Sotto la terra bianca come il cielo
c'è il mio pane della gratitudine
per la via percorsa, per i temuti pericoli,
le paure e le lunghe attese che svanirono
consumate tutte a poco a poco,
le carte del mazzo tenute nelle mani,
ormai già tutte in ordine sul tavolo,
una mano già nuda.
Quel paesaggio sono io,
assaporo la panoramica dall'alto
di me così piccolo diventato grande,
restano solo poche stazioni,
posso guardarmi attorno con calma,
perdere tempo, ne ho vissuto tanto,
a ripensare tutto quel bianco
che oggi mi abbacina gli occhi:
il mondo con la mia vita dentro
mi aspettava a occhi chiusi.
E chiudendoli così s'assapora
d'un nuovo amore il bacio,
da una bocca bella e tremante.
Roberto Pazzi
c'è il mio pane della gratitudine
per la via percorsa, per i temuti pericoli,
le paure e le lunghe attese che svanirono
consumate tutte a poco a poco,
le carte del mazzo tenute nelle mani,
ormai già tutte in ordine sul tavolo,
una mano già nuda.
Quel paesaggio sono io,
assaporo la panoramica dall'alto
di me così piccolo diventato grande,
restano solo poche stazioni,
posso guardarmi attorno con calma,
perdere tempo, ne ho vissuto tanto,
a ripensare tutto quel bianco
che oggi mi abbacina gli occhi:
il mondo con la mia vita dentro
mi aspettava a occhi chiusi.
E chiudendoli così s'assapora
d'un nuovo amore il bacio,
da una bocca bella e tremante.
Roberto Pazzi
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