…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

mercoledì 27 aprile 2016

Occhi

Non innamorarti mai di una fottuta drogata:
Le prime luci del giorno ti sorprenderanno
Con le nocche insanguinate e fradicio di urina.
Un piscio ogni volta più scuro, ogni volta
Più preoccupante. Come quando in un’isola greca
Lei si nascondeva tra le rocce o in una squallida
Pensione a Barcellona, quando recitava a memoria
Ferrater in catalano e intanto riscaldava
L’eroina in un cucchiaio che si piegava
Come se quel coglione di Uri Geller fosse
Nella stanza accanto. Mai, non andare mai a letto
Con una fottuta puttana suicida: all’alba il tuo volto
Si scomporrà in figure geometriche in tutto simili
Alla morte. Come un ebete e con le tasche vuote
Vagherai nella luce livida del mattino
E allora il desiderio, ormai spento, ti sembrerà
Uno scherzo che nessuno si prende la briga
Di spiegarti, una frase senza senso, una nota
Incisa nell’aria. E poi l’azzurro. Il fottuto
Azzurro. E il ricordo delle sue gambe sulle tue
Spalle. Il suo odore penetrante e strano. La sua mano
Distesa che aspetta il denaro. Estranea alle confessioni
E ai gesti usuali dell’amore. Estranea alle regole
Della tribù. Un braccio e i piedi bucati
Più e più volte: splendenti nella linea che separava
O che univa l’atteso all’imprevisto, il sogno
All’incubo che scorreva tra le piastrelle
Come un piscio sempre più scuro: whisky, coca-cola
E alla fine un grido di paura o di sorpresa, non certo
Una richiesta di aiuto, non un gesto d’amore,
Un fottuto gesto d’amore alla maniera di Hollywood
O del Vaticano. E i suoi occhi, ricordi i suoi occhi dietro
Quella chioma bionda? Ricordi le dita sporche che sfregavano
Quegli occhi limpidi, quegli occhi che parevano guardarti da un altro
Tempo? Ricordi quegli occhi che ti facevano piangere
D’amore, contorcerti d’amore nel letto disfatto
O per terra, come se fossi tu ad avere la scimmia e non lei?
Non dovresti proprio ricordarli quegli occhi. Nemmeno un istante.
Quegli occhi quasi cancellati che sembravano seguire attenti
Le movenze di una passione che non era di questo fottuto pianeta:
La vera bellezza, quella dei forti, brillava lì,
Nelle sue pupille dilatate, nei palpiti del suo cuore
Quando il pomeriggio rincasava come in una sequenza accelerata,
E nella nostra pensione di merda si udivano di nuovo i rumori,
I vagiti della notte, e i suoi occhi si chiudevano. 
Roberto Bolaño

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