
…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.
...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...
...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...
martedì 26 dicembre 2017
Scena finale

Ho lasciato la porta mezza aperta
sono un animale che non si rassegna a morire
l'eternità è l'oscura cerniera che cede
un piccolo rumore nella notte della carne
sono l'isola che avanza sostenuta dalla morte
o una città ferocemente accerchiata dalla vita
o forse non sono nulla
solo l'insonnia
e la brillante indifferenza degli astri
deserto destino
inesorabile il sole dei vivi si alza
riconosco quella porta
altra non c'è
ghiaccio primaverile
e una spina di sangue
nell'occhio della rosa
sono un animale che non si rassegna a morire
l'eternità è l'oscura cerniera che cede
un piccolo rumore nella notte della carne
sono l'isola che avanza sostenuta dalla morte
o una città ferocemente accerchiata dalla vita
o forse non sono nulla
solo l'insonnia
e la brillante indifferenza degli astri
deserto destino
inesorabile il sole dei vivi si alza
riconosco quella porta
altra non c'è
ghiaccio primaverile
e una spina di sangue
nell'occhio della rosa
Blanca Varela
domenica 24 dicembre 2017
POESIA II
Non cesserò mai di amarti:
tu non concedi le tue labbra per un rubino
né per una particina frivola a teatro.
Il tuo ardore non si smorza a soldi sfumati,
ma conserva due seni sodi e cosce robuste
e la nausea non contagia i baci piú esausti.
Il tuo amore è semplice e il cuore ricco.
Dopo aver litigato con te il cuore mi si spezza in due,
nell’anima c’è il vuoto e il mio pensiero non vola,
l’occhio mi si offusca e, guarda,
il coraggio necessario per vivere mi abbandona,
il mondo piomba nel caos e non è sensato come sembra.
Non cesserò mai di amarti,
ti amerò per tutta la vita.
La nostra esuberanza è un ponte che va dal cuore al mondo,
con tutti i lacci siamo asserpati al luminoso gomitolo della vita.
Ti amerò,
perché esistono cose che contano più dell’amore
e ne è capace solo chi ama una ragazza come te.
tu non concedi le tue labbra per un rubino
né per una particina frivola a teatro.
Il tuo ardore non si smorza a soldi sfumati,
ma conserva due seni sodi e cosce robuste
e la nausea non contagia i baci piú esausti.
Il tuo amore è semplice e il cuore ricco.
Dopo aver litigato con te il cuore mi si spezza in due,
nell’anima c’è il vuoto e il mio pensiero non vola,
l’occhio mi si offusca e, guarda,
il coraggio necessario per vivere mi abbandona,
il mondo piomba nel caos e non è sensato come sembra.
Non cesserò mai di amarti,
ti amerò per tutta la vita.
La nostra esuberanza è un ponte che va dal cuore al mondo,
con tutti i lacci siamo asserpati al luminoso gomitolo della vita.
Ti amerò,
perché esistono cose che contano più dell’amore
e ne è capace solo chi ama una ragazza come te.
Ervin Fritz
Evapora
Evapora
alla luce calda di una candela
la malinconica memoria
consumando gli anni dell’incuria.
Sfumate assenze in cammino,
l’intenso vedere scioglie l’unica storia
avvolgendola in rivoli di cera.
Tende al compiersi
l’immagine di questo
attimo.
Claudio Masetta Milone
L’abito

Nevica. Che volevi tu, anima,
Di nascita eterna, che non abbia avuto?
Guarda, tu hai qui
Una veste di festa ancora per la morte.
Di nascita eterna, che non abbia avuto?
Guarda, tu hai qui
Una veste di festa ancora per la morte.
Un abito come nell’adolescenza,
Di quelli che uno prende con cura in mano
Poiché la stoffa è trasparente e resta
Tra le dita che la svelano alla luce,
Si sa che è fragile come l’amore.
Di quelli che uno prende con cura in mano
Poiché la stoffa è trasparente e resta
Tra le dita che la svelano alla luce,
Si sa che è fragile come l’amore.
Ma foglie e corolle vi sono ricamate
E già la musica si intende
Nella stanza vicina, illuminata,
Un misterioso ardore ti prende la mano.
E già la musica si intende
Nella stanza vicina, illuminata,
Un misterioso ardore ti prende la mano.
E vai, il cuore ansimante, nella grande nevicata.
Yves Bonnefoy
Sono straniero nella nostra vita

