…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...
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lunedì 30 gennaio 2012

Sulla sabbia

Sulla sabbia traccio con le mie dita una doppia linea interminabile come segnale dell'infinita durata di questo sogno.
Lentamente. Dall'altra parte. lo appena potevo adesso sentire la tua voce.
Convergenza. La foglia cade sulla foglia. La pioggia nell'estensione totale del pianto.
Nello specchio si cancellò la tua immagine. Non ti vedevo quando mi guardavi.
E tu da che parte del mio corpo stavi, anima, che non mi soccorrevi?
Immersione della voce. Le acque. Entrasti nell'origine. Testa decapitata accanto al mare. Poi non rimangono più silenzi.
Nei miei occhi si ammucchia repentina la luce. Come se tu, all'improvviso, tornassi alla vita.
Né la parola né il silenzio. Nulla poté servirmi per farti vivere.
Sera finale. Declina pallida la luce. Io. fluisco dalla ferita aperta nel mio fianco verso l'indurito fiume delle tue vene.
Sono debole. Non so dove appoggiarmi. Vuoto è di ogni essere l'aria. Non ci sei. Non ci sono. Che giratorio corpo quello del nulla. 
José Angel Valente

lunedì 23 gennaio 2012

Territorio

Ora entriamo nella penetrazione,
nel rovescio pungente
di ciò che infinitamente si divide.
Entriamo nell'ombra divisa,
nella copula della notte
con il dio che scoppia nelle sue viscere
nella scissione indolore della cellula,
nel rovescio della pupilla,
nell'estremità terminale della materia
o nel suo unico inizio.
Nessuno potrebbe strapparmi ora
al territorio impuro di questo canto
e nessuno ha in questo posto
autorità sul mio sogno.
Né dio né uomo.
Viene da sola dalla notte la notte,
come dalla durata l'interminabile,
come dalla parola il labirinto
che in essa trova l'entrata e l'uscita
e come dall'informe viene fino alla luce
il limo originale del vivente.
José Angel Valente

mercoledì 18 gennaio 2012

L'alba è il tuo corpo

L'alba è il tuo corpo e tutto
il resto appartiene ancora all'ombra.
Le tue ondate lente forzano
l'esile membrana
del risveglio.
Annunci che: non il giorno,
bensì la quieta
durata del battito
nell'ombra matrice.
Ti annunci,
proseguita e continua come
la durata.
Durare, come dura la notte,
come la notte è solo corpo sommerso
della tua visibile luce.
José Angel Valente