Niente passa però il mondo si sfuma
per sempre la rosa qui sembra restare
ma tutti i treni se ne stanno andando
nessuno che dorma nella mia cuccetta di fango
le radici del sogno sono altri sogni
Se non sono io, chi si veste della mia carne?
Se non è qui, da dove salpa l’illusione?
Se non è adesso, quando può essere l’ora?
Se non eri tu, cosa riflette la mia coscienza?
Nella sua stessa ombra naufraga il muro dell’anima
in basso il corpo striscia con le sue oscure ansie
in un mulinello d’acido l’io stesso si dissolve
la mente vaga aperta come un fiore di niente
Senza poteri dovrà abituarsi a vivere
ingrassando la coscienza come un tacchino natalizio
costruendo la speranza su falsi miracoli
dell’incomprensibile facendo la bandiera del saggio
agonizzare crocifisso nella penombra del presente
Se non c’è punto finale come parlare della nascita?
Se non eri tu chi illumina le strade del sogno?
Se non c’è inizio quando tutto ciò può cessare:
un diamante che per sempre naufraga nel vuoto?
Alejandro Jodorowski
per sempre la rosa qui sembra restare
ma tutti i treni se ne stanno andando
nessuno che dorma nella mia cuccetta di fango
le radici del sogno sono altri sogni
Se non sono io, chi si veste della mia carne?
Se non è qui, da dove salpa l’illusione?
Se non è adesso, quando può essere l’ora?
Se non eri tu, cosa riflette la mia coscienza?
Nella sua stessa ombra naufraga il muro dell’anima
in basso il corpo striscia con le sue oscure ansie
in un mulinello d’acido l’io stesso si dissolve
la mente vaga aperta come un fiore di niente
Senza poteri dovrà abituarsi a vivere
ingrassando la coscienza come un tacchino natalizio
costruendo la speranza su falsi miracoli
dell’incomprensibile facendo la bandiera del saggio
agonizzare crocifisso nella penombra del presente
Se non c’è punto finale come parlare della nascita?
Se non eri tu chi illumina le strade del sogno?
Se non c’è inizio quando tutto ciò può cessare:
un diamante che per sempre naufraga nel vuoto?
Alejandro Jodorowski
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