domenica 24 marzo 2013

Amoroso auspicio

Né l'intima grazia della tua fronte luminosa come una festa
né il favore del tuo corpo, tuttora arcano e tacito e fanciullesco,
né l'alternarsi delle tue vicende in parole o in silenzi
saranno offerta così misteriosa
come rimirare il tuo sonno coinvolto
nella veglia delle mie braccia.

Di nuovo miracolosamente vergine per la virtù assolutoria del sonno,
serena e splendente come fausto ricordo trascelto,
mi offrirai quella sponda della tua vita che tu stessa non possiedi.

Proiettato nella quiete,
scorgerò quella riva estrema del tuo essere
e ti vedrò forse per la prima volta
quale Iddio deve ravvisarti,
annullata la finzione del Tempo,
senza l'amore, senza di me.

Jorge Luis Borges

Vivere con assoluta fiducia

Dobbiamo sradicare dall'anima
tutta la paura e il timore
di ciò che il futuro può portare all'uomo.
Dobbiamo acquisire serenità
in tutti i sentimenti e sensazioni rispetto al futuro.
Dobbiamo guardare in avanti
con assoluta equanimità
verso tutto ciò che può venire.
E dobbiamo pensare che tutto ciò che verrà
ci sarà dato da una direzione del Mondo
piena di sapienza.
Questo è parte di ciò
che dobbiamo imparare in questa era:
a saper vivere con assoluta fiducia,
senza nessuna sicurezza nell'esistenza,
fiducia nell'aiuto sempre presente
del Mondo Spirituale.
In verità, nulla avrà valore
se ci manca il coraggio.
Discipliniamo la nostra volontà
e cerchiamo il risveglio interiore
tutte le mattine e tutte le notti.
Rudolf Steiner, tratto dal libro Per l'era di Michele

L'infinito

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi

I sentieri del sogno portano alla veritá

Arriva un momento nella vita in cui non rimane altro da fare che percorrere la propria strada fino in fondo. Quello è il momento d’inseguire i propri sogni, quello è il momento di prendere il largo, forti delle proprie convinzioni. Quando piombi nella disperazione più cupa, ti si offre l’opportunità di scoprire la tua vera natura. Proprio come i sogni prendono vita quando meno te lo aspetti, così accade per le risposte ai dubbi che non riesci a risolvere. Lascia che il tuo istinto tracci la rotta per la saggezza, e fa che le tue paure siano sconfitte dalla speranza. La maggior parte di noi non è preparata ad affrontare i fallimenti ed è per questo che non siamo capaci di compiere il nostro destino. E' facile sfidare quel che non comporta alcun rischio.
La scoperta di nuovi mondi non ti porterà solo felicità e saggezza, ma anche tristezza e paura: come puoi apprezzare la felicità, senza sapere che cos’è la tristezza? Come puoi raggiungere la saggezza, senza affrontare le tue paure? Alla fine, la grande sfida della vita consiste nel superare i nostri limiti, spingendoci verso luoghi in cui mai avremmo immaginato di poter arrivare.
I sogni sono fatti di tanta fatica. forse, se cerchiamo di prendere delle scorciatoie, perdiamo di vista la ragione per cui abbiamo cominciato a sognare e alla fine scopriamo che il sogno non ci appartiene più. Se ascoltiamo la saggezza del cuore il tempo infallibile ci farà incontrare il nostro destino. Ricorda: “Quando stai per rinunciare, quando senti che la vita è stata troppo dura con te, ricordati chi sei. Ricorda il tuo sogno”.
Sergio Bambarèn "Il delfino - i sentieri del sogno portano alla verità"

Come un corso d'acqua

L'amore, come un corso d'acqua,
deve essere in continuo movimento,
ed è proprio quello che tu fai con me.
Ma che cosa accade alla maggioranza delle coppie?
Credono che le acque del fiume
scorrano per sempre, e non se ne
preoccupano più. Poi arriva
l'inverno, e le acque gelano.
Solo allora comprendono che niente,
in questa vita, è assolutamente garantito.
Khalil Gibran

sabato 23 marzo 2013

Alla luna sorgente

Vuoi così presto lasciarmi?
Un momento fa eri tanto vicina!
masse di nuvole ti adombrano
e ora sei sparita.
Ma senti come sono desolato,
spunta il tuo orlo, come una stella!
Mi attesti che sono amato,
per lontano che sia la mia bella.
Sali, dunque! Astro sempre più chiaro,
orbita pura, luce fastosa!
Anche se il cuore afflitto batte sempre
più rapido,
la notte trabocca di gioia.
Johann Wolfgang Goethe

...di questa parola so tutto il peso...