Sono straniero nella nostra vita,
perciò a te sola parlo, e in versi strani:
a te, luogo sperato, età fiorita,
nido di paglia e pioggia sopra i rami,
perciò a te sola parlo, e in versi strani:
a te, luogo sperato, età fiorita,
nido di paglia e pioggia sopra i rami,
arnia d’acqua che trema al primo albore,
nel buio nuova Dolcezza… (Ma ora è tempo
che i corpi lieti tornino all’amore,
urlino gioia, e una ragazza pianga
nel buio nuova Dolcezza… (Ma ora è tempo
che i corpi lieti tornino all’amore,
urlino gioia, e una ragazza pianga
fuori, nel freddo. E tu? In città non sei,
non vai incontro alle notti, è l’ora in cui
solo ricordo di una bocca vera
non vai incontro alle notti, è l’ora in cui
solo ricordo di una bocca vera
sono i miei versi…) O frutti maturi,
fonti di vie dorate, parchi d’edera,
solo a te parlo, mia assente, mia terra…
fonti di vie dorate, parchi d’edera,
solo a te parlo, mia assente, mia terra…
Philippe Jaccottet
sabato 23 dicembre 2017
Persino dopo tutto questo tempo...
Progresso

C’è un quadro
di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra
in procinto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli
occhi spalancati, la bocca aperta, e le ali distese.
L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle.
Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine cresce davanti a lui al cielo.
Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta.”
L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle.
Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine cresce davanti a lui al cielo.
Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta.”
Walter Benjamin- Angelus novus
martedì 19 dicembre 2017
Nascita del fantasma

Sono entrato in bagno
avvolto nel lenzuolo di sopra
Ho disegnato il tuo nome sullo specchio
appannato dal vapore della doccia
Sono uscito dal bagno
e ho visto il nostro letto vuoto
Allora ha soffiato un vento terribile
e sono volate via le linee dalle mie mani
le mani dal mio corpo
e il mio corpo intero ancora tiepido di te
Adesso sono il lenzuolo ambulante
il fantasma appena nato
che ti cerca da una stanza all’altra
avvolto nel lenzuolo di sopra
Ho disegnato il tuo nome sullo specchio
appannato dal vapore della doccia
Sono uscito dal bagno
e ho visto il nostro letto vuoto
Allora ha soffiato un vento terribile
e sono volate via le linee dalle mie mani
le mani dal mio corpo
e il mio corpo intero ancora tiepido di te
Adesso sono il lenzuolo ambulante
il fantasma appena nato
che ti cerca da una stanza all’altra
Óscar Hahn
Scritto col gesso
Uno dice a zero che il nulla esiste
Zero replica che neanche Uno esiste
perché l’amore ci dà la stessa natura
Zero più Uno siamo Due gli dice
e se ne vanno sulla lavagna mano nella mano
Due si baciano sotto i banchi
Due sono Uno vicino alla bozza accovacciata
e Uno è Zero vita mia
Dietro ogni grande amore sta in agguato il nulla
Zero replica che neanche Uno esiste
perché l’amore ci dà la stessa natura
Zero più Uno siamo Due gli dice
e se ne vanno sulla lavagna mano nella mano
Due si baciano sotto i banchi
Due sono Uno vicino alla bozza accovacciata
e Uno è Zero vita mia
Dietro ogni grande amore sta in agguato il nulla
Óscar Hahn
lunedì 18 dicembre 2017
Fili spinati

Nella farandola del vento
stesi gli abiti del mio amore. Quale volo
fece allora il tempo che
ci passammo l'un l'altro/tanto
difficile da afferrare tutto.
Noi siamo in
ciò in cui ci manchiamo. Lì
ci vediamo l'un l'altro
in una strada dove
la luce cade al contrario.
Juan Gelman
stesi gli abiti del mio amore. Quale volo
fece allora il tempo che
ci passammo l'un l'altro/tanto
difficile da afferrare tutto.
Noi siamo in
ciò in cui ci manchiamo. Lì
ci vediamo l'un l'altro
in una strada dove
la luce cade al contrario.
Juan Gelman
La neve che sei stato

Chiusaforte è le tue mani rovinate
le sue case in fila lungo una strada che conduce al nord
e le pietre e gli azzurri, sottilissimi dopo che è nevicato
Chiusaforte è tutti i ritorni che mi allontanano
mentre nevica il tempo sulla neve che sei stato
sui passi contati e poi coperti dal bianco
e c’e un piangere nascosto nel celeste
nelle pigne ai piedi degli abeti
nel silenzio che sgretola gli animi e qualche volta
ci spinge in alto, in alto
dove ci sono parole che erano sassi
dette di punto in bianco, nel freddo
lasciate alla confidenza delle nuvole;
ho fatto un buon tratto di strada, ormai,
e sono stato tuo figlio e sono stato tuo padre
e conosco i gesti che non si spezzano davanti al dolore
l'incandescenza dell'istante che li ha generati
la tua mano sulla mia fronte
il palmo della mia sul dorso della tua
che non so come, non so dove
mi portano ancora con te.
Pierluigi Cappello
le sue case in fila lungo una strada che conduce al nord
e le pietre e gli azzurri, sottilissimi dopo che è nevicato
Chiusaforte è tutti i ritorni che mi allontanano
mentre nevica il tempo sulla neve che sei stato
sui passi contati e poi coperti dal bianco
e c’e un piangere nascosto nel celeste
nelle pigne ai piedi degli abeti
nel silenzio che sgretola gli animi e qualche volta
ci spinge in alto, in alto
dove ci sono parole che erano sassi
dette di punto in bianco, nel freddo
lasciate alla confidenza delle nuvole;
ho fatto un buon tratto di strada, ormai,
e sono stato tuo figlio e sono stato tuo padre
e conosco i gesti che non si spezzano davanti al dolore
l'incandescenza dell'istante che li ha generati
la tua mano sulla mia fronte
il palmo della mia sul dorso della tua
che non so come, non so dove
mi portano ancora con te.
Pierluigi Cappello
Un mezzo, che uccide l'anima...

