Si spalanca l’immenso paesaggio di prati e di roccia
su un sentiero tracciato.
Il mio cammino in un’immagine antica,
non ancora pronunciata sino in fondo.
Parlo durante il viaggio,
converso con me stessa,
con le pietre.
Quante cose hanno visto.
Quale dimensione del tempo
è nella loro evoluzione?
Cos’è un giorno
se c’è sempre luce
a nord e a sud del mondo?
Alcune cime si protendono
allungate nel ricordo di un mare
temporaneamente scomparso,
atteso, chiamato.
Quanta fatica per capire le montagne
così inquiete.
Cosa penseranno di me quando le guardo
così sprovvista di sentimenti adatti?
Cristina Donà
Appena sotto le nuvole
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