…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

venerdì 31 agosto 2012

Ma quando stiamo seduti vicini

Ma quando stiamo seduti vicini, insieme, parlando ci fondiamo uno nell’altra. Siamo alonati di nebbia. Formiamo un territorio immateriale.
Sembra che tutti agiscano solo nell’istante, senza futuro. Senza futuro. Quest’urgere è tremendo.
Mi aggrapperò per tutta la vita alla superficie delle parole.
Non voglio che la gente, quando entro io, alzi gli occhi con ammirazione. Voglio donare, voglio ricevere, e voglio solitudine in cui aprire i miei possessi.
Quelli che mi hanno disprezzato riconosceranno la mia sovranità. Ma per una qualche legge imperscrutabile del mio essere, la sovranità e il possesso del potere non saranno sufficienti; mi spingerò sempre, aprendo le tende, verso l’intimità, e desidererò qualche solitaria parola sussurrata. Perciò me ne vado dubbioso, ma esaltato; temendo un dolore intollerabile; eppure, nel mio avventuroso andare, mi ritengo destinato ad essere vittorioso dopo grave sofferenza; destinato, certamente, a scoprire alla fine il mio desiderio.
Adesso diventa chiaro che io non sono unico e semplice, ma complesso e molteplice.
In un mondo che contiene il momento presente, perchè fare discriminazioni? Non si dovrebbe nominare mai nulla, per non cambiarlo.
Siamo condannati, tutti quanti. Le donne passano strascicando i piedi con la borsa della spesa. La gente continua a passare. Ma non mi distruggerai. Per un momento, per questo solo momento, noi siamo insieme. Ti stringo a me. Vieni, dolore, nutriti di me. Affondami le zanne nella carne. Fammi a pezzi. Io singhiozzo, singhiozzo.
Sono sola in un mondo ostile. Il volto umano è repellente. Questo mi va a genio. Voglio pubblicità e violenza ed essere sbattuta come una pietra contro le rocce. Amo le ciminiere delle fabbriche, le gru e i camion. Mi piace veder passare facce su facce, deformate, indifferenti. Sono nauseata dalla gradevolezza. Sono nauseata dalla privacy. Guado acque furiose e affonderò senza che nessuno mi salvi.
Non ci può essere dubbio che le nostre vite meschine, sgradevoli a vedersi come sono, si rivestono di splendore e acquistano significato soltanto sotto gli occhi dell’amore.
Dobbiamo opporci allo spreco e alla deformità del mondo, alle sue folle che turbinano in mulinelli, violentemente rigettate e scalpitanti.
Tu sei tu. E’ questo che mi consola della mancanza di tante cose - sono brutto, sono debole - e della cattiveria del mondo, e della fuga della giovinezza, e dell’amarezza e del rancore e delle invidie innumerevoli.
Virginia Woolf - Le onde

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