…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...
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venerdì 3 febbraio 2012

Aspettare, aspettarti

Aspettare, aspettarti.
Ma un solo presente
presuppone l'attesa: tu.
Se non ci sarai
all'altro capo,
è al nulla che il mio animo
si rivolge.
E allora tutto è vano,
io stessa non ho ragione
e i miei pensieri
mancano di significato
e il mondo non esiste,
crollano le persone,
si dissolvono le città
come nuvole e vapore,
muore il sole, vive l'ombra,
tutto è spento, dormono
le ali, cessano di vibrare,
perchè soltanto attenderti
tiene sveglia la mia vita
Allora, aspetto. 
Kalindi Achala

Cammino lungo un sentiero

Cammino lungo un sentiero
che non ha base.
Cado nel vuoto
e il respiro rimane impigliato,
aggrappato sull'orlo di niente.
Queste accecanti tenebre
invadono un etereo nulla
e un rivo strozzato
incespica nel fango delle lapidi.
Aspro è il sorriso,
tetra la luce degli specchi,
ruvida la voce arsa dal freddo,
dal gelo di artigli adunchi.
Le grida di un falco
acute trafiggono gl'irti fili d'erba.
Graffiante è l'eco che scala
un invadente colle familiare,
e si deforma in uno spasimo
la nuvola che avvolge.
Si desta ancora la casa del dolore.
Kalindi Achala, 9 febbraio 1922

Due sensi

Ora sei tu che soffochi
i miei sogni
con ignobile indifferenza
Non vedi i miei occhi
velati da un triste sapore?
Non vedi il mio viso
di amaro dolore?
Ti volti e sorridi
e parli con gli altri,
ma fuggi da me e
uccidi i miei paradisi
Non senti il mio cuore
che piange in silenzio?
Non senti il mio grido
imbevuto di assenzio?
E sordo divieni
improvvisamente,
non senti più nulla
nascosto in mezzo alla gente
Ora sei tu che mi
porti l’inferno
Non cambi, sei uguale,
lasciami libera...
Kalindi Achala

Ma ora l'asse è un filo

Camminando in equilibrio
sull’asse dei miei pensieri
credevo che mai sarei caduta
Ma ora l’asse è un filo
o forse nemmeno.
Continuo a precipitare nella mente vuota
Kalindi Achala

Nel tentativo di colpire una se stessa che fugge ...

Sotto il tuo manto
troverei protezione
Annullare me stessa
e vedere solo gli altri.
In preda a un'opprimente
disperazione,
annaspo e soffoco
dentro me stessa.
Me stessa disprezzo,
me stessa vorrei castigare,
punire, bruciare.
Me stessa dovrei liberare.
Tu, che sei il calice
ricolmo di tutto il mio amore,
fuggi da me per vivere ancora.
A me stessa preferisco rinunciare.
Kalindi Achala

Non soffrire per me, amore mio

Non soffrire per me, amore mio
anche se ti chiedo l'impossibile
perchè viviamo l'uno nell'altra
entrambi insieme
dei nostri respiri reciproci.
Perdona il dolore che ti soffoca dentro
causato dalla mia diabolica vita
perdona il rifiuto di oblìo
di una sofferenza ansimante
perdona me.
L'ira per il silenzio è solo egoismo
poichè gli specchi parlano con i loro riflessi,
amano con la loro lucidità
avvolgono con la loro trasparenza
ineluttabile.
Ineffabilmente mi spingo verso te,
verso il candore che può sollevarmi
per ora, per sempre
Ti amo
Non chiedo di desistere.
Kalindi Achala, 3 luglio 1924

giovedì 2 febbraio 2012

Piango

Piango disperati sorrisi
di nostalgia.
Inalo l’atomo della vita
e lo accolgo in me
dove al sicuro dai forti venti
può germogliare
e crescere le sue radici
respirando il mio cuore.
Lega i tuoi occhi ai miei
così che io possa specchiarmi
sempre nella vita,
esistere,
ancora.
Volare attraverso i miei sogni,
raggiungerli ...
Kalindi Achala