…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

lunedì 27 agosto 2012

Ora io l'offro, l'amore

La distanza fisica non è un riposo, ma un tormento in più, di cui sono prigioniera in questa notte fredda. E’ la tua assenza che mi spinge ad affrontare, nella lontananza, l’invadente assedio d’immagini che non riesco a scacciare. Stanotte tu esisti oltre me e contro di me. Non mi appartieni. Ti vorrei dimenticare e non ci riesco. Sei dentro di me come un’eco. E’ questo equivalente interno, una specie di formula carnale della tua presenza che ti fa esistere nella mia testa. E allora, basta che io dica basta e smetterò di pensare a te. Ma se smetto, a cosa penserò? Al mio vuoto? E’ perchè si è vuoti che ci si lascia invadere? E’ il vuoto in cui si galleggia che ci annega? Siamo vuoti, tutti vuoti… o sono io, io sola, a non possedere nulla? Io sola a provare la sottile, inestirpabile, vorace sensazione che la vita non sia mai quella che vivo, ma sempre un’altra? E’ strano, ma non ho mai avuto la forza di illudermi di essere qualcosa… La mia forza è un’altra, ambigua, intrisa di orgoglio e di vergogna. Si nutre di coraggio, si affama di paura. Conta sul cuore, per me è questo l’organo dell’intelligenza. Col cuore penso. Che esiste il mondo, me lo assicura il mio cuore animale, vivo, pulsante. Che ora batte per te. Certe piante, per crescere, si dice debbano ”mettere cuore”. L’amore si fissa così nel corpo, si radica, cresce e sviluppa nel cuore. Ecco perchè io l’ho coltivato, il mio: non volevo un cuore incerto, avaro. Non volevo un cuore spaventato. Le sofferenze d’amore che ho patito sono state esercizi per renderlo forte. Ci sono dolori che fanno bene. Io l’ho imparato con te. Ho patito la maledizione di un amore assetato, affamato, che mi rendeva tanto più indigente, quanto più ne domandavo. La vera via, ora capisco, è di non chiederlo. Ora io l’offro, l’amore. Ne sono capace.
Nadia Fusini da L’amore necessario

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