…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

lunedì 8 dicembre 2014

Z. H.

Oggi non ricevo nessuno ,
sono occupato a morire.
Sedevo con le spalle alla finestra, fuori gelava,
ma l'aria nella stanza era fredda,
scura del fumo di sigarette
e della voce roca di un morente.
Stava morendo già da tempo. Dapprima caddero
i fieri strumenti del corpo: le gambe, i polmoni.
Non posso raccogliere un foglio se mi cade dal letto, diceva.
Alla fine gli restò solo la testa,
prezioso capitello del corpo,
come scrisse una volta,
e svolazzante colomba del cuore.
Il gelo mi penetrò sempre di più il corpo
– meno 15 gradi – circondò le gambe,
poi i piedi, il ventre. Le costole, il cuore
diventarono la Terra Promessa
ma sedevo immobile, non lasciando trasparire
che qualcosa sentivo.
Ti sei meritato la tua isola, dissi.
Mi si svegliò dentro lo spirito del vecchio fienile.
Una benefica oscurità mi percorse la schiena.
Bisogna finire l'infinito, aggiunsi.
Lo spazio è popolato
anche se non si vede nessuno.
Grammatica o profezia,
temprare il mondo,
scartare l'inquietudine – blateravo –
un viaggio verso la cima del monte.
Non ci capivo nulla.
E d'un tratto, con voce chiara:
il coraggio di un singolo uomo
fa di lui la maggioranza.
Che ci faceva qui un uomo come lui?
Guardava negli occhi il buio.
Se ne andava per così dire
a regolare i nidi degli uccelli.
Credo a mia moglie e al cane.
Ma quando non ho della carne in mano
osservo il cane, disse.
Se ne andava in uno spazio freddo,
che cercava di addomesticarlo.
Era ieri
ed è come sempre anche oggi. È successo
ed ha smesso di far male. Il freddo ci abbracciò
come una vera patria. Affrontò
la superficie della comprensione.
Chi cerca non trova, aggiunse.
L'orologio esige un complice silenzioso. 
Krzysztof Karasek 

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