Cara Connie,
volevo fare l’uomo forte e non scriverti subito, ma a che servirebbe? Sarebbe soltanto una posa.
Ti ho mai detto che da ragazzo ho avuta la superstizione delle “buone azioni”? Quando dovevo correre un pericolo, sostenere un esame, per esempio, stavo attento in quei giorni a non essere cattivo, a non offendere nessuno, a non alzare la voce, a non fare brutti pensieri. Tutto questo per non alienarmi il destino. Ebbene, mi succede che in questi giorni ridivento ragazzo e corro davvero un gran pericolo, sostendo un esame terribile, perché mi accordo che non oso esser cattivo, offendere gli altri pensare pensieri vili. Il pensiero di te e un ricordo o un’idea indegni, brutti, non s’accordano. Ti amo.
Cara Connie, di questa parola so tutto il peso -l’orrore e la meraviglia- eppure te la dico, quasi con tranquillità. L’ho usata così poco nella mia vita, e così male, che è come nuova per me.

[…] Amore, il pensiero che quando leggerai questa lettera sarai già a Roma - finito tutto il disagio e la confusione del viaggio-, che vedrai nello specchio il tuo sorriso e riprenderai le tue abitudini, e dormirai da brava, mi commuove come tu fossi mia sorella. Ma tu non sei mia sorella, sei una cosa più dolce e più terribile, e a pensarci mi tremano i polsi.
Cara. Sto lavorando per te, a presto.
Cesare Pavese - 17 Marzo 1950

Chi è colui che amo?

Chi è colui che amo? Non lo saprete mai.
Mi scruterete gli occhi per scoprirlo e non vedrete
mai che il fulgore dell’estasi.
Io lo imprigionerò
perché mai sappiate immaginare chi ho dentro
il mio cuore, e lì lo cullerò, silenziosamente,
ora dopo ora, giorno dopo giorno,
anno dopo anno.
Vi darò i miei canti, ma non il suo nome.
Lui vive in me come un morto nella sua tomba,
tutto mio, lontano dalla curiosità,
dall’indifferenza,
dalla malvagità.
Alfonsina Storni

Lui correva, volava anzi in direzione dell’amore

Lui correva, volava anzi in direzione dell’amore e pure gli alberi che, scivolando al limite delle praterie, erano portati via da qualcosa più forte di loro.
Ciascuno aveva una sua fisionomia, una forma speciale, una sagoma diversa. Ed erano tanti, migliaia e migliaia.
Eppure una comune forza li trascinava nel gorgo. Tutti i pioppi della smisurata campagna fuggivano esattamente come lui ruotando in due vastissime ali ricurve.
Era uno spettacolo, nel solitario mattino, con la strada vuota dinanzi e i prati vuoti, le campagne vuote, non si vedeva un’anima, sembrava che, tranne lui, tutti si fossero dimenticati che esistesse quel pezzo di mondo.
E lei era laggiù in fondo, dietro l’ultimissimo sipario di alberi anzi molto più in là, probabilmente stava dormendo con la testa sprofondata nel cuscino, fra lista e lista delle tapparelle la luce del giorno penetrava nella stanza illuminando la massa dei suoi capelli neri, immota. Era sola?
Allora, egli capì il senso di quel naturale incantesimo.
Che cosa infatti volevano dirgli i filari di pioppi all’orizzonte
che vanno in corteo e sembrano sfuggirlo e nello stesso tempo corrergli incontro, per poi allontanarsi alle sue spalle, nella nebbia, consumati, mentre nuove schiere appaiono dinanzi inesauribili precipitandosi su si lui?
Di colpo egli capì ciò che dicevano, capì il significato del mondo visibile allorché esso ci fa restare stupefatti e diciamo “che bello” e qualcosa di grande entra nell’animo nostro.
Tutta la vita era vissuto senza sospettarne la causa.
Tante volte era rimasto in ammirazione dinanzi ad un paesaggio, a un monumento, a una piazza, a uno scorcio di strada, a un giardino, a un interno di una chiesa, a una rupe, a un viottolo, a un deserto.
Solo adesso, finalmente, si rendeva conto del segreto.
Un segreto molto semplice: l’amore.
Tutto ciò che ci affascina nel mondo inanimato, i boschi, le pianure, i fiumi, le montagne, i mari, le valli, le steppe, di più, di più, le città, i palazzi, le pietre, di più, il cielo, i tramonti, le tempeste, di più, la neve, di più, la notte, le stelle, il vento, tutte queste cose, di per sé vuote e indifferenti, si caricano di significato umano perché, senza che noi lo sospettiamo, contengono un presentimento d’amore.
Quanto era stato stupido a non essersene mai accorto finora.
Che interesse avrebbe una scogliera, una foresta, un rudere se non vi fosse implicata un’attesa?
E attesa di che se non di lei, della creatura che ci potrebbe fare felici?
Che senso avrebbe la valle romantica tutta rupi e scorci misteriosi se il pensiero non potesse condurci lei in una passeggiata del tramonto tra flebili richiami di uccelli?
Che senso la muraglia degli antichi faraoni se nell’ombra dello speco non potessimo fantasticare di un incontro?
E l’angolo del borgo fiammingo che ci potrebbe importare o il caffè del boulevard o il suk di Damasco se non si potesse supporre che anche lei un giorno vi passerà, impigliandovi un lembo di vita?
Dino Buzzati da “Un amore”

