Eppure, se avessi potuto ricominciare
da capo, ero sicuro che avrei rifatto le stesse identiche cose. Perché quello
ero io: quella vita in cui continuavo a perdere tutto. Non avrei potuto fare
altro che diventare me stesso, nient’altro che me stesso, con tutte le persone
che mi avrebbero lasciato, o che io avrei lasciato, con tutti i bei sentimenti
e le magnifiche qualità e i sogni che sarebbero andati distrutti, o perlomeno
che avrei dovuto ridimensionare. Un tempo, quando ero più giovane, mi ero
illuso di poter diventare qualcos’altro. Però finivo sempre per tornare allo
stesso posto, come una barca dal timone bloccato. Quello ero io. Non potevo
andare da nessun’altra parte. Ero lì, e aspettavo di tornare. Dovevo chiamarla
“disperazione”?
Haruki Murakami
(La fine del mondo e il
paese delle meraviglie)
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