Voglio starmene da solo. Vorrei andare nella foresta boema. Maggio,
giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre; devo vedere cose nuove e
studiarle, voglio gustare acque scure, vedere alberi scricchiolanti,
venti selvaggi, voglio osservare stupito marce recinzioni di giardini
nel loro essere sempre vive, sentire giovani boschi di betulle e foglie
vibranti, voglio vedere luce, sole, e alla sera godermi le umide valli
verdazzurre, seguire il luccichio dei pesci dorati, veder crescere
nuvole bianche, vorrei parlare con i fiori. Scrutare nell’intimo erbe e
uomini rosati, saper dire di antiche chiese dignitose, piccole cupole,
voglio correre via senza fermarmi su tondeggianti colline campestri
attraverso vasti pianori, voglio baciare la terra e sentire il profumo
di morbidi, caldi fiori di muschio; allora darei forma veramente bella
ai campi colorati.
Di primo mattino vorrei rivedere il sole che sorge e potrei osservare il respiro della terra, scintillante.
Egon Schiele, da una lettera ad Anton Peschka, maggio 1910
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