…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

domenica 27 maggio 2012

La carta geografica

La terra sta sull’acqua, ombrata in verde.
Le ombre, o sono secche?, vi ricalcano
la linea di scogliere invase d’alghe
che dal blu schietto inclinano al verde.
O la terra si china a sollevare il mare dal profondo
e senza batter ciglio se ne avvolge?
Lungo il banco di sabbia fulvo
la terra tira il mare dal profondo?
L’ombra di Terranova è stesa immobile.
Il Labrador è giallo dove l’ha lubrificato
l’eschimese lunare. Possiamo carezzare queste baie
leggiadre sottovetro come se dovessero sbocciare
o far da gabbia pulita a pesci invisibili. I nomi
delle località costiere sfociano nel mare,
i nomi delle città attraversano i monti circostanti
- e il tipografo in preda a un’emozione
spropositata qui va in visibilio.
Le penisole palpano l’acqua tra i polpastrelli
come fanno le donne con gli scampoli.
Sulla carta le acque sono più quiete delle terra,
ne informano la forma con le onde:
e la lepre Norvegia scappa a sud a nascondersi,
i contorni scandagliano il mare, in cerca della terra.
Sono assegnati o sta ai paesi scegliere i colori
che al carattere o alle acque proprie si confanno?
È imparziale la topografia; Ovest o Nord equidistanti stanno.
Con più delicatezza degli storici, scelgono i cartografi i colori.
Elizabeth Bishop

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