E
allora mi sono guardato negli occhi. Raramente ci si guarda, con se
stessi, negli occhi, e pare che in certi casi questo valga per un
esercizio estremo. Dicono che, immergendosi allo specchio nei propri
occhi – con attenzione cruciale e al tempo stesso con abbandono – si
arrivi a distinguere finalmente in fondo alla pupilla l'ultimo Altro,
anzi l'unico e vero Sestesso, il centro di ogni esistenza e della
nostra, insomma quel punto che avrebbe nome Dio. Invece, nello stagno
acquoso dei miei occhi, io non ho scorto altro che la piccola ombra
diluita (quasi naufraga) di quel solito niño tardivo che vegeta
segregato dentro di me. Sempre il medesimo, con la sua domanda d'amore
ormai scaduta e inservibile, ma ostinata fino all'indecenza.
Elsa Morante, Aracoeli
Elsa Morante, Aracoeli
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