All’antropologo degli amori miei,
se fossi intervistato, narrerei
che una parte grande dell’unione
è stata nelle mosse della passione
e un’altra nei silenzi melodiosi
in cui ci immergevamo,
luminosi,
nell’attimo reciproco e comune,
inlunandosi in mare le due lune.
Ma poi,
per completare la teoria,
rivelerei che forse, più ancora,
il punto forte della nostra unione
erano certi giochi d’allegria:
quella risata splendida e sonora
in cui mescolavamo le persone.
Roberto Piumini
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