Ma quando stiamo seduti vicini, insieme, parlando ci fondiamo uno nell’altra. Siamo alonati di nebbia. Formiamo un territorio immateriale.
Sembra che tutti agiscano solo nell’istante, senza futuro. Senza futuro. Quest’urgere è tremendo.
Mi aggrapperò per tutta la vita alla superficie delle parole.
Non voglio che la gente, quando entro io, alzi gli occhi con ammirazione. Voglio donare, voglio ricevere, e voglio solitudine in cui aprire i miei possessi.
Quelli che mi hanno disprezzato riconosceranno la mia sovranità. Ma per una qualche legge imperscrutabile del mio essere, la sovranità e il possesso del potere non saranno sufficienti; mi spingerò sempre, aprendo le tende, verso l’intimità, e desidererò qualche solitaria parola sussurrata. Perciò me ne vado dubbioso, ma esaltato; temendo un dolore intollerabile; eppure, nel mio avventuroso andare, mi ritengo destinato ad essere vittorioso dopo grave sofferenza; destinato, certamente, a scoprire alla fine il mio desiderio.
Adesso diventa chiaro che io non sono unico e semplice, ma complesso e molteplice.
In un mondo che contiene il momento presente, perchè fare discriminazioni? Non si dovrebbe nominare mai nulla, per non cambiarlo.
Siamo condannati, tutti quanti. Le donne passano strascicando i piedi con la borsa della spesa. La gente continua a passare. Ma non mi distruggerai. Per un momento, per questo solo momento, noi siamo insieme. Ti stringo a me. Vieni, dolore, nutriti di me. Affondami le zanne nella carne. Fammi a pezzi. Io singhiozzo, singhiozzo.
Sono sola in un mondo ostile. Il volto umano è repellente. Questo mi va a genio. Voglio pubblicità e violenza ed essere sbattuta come una pietra contro le rocce. Amo le ciminiere delle fabbriche, le gru e i camion. Mi piace veder passare facce su facce, deformate, indifferenti. Sono nauseata dalla gradevolezza. Sono nauseata dalla privacy. Guado acque furiose e affonderò senza che nessuno mi salvi.
Non ci può essere dubbio che le nostre vite meschine, sgradevoli a vedersi come sono, si rivestono di splendore e acquistano significato soltanto sotto gli occhi dell’amore.
Dobbiamo opporci allo spreco e alla deformità del mondo, alle sue folle che turbinano in mulinelli, violentemente rigettate e scalpitanti.
Tu sei tu. E’ questo che mi consola della mancanza di tante cose - sono brutto, sono debole - e della cattiveria del mondo, e della fuga della giovinezza, e dell’amarezza e del rancore e delle invidie innumerevoli.
Virginia Woolf - Le onde
Sembra che tutti agiscano solo nell’istante, senza futuro. Senza futuro. Quest’urgere è tremendo.
Mi aggrapperò per tutta la vita alla superficie delle parole.
Non voglio che la gente, quando entro io, alzi gli occhi con ammirazione. Voglio donare, voglio ricevere, e voglio solitudine in cui aprire i miei possessi.
Quelli che mi hanno disprezzato riconosceranno la mia sovranità. Ma per una qualche legge imperscrutabile del mio essere, la sovranità e il possesso del potere non saranno sufficienti; mi spingerò sempre, aprendo le tende, verso l’intimità, e desidererò qualche solitaria parola sussurrata. Perciò me ne vado dubbioso, ma esaltato; temendo un dolore intollerabile; eppure, nel mio avventuroso andare, mi ritengo destinato ad essere vittorioso dopo grave sofferenza; destinato, certamente, a scoprire alla fine il mio desiderio.
Adesso diventa chiaro che io non sono unico e semplice, ma complesso e molteplice.
In un mondo che contiene il momento presente, perchè fare discriminazioni? Non si dovrebbe nominare mai nulla, per non cambiarlo.
Siamo condannati, tutti quanti. Le donne passano strascicando i piedi con la borsa della spesa. La gente continua a passare. Ma non mi distruggerai. Per un momento, per questo solo momento, noi siamo insieme. Ti stringo a me. Vieni, dolore, nutriti di me. Affondami le zanne nella carne. Fammi a pezzi. Io singhiozzo, singhiozzo.
Sono sola in un mondo ostile. Il volto umano è repellente. Questo mi va a genio. Voglio pubblicità e violenza ed essere sbattuta come una pietra contro le rocce. Amo le ciminiere delle fabbriche, le gru e i camion. Mi piace veder passare facce su facce, deformate, indifferenti. Sono nauseata dalla gradevolezza. Sono nauseata dalla privacy. Guado acque furiose e affonderò senza che nessuno mi salvi.
Non ci può essere dubbio che le nostre vite meschine, sgradevoli a vedersi come sono, si rivestono di splendore e acquistano significato soltanto sotto gli occhi dell’amore.
Dobbiamo opporci allo spreco e alla deformità del mondo, alle sue folle che turbinano in mulinelli, violentemente rigettate e scalpitanti.
Tu sei tu. E’ questo che mi consola della mancanza di tante cose - sono brutto, sono debole - e della cattiveria del mondo, e della fuga della giovinezza, e dell’amarezza e del rancore e delle invidie innumerevoli.
Virginia Woolf - Le onde
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