Su orti cospicui me ne sto insediato.
Per Van´ka l’intendente sarebbe qui una pacchia.
Nelle fabbriche il vento serve gratis,
e fugge via il sentiero di melma e sterpi a fasci.
La notte gela, neroarata, ai margini
della steppa fra guizzi di perline.
Su e giú nei suoi stivali russi il padrone marcia
di là dalla parete, con un’ombra di stizza.
E il pavimento ha una copiosa gobba –
ponte di nave, coperchio di bara.
Mi è, presso estranei, difficile il sonno,
e la mia stessa vita piú non mi ama.
(Aprile 1935)
Osip Mandel´štam
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