…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...
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lunedì 16 dicembre 2013

Mi ha fatto molto piacere

Mi ha fatto molto piacere e mi ha fatto anche molto male. Non avevo mai conosciuto in vita mia un piacere e un dolore simili, così fusi insieme. Prometto che non ti scriverò e che non cercherò di mettermi in contatto con te. Non ti importunerò mai più. A malincuore chiuderò la porta che ti ho aperto con tanta gioia. Ma se per qualche motivo deciderai di di tornare da me, devi sapere che in questa fase della mia vita ho bisogno della tua disponibilità più completa e della tua capacità di comprensione più profonda. Ho bisogno che tu fluisca liberamente verso di me, senza alcun ostacolo esterno. Ne ho bisogno come dell'aria che respiro. Se non puoi donarmi tutto questo, non venire. Davvero: non venire. Perché probabilmente mi sono sbagliata sul tuo conto...
Che tu sia per me il coltello - David Grossman

giovedì 26 settembre 2013

Guardami dritto negli occhi

Guardami dritto negli occhi e chiedimi di nuovo, come hai fatto nella lettera, se per caso i muscoli dorsali della mia anima non si stiano atrofizzando e se tu non stia diventando troppo pesante per la mia illusione. Chiedimi dell’altro, chiedimi quali sono le mie vere sensazioni quando ti apri così davanti a me. Non rinunciare, aiutami a combattere il gemello nero che c’è in me, perché da solo non ne sono capace, non posso vincerlo. Chiedimi di affrontare senza riserve i miei sentimenti verso questa tua ferita aperta che mi risucchia al suo interno, richiudendosi sopra di me. Chiedimi di provare il dolore di un altro, di sentire dove fa male, in quale punto del corpo.
David Grossman – Che tu sia per me il coltello

giovedì 24 gennaio 2013

Vorrei solo poter restare qui tutta la notte

"Vorrei solo poter restare qui tutta la notte e continuare a scrivere. Scrivere mi fa bene. Lo sento. Anche quando scrivo cose tristi, qualcosa in me si tranquillizza, sento di avere uno scopo.
Voglio rimanere qui e raccontare le cose più semplici. Descrivere la foglia che è appena caduta. O la catasta di sedie in veranda. O le falene attratte dalla lampada. E raccontare ciò che avviene durante la notte finché il buio si tramuta in luce, fino ai cambiamenti di colore. Potrei rimanere qui seduta per giorni e notti a descrivere ogni stelo d'erba, ogni fiore, i sassi del muretto, le pigne. Solo dopo, quando mi sentirò pronta, passerò a scrivere di me. Del mio corpo, per esempio. Comincerò da lui, da ciò che è tangibile. Ma anche con lui partirò da lontano, dalle dita dei piedi, per avvicinarmi piano piano. Descriverò ogni sua parte, ne annoterò le sensazioni, quelle di un tempo e quelle attuali. I ricordi della caviglia, per esempio, o della guancia, o del collo. Perché no? Attraverso le carezze, i baci e le cicatrici. Mantenermi viva con la scrittura. Ci vorrà un sacco di tempo ma ne ho molto a mia disposizione. La vita è lunga e voglio raccontare di me stessa, raccontare quello che probabilmente nessuno mi racconterà mai. La mia storia. Senza aggiunte, ma anche senza detrazioni. Scrivere senza pretendere nulla. Da nessuno. Scrivere solo la mia voce."
Myriam
David Grossman, Che tu sia per me il coltello

sabato 19 gennaio 2013

Quello che intendo dire

"Quello che intendo dire è che, se solo potessi raccogliere un po' di quelle briciole dell'anima, forse potrei comporle in un mosaico completo e capirei finalmente qualcosa, il principio che mi mantiene unito, non credi? Sto parlando di cose che non hanno nome, cose che nel corso della vita si accumulano sul fondo dell'anima, sedimenti e strati di terriccio.
Se mi chiedessi di descriverteli, non saprei da che parte cominciare, non avrei le parole adatte. Solo una stretta al cuore, un'ombra passeggera, un sospiro. Qualcuno si stringe nelle braccia in un gruppo di persone e improvvisamente ti senti sommerso dalla nostalgia. Qualcuno scrive: "Ti sei presentato come 'uno sconosciuto', ma uno sconosciuto non potrebbe scrivermi in questo modo..." e subito senti un groppo in gola, una goccia stilla dalla ghiandola della solitudine, nient'altro. Cosa c'è di più importante? Se considerata in profondità, mi spiegò una volta Rilke durante un turno di guardia nel Sinai, in ogni cosa si può sempre trovare una legge che la governa. Molto bene, gli dissi, è davvero tranquillizzante pensare che tutto ha un significato. Ma questa consapevolezza ormai non mi soddisfa più, Rainer Maria. Il mio tempo scorre in fretta e, anche se dovessi vivere altri trent'anni, vedrò soltanto i primi trenta colchici, cioè un mazzetto piuttosto striminzito, mentre io, per una volta, voglio vedere con i miei occhi il testo di quella legge, capisci? La costituzione. Voglio una visita guidata a quelle "profondità" misteriose, e pretendo di conoscere tutti gli strati sedimentati, per chiamarli almeno una volta per nome e avere da loro una risposta. Che siano finalmente miei, senza il solito, eterno silenzio (che in questo momento, per esempio, senza motivo apparente, nella calca del quotidiano, mi fa esplodere il cuore)."
David Grossman, Che tu sia per me il coltello

venerdì 7 dicembre 2012

Non smettere mai...