giovedì 21 marzo 2013

Le fate ignoranti

Le fate ignoranti sono quelle che incontriamo e
non riconosciamo ma che ci cambiano la vita.
Non sono quelle delle fiabe, perchè loro qualche bugia la dicono.
Sono ignoranti, esplicite, anche pesanti a volte,
ma non mentono sui sentimenti.
Le fate ignoranti sono tutti quelli che vivono allo scoperto,
che vivono i propri sentimenti
e non hanno paura di manifestarli.
Sono le persone che parlano senza peli sulla lingua,
che vivono le proprie contraddizioni e che ignorano le strategie.
Spesso passano per “ignoranti”, perché sembrano cafone
e invadenti per la loro mancanza di buone maniere,
ma sono anche molto spesso delle “fate”
perché capaci di compiere il “miracolo” di travolgerci,
costringendoci a dare una svolta alla nostra vita.
F. Ozpetek

Donna lontana



Questa donna sta nelle mie mani.
E’ bianca e bionda e nelle mie mani
la porterei come una cesta di magnolie.
Questa donna sta nei miei occhi.
L’avvolgono i miei sguardi,
i miei sguardi che nulla vedono quando l’avvolgono.
Questa donna sta nei miei desideri.
Nuda sta sotto l’anelante vampata della mia vita
e come brace il mio desiderio la brucia.
Però, donna lontana, le mie mani, i miei occhi,
e i desideri miei per te conservano intera
la loro carezza perchè solo tu, donna lontana,
solo tu stai nel mio cuore.
Pablo Neruda

Ogni giorno Matilde


Che giorno è oggi? Il tuo giorno.
Domani è ieri, non è successo,
non se n'è andato dalle tue mani alcun giorno:
conservi il sole, la terra, le viole
nella tua piccola ombra, quando dormi.
Così ogni mattina
mi regali la vita.
Pablo Neruda

Il colloquio



Quando ti avrò raggiunto sulla sponda del fiume di luce
e tu mi chiederai che ho fatto tant'anni senza di te,
io ti risponderò: "Ho continuato il colloquio".
Tu riderai per dolcezza tutto il riso de' tuoi bianchi denti,
e cingerai le mie spalle col tuo gesto securo di despota.
E lungo i prati di viole che fioriscono solo pei morti
continueremo il colloquio.
Ada Negri

Se per un istante


Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta di
stoffa e mi regalerà un pezzo di vita,
probabilmente non direi tutto quello che penso,
ma in definitiva penserei tutto quello che dico. Darei valore alle
cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano.

Dormirei poco, sognerei di più, andrei quando gli altri si fermano,
starei sveglio quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri
parlano e come gusterei un buon gelato al cioccolato!!

Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente,
mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente il mio corpo
ma anche la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il
mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole.

Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di
Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata
che offrirei alla luna.
Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle
loro spine e il carnoso bacio dei loro petali.

Dio mio, se io avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo
giorno senza dire alla gente che amo, che la amo.
Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e
vivrei innamorato dell'amore.

Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono
di innamorarsi quando invecchiano,
senza sapere che invecchiano quando
smettono di innamorarsi.
A un bambino gli darei le ali,
ma lascerei che imparasse a volare da solo.

Agli anziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma
con la dimenticanza. Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna,
senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo
pugno, per la prima volta, il dito di suo padre,
lo tiene stretto per sempre.

Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro
dall'alto al basso solamente quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma realmente, non
mi serviranno a molto, perché quando mi metteranno dentro quella
valigia, infelicemente starò morendo.
Gabriel Garcia Marquez