Da tre a tredici anni i miei capelli in trecce, le tempie
libere e tese, la scriminatura una pallida spina dorsale. Mio padre
allo specchio, spazzola in mano, io sulla soglia a farmi le trecce.
Lontano mesi, misterioso, il mio sangue si preparava.
Il desiderio di lui era solo per i miei capelli, fiero, casto.
Non le volle parlare per un mese
dopo che lei una volta li tagliò.
Li ho tagliati io stessa del tutto
entrambe le volte che mi sono sposata, ho coperto
le devote tempie, la lunga spina dorsale.
Per contrariare, per tormentare, per essere e non essere a lui
simile, la sua gemella. Ho nascosto la donna nel suo cuore
così a lungo che l’ho dimenticata. Volto
che sto eternamente per conoscere.
libere e tese, la scriminatura una pallida spina dorsale. Mio padre
allo specchio, spazzola in mano, io sulla soglia a farmi le trecce.
Lontano mesi, misterioso, il mio sangue si preparava.
Il desiderio di lui era solo per i miei capelli, fiero, casto.
Non le volle parlare per un mese
dopo che lei una volta li tagliò.
Li ho tagliati io stessa del tutto
entrambe le volte che mi sono sposata, ho coperto
le devote tempie, la lunga spina dorsale.
Per contrariare, per tormentare, per essere e non essere a lui
simile, la sua gemella. Ho nascosto la donna nel suo cuore
così a lungo che l’ho dimenticata. Volto
che sto eternamente per conoscere.
Olga Broumas
da RAVE poems 1975-1999
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