Il nostro breve cammino su questa terra serve a prepararci ad un’altra vita più bella e più lunga.
La madre, come diceva Seneca, ci tiene sul suo grembo per
nove mesi preparandoci al momento in cui vedremo la luce, capaci di
respirare e di resistere all’aria libera.
Da quel momento incomincia il cammino che va dall’infanzia
alla vecchiaia e che ci rende maturi per un altro parto, più importante:
una nascita senza fine.
Sin dalla prima nascita vive con noi un compagno invisibile
che spesso rimane nascosto, incapace di uscire dalla giungla delle
sensazioni fisiche, e affiora soltanto quando siamo noi a liberarlo, a
portarlo alla luce.
Quando riusciamo a far questo, ci rendiamo conto che non possiamo mai
morire del tutto e che nessuno scomparirà nel nulla. Non riusciamo a
vedere quelli che se ne sono già andati perché non siamo capaci di
concentrarci abbastanza per scorgerli nelle nuove forme adatte al mondo
astrale dove sono andati.
La nostra mente e i nostri occhi ci inducono a pensare che
la vita abbia un confine e che al di là di quella linea nulla sia
possibile: invece non è così. Nel silenzio della nostra anima dobbiamo
cercare di aprire l’occhio misterioso che ci da la possibilità di vedere
il mondo invisibile che ci circonda.
Nel corso della vita pensiamo alla morte come ad un
avvenimento che dovrà accadere in un futuro lontano e non ci accorgiamo
invece che la vita in parte è già passata, è ormai alle nostre spalle.
Il tempo è l’unico bene che l’uomo non puo’ accumulare ed è costretto a
spenderlo fino all’ultimo spicciolo.
Per questo occorre far tesoro di tutto il tempo che abbiamo a
disposizione, così sarete padrone dell’oggi e meno schiavo del domani.
Cercate di trovare una casa per il vostro compagno
invisibile quando il treno bianco dell’eternità passerà a prendervi.
Solo così potrete continuare a vivere nella persona che avete scelto e
che vi è cara; non solo, ma dalla vostra vita potrà nascere una nuova
vita.
Romano Battaglia dal suo libro “Notte infinita”
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