…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

lunedì 26 dicembre 2016

Vorrei

Vorrei fuggire nella notte nera,  
vorrei fuggire per ignota via,  
per ascoltare il vento e la bufera,  
per ricantare la canzone mia.
Vorrei mirare nella cupa volta
fise le stelle nella notte scura;  
vorrei tremare ancor come una volta,
tremar vorrei, di freddo e di paura.
Vorrei passar l’incognito sentiero,  
fuggir per valli, riposarmi a sera,  
mentre ritorni, o giovinetto fiero,
chiamando i greggi, e piange la bufera.
Dina Ferri

Che te ne fai di un titolo?

Non ce la fanno,
i belli muoiono tra le fiamme:
sonniferi, veleno per i topi, corda, qualunque cosa.
Si strappano le braccia, si buttano dalla finestra,
si cavano gli occhi dalle orbite,
respingono l'amore, respingono l'odio, respingono, respingono.
Non ce la fanno. I belli non resistono,
sono le farfalle, sono le colombe, sono i passeri, non ce la fanno.
Una lunga fiammata mentre i vecchi giocano a dama nel parco;
una fiammata, una bella fiammata.
Mentre i vecchi giocano a dama nel parco, al sole,
i belli si trovano nell'angolo di una stanza accartocciati tra ragni e siringhe, nel silenzio,
e non sapremo mai perchè se ne sono andati, erano tanto belli.
Non ce la fanno.
I belli muoiono giovani e lasciano i brutti alla loro brutta vita.
Amabili e vivaci: vita e suicidio e morte
Mentre i vecchi giocano a dama sotto il sole nel parco.
Charles Bukowski

Nero di re

Lascia solo la notte parlare avanti agli occhi:  
solo la foglia, che ascolta, dove è ancora vento;  
solo la voce nella voliera.
Esse, esse sole.  
Tu però calpestati e di' a te stesso: abbi coraggio,  
merita la pietra sopra di te,
rimani amico delle barbe dei morti,
 
giungi fiore a verme,  
issa la tua vela su casse da morto,  
prendi a bordo gli scarabei dai suoli più fondi,  
dài annuncio ai turbati.
Dài loro annuncio duplice:  
di te e di te,  
dei due piatti della bilancia,  
del buio, che chiede di entrare,  
del buio, che consente di entrare.
Dài annuncio agli scarabei,  
dài annuncio ai turbati,  
giungi fiore a verme,  
issa la tua vela su casse da morto,  
poni a capo del letto il tuo cuore.
Paul Celan

sabato 17 dicembre 2016

Il mondo

Mi ero seduto in terrazza.
Il silenzio era assoluto.
Vedevo accendersi e spegnersi
le luci all’interno
delle case.
Un vento dolce, umido,
mi accarezzava il viso…
è il mondo – dissi tra me e me -,
ed è un posto meraviglioso.
Karmelo C. Iribarren

E questo chi l'ha scritto?

E questo chi l'ha scritto?
-Un prigioniero.
- Bene.
Mi piacciono le canzoni tristi dei prigionieri, figliolo.
- Non è una canzone triste.
- Peccato.
Le canzoni tristi commuovono sempre;
d'altronde tutto ciò che è triste è bello: la voce
e anche l'amore.
Bisogna sentirsi commossi, quando si ascolta.
Della pietà del cuore, ecco quel che ci vuole
è questo essere umani, figliolo.
Da poema del carcere - Nazim Hikmet

Sonetto XXXV

Per paura che troppo facilmente
ti conosca, tu giochi con me.
Per nascondere le tue lacrime,
mi acciechi con scoppi di riso.
Conosco, conosco la tua arte.
Non dici mai le parole che vorresti.
Per paura che io non ti apprezzi
mi eludi in mille modi.
Per paura che ti confonda
con la folla, ti metti in disparte.
Conosco, conosco la tua arte.
Non cammini mai per la strada che vorresti.
Tu chiedi più di tutti gli altri,
per questo sei silenziosa.
Poi con scherzosa indifferenza
rifiuti tutti i miei doni.
Conosco, conosco la tua arte.
Tu non accetti mai ciò che vorresti.
Rabindranath Tagore