Un mezzo, che uccide l’anima, ma poi ne fa tante piccole scatole di
conserva per il pubblico consumo, è sempre quello di mescolarla con la
ragione, con le convinzioni e con l’azione pratica, ed è stato usato con
successo da tutte le morali, filosofie e religioni. Come abbiamo già
detto, Dio sa che cosa sia, infine, quest’anima! Non vi può esser dubbio
che l’ardente desiderio di ascoltare lei sola non lasci d’avanzo un
larghissimo margine, una vera anarchia; e abbiamo esempi di delitti,
addirittura, commessi da anime, per cosi dire, chimicamente pure.
Invece, non appena un’anima ha un po’ di morale, di religione o di filosofia, un’approfondita educazione borghese oppure degli ideali in materia di dovere e di bellezza, ecco che le è donato un sistema di precetti, clausole e istruzioni per l’uso, che essa deve osservare prima ancora di potersi credere un’anima degna di nota, e la sua massa incandescente, come quella di un altoforno, vien condotta attraverso un ben regolato sistema di crogiuoli.
Allora non rimangono, in sostanza, che logici problemi d’interpretazione, per esempio se un’azione cada sotto questo o quel comandamento, e l’anima offre, il tranquillo spettacolo di un campo dopo la battaglia, dove i morti giacciono immobili e si può veder subito se ancora si agiti o gema qua e là un residuo di vita. Perciò l’uomo affretta più che può il procedimento. Se lo tormentano crisi di fede, come accade talvolta in gioventù, passa tosto alla persecuzione degli infedeli; se è l’amore che lo tortura, lo trasforma in matrimonio; e se è sopraffatto da qualche altro entusiasmo si sottrae all’impossibilità di vivere in permanenza nel fuoco, incominciando a vivere per quel fuoco. Vale a dire, riempie i molti momenti della sua giornata — ciascuno dei quali esige un contenuto e uno sprone — non con la sua condizione ideale ma con l’attività necessaria per la sua condizione ideale, cioè con i molti mezzi, ostacoli e incidenti che gli danno certissima garanzia di non conseguirlo mai. Perché solo i pazzi, gli squilibrati e i maniaci possono resistere a lungo in mezzo al fuoco dell’entusiasmo; l’uomo sano deve contentarsi di dichiarare che senza una scintilla di quel fuoco misterioso la vita non gli parrebbe degna d’esser vissuta.
Robert Musil - L'uomo senza qualità
Invece, non appena un’anima ha un po’ di morale, di religione o di filosofia, un’approfondita educazione borghese oppure degli ideali in materia di dovere e di bellezza, ecco che le è donato un sistema di precetti, clausole e istruzioni per l’uso, che essa deve osservare prima ancora di potersi credere un’anima degna di nota, e la sua massa incandescente, come quella di un altoforno, vien condotta attraverso un ben regolato sistema di crogiuoli.
Allora non rimangono, in sostanza, che logici problemi d’interpretazione, per esempio se un’azione cada sotto questo o quel comandamento, e l’anima offre, il tranquillo spettacolo di un campo dopo la battaglia, dove i morti giacciono immobili e si può veder subito se ancora si agiti o gema qua e là un residuo di vita. Perciò l’uomo affretta più che può il procedimento. Se lo tormentano crisi di fede, come accade talvolta in gioventù, passa tosto alla persecuzione degli infedeli; se è l’amore che lo tortura, lo trasforma in matrimonio; e se è sopraffatto da qualche altro entusiasmo si sottrae all’impossibilità di vivere in permanenza nel fuoco, incominciando a vivere per quel fuoco. Vale a dire, riempie i molti momenti della sua giornata — ciascuno dei quali esige un contenuto e uno sprone — non con la sua condizione ideale ma con l’attività necessaria per la sua condizione ideale, cioè con i molti mezzi, ostacoli e incidenti che gli danno certissima garanzia di non conseguirlo mai. Perché solo i pazzi, gli squilibrati e i maniaci possono resistere a lungo in mezzo al fuoco dell’entusiasmo; l’uomo sano deve contentarsi di dichiarare che senza una scintilla di quel fuoco misterioso la vita non gli parrebbe degna d’esser vissuta.
Robert Musil - L'uomo senza qualità
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