Anche solo immaginare il tuo modo di parlare mi calma. E mi rende felice. Mi scorre nel corpo come una medicina, facendoti gorgogliare dentro di me. Non smettere. Non smettere mai.
“Che tu sia per me il coltello” di David Grossman

venerdì 26 ottobre 2012

Non ho posto nella tua vita

Non ho posto nella tua vita. Avrei già dovuto rassegnarmi. E se anche tu lo volessi, non oseresti trovarmi un posto libero nella tua ‘realtà’..Nascondi a lei il mondo della tua immaginazione e a me quello della tua realtà. Qual è il luogo in cui vivi veramente, una vita completa? 
David Grossman, Che tu sia per me il coltello

sabato 12 maggio 2012

Non riesco a dormire

Non riesco a dormire, magari potessi sapere cosa proverai nel ricevere la lettera di questa mattina, e se continuerai a scrivermi dopo averla letta. Sono quasi sicuro di no. Penserai che sia volgare da parte mia raccontarti certi fatti della mia vita. Comunque sono felice di avertela mandata. Anche se poi mi sono tormentato per tutto il giorno. Avevi ragione: in fondo, sto cercando un compagno per un viaggio immaginario. Ma hai sbagliato nel dire che forse non ho bisogno di un compagno reale. E’ esattamente il contrario: ho bisogno di un compagno reale per il mio viaggio immaginario. Quando scrivo queste parole sento battere il cuore. Mi succede sempre quando fantastico. Ecco, batte di nuovo. Sai che esiste un uccello chiamato “batticuore”?
Se appena gli si tocca il petto, il suo cuore smette di battere e lui muore. Quando si trova nei paraggi è proibito fare una mossa falsa perchè il minimo rumore gli procura un colpo al cuore. Se solo potessi comprare un “batticuore” così. Anzi, due. No, uno stormo di “batticuore”. Li lascerei liberi di svolazzare su tutto quello che ti scrivo, perchè facciano da rivelatori di menzogne come i canarini che rivelavano le fughe di gas in miniera. Prova a immaginarlo: una sola parola falsa, inesatta o volgare, o anche solo indifferente, e un uccello cade morto sul foglio. Vedresti allora come ti scriverei! A proposito, mi sono dimenticato di dirti che mi sono offeso quando hai scritto di avere pensato che potessi averti scambiata per un’altra, quella sera. E mi ha offeso ancora di più che tu abbia fatto tanta fatica a decidere se preferivi che mi fossi sbagliato oppure no.
Sai invece quando veramente ho provato una stretta al cuore?
Quando hai descritto te stessa per eliminare qualsiasi dubbio e, chissà perchè, ti sei riassunta in una sola frase, oltretutto tra parentesi (“piuttosto alta, capelli lunghi, ricci e ribelli, occhiali…”).
Se davvero è così, se ti senti tra parentesi, permettimi allora di infilarmici dentro, e che tutto il mondo ne rimanga fuori, che sia solo l’esponente al di fuori della parentesi e ci moltiplichi al suo interno.
P.S. Comunque, anche se non tutto fila liscio e le cose sono già complicate fin dall’inizio, sento il bisogno di dirti una cosa. Devo raccontarti come le pupille mi si dilatano quando vedo una tua parola da qualche parte, persino quando mi ci imbatto nel giornale, o nella pubblicità… Ci sono parole che ti appartengono a tal punto! Impronte della tua anima che in bocca ad altri appaiono solo come strumenti discorsivi o articolazioni linguistiche, nient’altro. Non avevo mai immaginato che conoscere il linguaggio di un estraneo potesse essere eccitante come il primo contatto col suo corpo, il suo profumo, la sua pelle, i capelli e i nei.
E’ così anche per te?
(Yair)
David Grossman da “Che tu sia per me il coltello”

giovedì 3 maggio 2012

Non ce la faccio più così

Non ce la faccio più così - la lontananza da te, questa astrazione - perché non riesco a contenere tutto quello che sta succedendo: ho veramente bisogno di un contatto diretto. Di un contatto diretto con te. Basta, vieni con il tuo corpo, nella tua interezza, completa o parziale, divisa o moltiplicata. Ma vieni a braccia aperte.
David Grossman

venerdì 27 aprile 2012

Di certo ti chiederai cosa voglio da te

Di certo ti chiederai cosa voglio da te, tutt’a un tratto. Perché faccio impazzire entrambi in questo modo. Non lo so. So solo che ora ti desidero disperatamente. Ma sono anche sicuro che ci è proibito persino osare di porre un piede nella realtà. Tutto si scioglierebbe, perderebbe vigore, ricadrebbe nei soliti clichè. I mille fili sottili e trasparenti con cui abbiamo ricamato noi stessi - di colpo quest’astratta bellezza si materializzerebbe nella carne e andrebbe perduta in un istante. Credimi, so quello che dico e ripeto:
esisteremo solo per noi, anche se pensi che non abbiamo niente da nascondere…
David Grossman - Che tu sia per me il coltello

