Non riesco a dormire, magari potessi sapere cosa proverai nel
ricevere la lettera di questa mattina, e se continuerai a scrivermi dopo
averla letta. Sono quasi sicuro di no. Penserai che sia volgare da
parte mia raccontarti certi fatti della mia vita. Comunque sono felice
di avertela mandata. Anche se poi mi sono tormentato per tutto il
giorno. Avevi ragione: in fondo, sto cercando un compagno per un viaggio
immaginario. Ma hai sbagliato nel dire che forse non ho bisogno di un
compagno reale. E’ esattamente il contrario: ho bisogno di un compagno
reale per il mio viaggio immaginario. Quando scrivo queste parole sento
battere il cuore. Mi succede sempre quando fantastico. Ecco, batte di
nuovo. Sai che esiste un uccello chiamato “batticuore”?
Se appena gli si tocca il petto, il suo cuore smette di battere e lui muore. Quando si trova nei paraggi è proibito fare una mossa falsa perchè il minimo rumore gli procura un colpo al cuore. Se solo potessi comprare un “batticuore” così. Anzi, due. No, uno stormo di “batticuore”. Li lascerei liberi di svolazzare su tutto quello che ti scrivo, perchè facciano da rivelatori di menzogne come i canarini che rivelavano le fughe di gas in miniera. Prova a immaginarlo: una sola parola falsa, inesatta o volgare, o anche solo indifferente, e un uccello cade morto sul foglio. Vedresti allora come ti scriverei! A proposito, mi sono dimenticato di dirti che mi sono offeso quando hai scritto di avere pensato che potessi averti scambiata per un’altra, quella sera. E mi ha offeso ancora di più che tu abbia fatto tanta fatica a decidere se preferivi che mi fossi sbagliato oppure no.
Sai invece quando veramente ho provato una stretta al cuore?
Se appena gli si tocca il petto, il suo cuore smette di battere e lui muore. Quando si trova nei paraggi è proibito fare una mossa falsa perchè il minimo rumore gli procura un colpo al cuore. Se solo potessi comprare un “batticuore” così. Anzi, due. No, uno stormo di “batticuore”. Li lascerei liberi di svolazzare su tutto quello che ti scrivo, perchè facciano da rivelatori di menzogne come i canarini che rivelavano le fughe di gas in miniera. Prova a immaginarlo: una sola parola falsa, inesatta o volgare, o anche solo indifferente, e un uccello cade morto sul foglio. Vedresti allora come ti scriverei! A proposito, mi sono dimenticato di dirti che mi sono offeso quando hai scritto di avere pensato che potessi averti scambiata per un’altra, quella sera. E mi ha offeso ancora di più che tu abbia fatto tanta fatica a decidere se preferivi che mi fossi sbagliato oppure no.
Sai invece quando veramente ho provato una stretta al cuore?
Quando hai descritto te stessa per eliminare qualsiasi dubbio e,
chissà perchè, ti sei riassunta in una sola frase, oltretutto tra
parentesi (“piuttosto alta, capelli lunghi, ricci e ribelli,
occhiali…”).
Se davvero è così, se ti senti tra parentesi, permettimi allora di infilarmici dentro, e che tutto il mondo ne rimanga fuori, che sia solo l’esponente al di fuori della parentesi e ci moltiplichi al suo interno.
Se davvero è così, se ti senti tra parentesi, permettimi allora di infilarmici dentro, e che tutto il mondo ne rimanga fuori, che sia solo l’esponente al di fuori della parentesi e ci moltiplichi al suo interno.
P.S. Comunque, anche se non tutto fila liscio e le cose sono già
complicate fin dall’inizio, sento il bisogno di dirti una cosa. Devo
raccontarti come le pupille mi si dilatano quando vedo una tua parola da
qualche parte, persino quando mi ci imbatto nel giornale, o nella
pubblicità… Ci sono parole che ti appartengono a tal punto! Impronte
della tua anima che in bocca ad altri appaiono solo come strumenti
discorsivi o articolazioni linguistiche, nient’altro. Non avevo mai
immaginato che conoscere il linguaggio di un estraneo potesse essere
eccitante come il primo contatto col suo corpo, il suo profumo, la sua
pelle, i capelli e i nei.
E’ così anche per te?
(Yair)
E’ così anche per te?
(Yair)
David Grossman da “Che tu sia per me il coltello”
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