domenica 4 dicembre 2016

Adesso anch'io sono fra gli altri

Adesso anch'io sono fra gli altri
che dicevano guardandoci, con l'aria
di una finissima tristezza "Suvvia, giocate"
per allontanarci. E nella penombra bella
delle panche dei parchi al tramonto
Di cosa parlavano, oh dì, e chi erano?
Superiori, come dei, facevano pena.
Si assomigliavano moltissimo se lenti
ci guardavano distanti, come un gruppo
di alberi uniti da un giorno d'autunno.
Adesso anch'io sono fra gli altri
di cui ci burlavamo a volte,
lì come sciocchi, così stanchi.
Noi, i piccoli, noi che non avevamo
nulla, guardavamo, senza vederli,
quel loro modo di essere tutti d'accordo.
E adesso
che ho camminato lenta fino alle loro panche
per riunirmi a loro per sempre,
adesso anch'io sono fra gli altri,
i maggiori di età, i malinconici,
ma come sembra strano, non è vero? 
Fina García Marruz

Voglio scrivere con il silenzio

Voglio scrivere con il silenzio vivo
voglio dire quello che la mano dice
perché tu leggi meglio il testo vivo

e l'anima nella sua lotta muta scrive.
A volte l'ombra bianca batte la roccia
di spumeggianti caverne e ne orla
le fauci con una frangia che fa e disfa
segni che tu decifri. Che la bocca
taccia e dia nel bianco nell'eroico
sforzo che si perde. La poca luce,
l'allontanarmi da te d'ogni giorno,
sono pause del senso, incompiute
immagini di me. La linea informe
salta e completa. Tu, la melodia.
 Fina Garcìa Marruz

Salvami

I miei occhi, chiamati dal tuo corpo,
della sua bellezza avvisano, ampio torso devastano,
e negli stretti fianchi si fermano storditi.
Senza indulgenza alcuna al labbro famelico mostrano
di ciliegie mordenti il seme,
e quando nelle mie dita il più ardente sfiorare
la tua pelle predice, della ametista intrusa
e iridato capezzolo nella mia lingua confusa
il tocco ravviva.
Le feroci trafitte di un conturbante augurio
prova a lenire il mio non assalito ventre
ma è vana la battaglia di chi già è stato ferito.
E un abisso è il piacere, e la smania è pazzia,
il tuo nome invocato è amara estenuazione
e il tuo corpo imminente rigorosa misura
del mio inferno.
Da questo affanno insaziabile, dicono, mi salverai.
Ma è certo solo che febbrile aspetto,
e che posso morire prima che tu mi tocchi.
Ana Rossetti

sabato 3 dicembre 2016

Precoce autunno

La nebbia è d'argento, cancella le ombre dei pini: sono più grandi i giardini
nell'alba.
Al pioppo una foglia è ingiallita,
un ramo è morto al castano
sul monte.
Spaventi che non sanno se stessi
dormendo nell'aria celeste:
questa fine che torna ogni anno,
che è nuova ogni anno.
Come l'ultimo albero del bosco,
l'ultimo uomo ha contato le morti:
pur la sua morte lo coglie
ancora stupito.
Antonia Pozzi

Vincitori

Si erano vestiti dalla festa
per una vittoria impossibile
nel corso fangoso della Storia.

Stavano di vedetta armati
con vecchi fucili novantuno
a difesa della libertà conquistata
da loro per la piccola patria
tenendosi svegli nelle notti afose
dell’agosto con i cori
della nostra musica
con il vino fosco
della nostra terra.
Vincenti per qualche giorno
vincenti per tutta la vita.
 Attilio Bertolucci

L’autunno percorre le isole

A volte la tua assenza è parte del mio sguardo,
le mie mani contengono la lontananza delle tue
e l’autunno è l’unica postura che la mia fronte può avere per pensarti.
A volte ti scopro in un volto che non avesti e nell’apparizione che non meritavi,
a volte è una strada al tramonto dove non dovremo tornare a incontrarci,
mentre il tempo trascorre tra un movimento del mio cuore e un movimento della notte.
A volte la tua assenza appare lentamente nel mio sorriso come una macchia di olio sull’acqua,
ed è l’ora di accendere certe luci
e camminare per casa
evitando l’esplosione di certi angoli.
Nei tuoi occhi ci sono barche ancorate, ma io ormai non dovrò liberarle,
nel tuo petto ci furono sere che alla fine dell’estate
tuttavia guardai incendiarsi.
E queste sere sono ancora le mie riunioni con te,
il disgelo che nella notte
scioglie la tua maschera e la perde.
José Carlos Becerra