…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

martedì 29 novembre 2011

Sistemi

La poesia è
un sistema di specchi
rotatori, che scivolano armonici,
che spostano luci ed ombre nel salottino di prova: perché
il vetro smerigliato? Come parlando - conversando
con la tovaglia e musica soave - ti direi, mia cara,
che questo riflesso, o l’altro, è la poesia
o ne è uno degli aspetti: c’è una poesia possibile
sulla duchessa morta a Ekaterinenburg,
e quando si muove il sole rosso nelle finestre, io ricordo
i suoi occhi azzurri... Non so, ne ho passate tante, d’ore,
nei treni di notte, leggendo romanzi polizieschi
(soli nella buia casa, aprivamo gli armadi),
e una notte, andando a Berna, due uomini si
baciarono nel mio scompartimento
perché era vuoto, o io dormivo, o era buio
(una mano cerca l’altra, un corpo l’altro) e adesso gira il cristallo
e nasconde questo aspetto: di realtà e di finzione,
la convenzione, vale a dire, e le cose vissute,
l’esperienza della luce nei boschi invernali,
la difficoltà di dare coerenza - è un gioco di specchi -,
gli atti che si dissolvono nell’irrealtà,
gli acidi che invadono vecchie fotografie,
il giallo, la lebbra, la ruggine e il muschio che cancellano le immagini,
il catrame che imbratta le facce dei ragazzi in canotier,
tutto ciò che un pomeriggio morì con le biciclette,
rossi cromati sepolti in cisterne,
a camera lenta i corpi (nello spazio, come nel tempo) sotto le acque.
(Offuscato come il fondo d’uno specchio infranto, il salottino
è l’asse di questa poesia.) 
Pere Gimferrer

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