Giardino della sera divina
dove andavo portavo a spasso
nostalgia e malinconia.
Tutti mi parlavano.
E nacque la mia felicità
da chi nulla mi disse.
L' azzurro svaniva ed era
cielo, tutto il suo capo,
prepotentemente bello.
Nei suoi occhi senza pupille
i miei stessi versi stavano
come memorie scritte.
E nella curva del suo labbro,
l' aria, passata in musica,
interrogava con il suo respiro.
Ah, come la sera divina
andò velando i suoi fiori,
acqua, sabbia, freddo prato...
Nitida, circonfusa luna
protese il suo corpo immobile
in una perfezione più pura.
Fece sembrare che sorrideva
il suo volto verso il mio:
divinità quasi senza vita.
La mia cecità nei suoi occhi,
la mia voce fra le sue labbra
e il mio dolore nella sua espressione.
La mia forma sul suo piedistallo,
libera da contenuti umani.
Da lontano. Sorridendo.
Cecilia Meireles
dove andavo portavo a spasso
nostalgia e malinconia.
Tutti mi parlavano.
E nacque la mia felicità
da chi nulla mi disse.
L' azzurro svaniva ed era
cielo, tutto il suo capo,
prepotentemente bello.
Nei suoi occhi senza pupille
i miei stessi versi stavano
come memorie scritte.
E nella curva del suo labbro,
l' aria, passata in musica,
interrogava con il suo respiro.
Ah, come la sera divina
andò velando i suoi fiori,
acqua, sabbia, freddo prato...
Nitida, circonfusa luna
protese il suo corpo immobile
in una perfezione più pura.
Fece sembrare che sorrideva
il suo volto verso il mio:
divinità quasi senza vita.
La mia cecità nei suoi occhi,
la mia voce fra le sue labbra
e il mio dolore nella sua espressione.
La mia forma sul suo piedistallo,
libera da contenuti umani.
Da lontano. Sorridendo.
Cecilia Meireles
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