sabato 17 marzo 2012

Se ti senti tra parentesi

Se è davvero così, se ti senti fra parentesi, permettimi allora di infilarmici dentro; e che tutto il mondo ne rimanga fuori, che sia solo l'esponente al di fuori della parentesi e ci moltiplichi al suo interno. 
Che tu sia per me il coltello - David Grossman

martedì 28 febbraio 2012

Vedo un uomo che non è un uomo e un bambino che non è un bambino

Vedo un uomo che non è un uomo e un bambino che non è un bambino. Vedo un uomo la cui maturità e la cui virilità sono come una cicatrice che si è chiusa e indurita sulla ferita del bambino. (...) Lettera dopo lettera sentivo che avrei potuto fare qualcosa per te; e non era un caso che tu ti fossi rivolto a me, perchè grazie al tuo intuito avevi capito che io avrei potuto guarire quella cicatrice, fino a rivelare il bambino, il tuo gemello luminoso e, ricominciando da lui, avresti potuto tornare ad essere l'uomo che sei, che eri destinato ad essere. Chi è quest'uomo? Temo che non mi permetterai più di scoprirlo. Posso solo indovinare che è tutto quanto insieme: adulto e bambino, uomo e donna, morto e vivo, e molte altre cose e molte altre persone - ma riuniti insieme, senza le divisioni artificiali e violente che esistono dentro di te. Perchè ai miei occhi, nel punto in cui tutte quelle "anime" si toccano, si mescolano e si uniscono senza che nulla le separi, sento che laggiu' si trova il tuo vero io. Quando ti ho incontrato laggiù mi sono subito sentita riempire da te. Il mio corpo e la mia anima ti hanno parlato direttamente, oltre le tue parole, che non sempre amavo. Perchè laggiù tu mi ecciti veramente, mi stimoli, mi infiammi e mi fai male. E, quando, talvolta, mi hai permesso di stare laggiu' con te mi sono sentita viva come non mi era mai successo con nessuno. Con nessun uomo...
DAVID GROSSMAN 'Che tu sia per me il coltello' 

giovedì 19 gennaio 2012

Mi stringerai ancora più forte...

Mi stringerai ancora più forte e mi bacerai con tutta l’anima, come se, così facendo, riversassi in me tutto quello che è racchiuso e celato in te, che si aprirà e si svelerà nel mio corpo, piano piano, finché tutto si scioglierà.
Tutto quello che è fra te e te, ma ora è anche un pò fra te e me.
Si scioglierà nella mia bocca, nella lingua, nel naso.
Verrà assorbito.
Solo allora, forse, riusciremo a staccarci…
(David Grossman - Che tu sia per me il coltello)

venerdì 9 dicembre 2011

Col corpo capisco...

...Io ormai non faccio più l'amore con lei, non è possibile definire i nostri rapporti "fare l'amore", comunque non è più come un tempo. Era così bello allora, prima che tutto cominciasse. Negli ultimi anni tra lui ed Elisheva si era stabilita un'intesa silenziosa, Shaul non ricorda nemmeno quando tutto questo fosse iniziato e si fosse trasformato in una specie di abitudine. Ora vanno a dormire come di consueto, con il solito sentimento di affetto dolce e apprensivo, leggono un po', si augurano la buona notte e si addormentano. A metà notte, però, verso le tre o le quattro, mentre sono completamente immersi nel sonno, si avvicinano l’uno all’altra a occhi chiusi, si abbracciano disperatamente, persino con violenza, come due estranei che si incontrano in un sogno. Rubano nel buio e vengono derubati, senza tenerezza, con una passione impetuosa. Gemono, graffiano, lucidi di sudore. Si sbranano a vicenda proprio per il fatto di sentirsi estranei. Poi si staccano, si addormentano profondamente e la mattina dopo non si dicono una parola su quanto è successo. Si scambiano solo un’occhiata rapida e imbarazzata, come se entrambi si rivedessero: due lupi che lottano, ringhiando e mugolando, per chi si accaparrerà il lembo più grande di piacere. C’è sempre un senso di colpa distorto in quell’occhiata, come se non avessero fatto l’amore. Poi seguono altre notti di nulla e all’improvviso si lanciano di nuovo l’uno contro l’altra nel sonno...
(David Grossman - Col corpo capisco)

mercoledì 23 novembre 2011

Anima...


E’ una legge non scritta: chi vuole starmi vicino deve assumersi la responsabilità della mia anima. Perchè qualunque idiota può capire come sia facile uccidermi. Uno sguardo ben mirato basterebbe. Sono convinto che da qualche parte, dentro me, c’è un punto vulnerabile che chiunque, anche uno sconosciuto, può vedere e colpire. Eliminarmi con una parola.
David Grossman, da “Che tu sia per me il coltello”