Che cos’è la notte ?– ci si chiede oggi e sempre.
La notte, una rivelazione non rivelata.
Forse un morto possente e tenace,
forse un corpo perduto nella stessa notte.
In realtà, una profondità, uno spazio inimmaginabile.
Una entità tenebrosa e sottile, forse somigliante al corpo che ti abita, e che occulta senza
dubbio molte chiavi della notte.
Quando penso al mistero della notte, immagino il mistero del tuo corpo,
che è solo un modo di essere la notte;
io so davvero che il corpo che ti abita non è altro che l’oscurità del tuo corpo;
e questa oscurità si diffonde sotto il segno della notte.
Nelle infinite concavità del tuo corpo, esistono infiniti regni d’oscurità;
ed è qualcosa che chiama alla meditazione.
Questo corpo, chiuso, segreto e proibito; questo corpo, straniero e temibile,
e mai presagito, né presentito.
Ed è come un bagliore, o come un’ombra:
solo si lascia sentire da lontano, nel recondito, e con una solitudine eccessiva, che non ti
appartiene.
E solo si lascia sentire con un palpito, con una temperatura , e con un dolore, che non ti
appartiene.
Se qualcosa mi sorprende, è l’immagine che mi immagina, nella distanza;
si sente un respiro dentro di me. Il corpo respira dentro di me.
L’oscurità mi preoccupa – la notte del corpo mi preoccupa.
Il corpo della notte e la morte del corpo, sono cose che mi preoccupano.
E mio chiedo:
Che cos’è il tuo corpo ? Io non so se ti sei chiesto una volta che cos’è il tuo corpo.
E’ una trance grave e difficile.
Io mi sono avvicinato una volta al mio corpo;
e avendo capito che non lo avevo mai visto, anche se lo portavo addosso,
gli ho chiesto chi era;
e una voce, nel silenzio, mi ha detto:
Io sono il corpo che ti abita, e sono qui, nell’oscurità, e ti dolgo, e ti vivo, e ti muoio.
Ma non sono il tuo corpo. Io sono la notte.
Jaime Saenz
La notte, una rivelazione non rivelata.
Forse un morto possente e tenace,
forse un corpo perduto nella stessa notte.
In realtà, una profondità, uno spazio inimmaginabile.
Una entità tenebrosa e sottile, forse somigliante al corpo che ti abita, e che occulta senza
dubbio molte chiavi della notte.
Quando penso al mistero della notte, immagino il mistero del tuo corpo,
che è solo un modo di essere la notte;
io so davvero che il corpo che ti abita non è altro che l’oscurità del tuo corpo;
e questa oscurità si diffonde sotto il segno della notte.
Nelle infinite concavità del tuo corpo, esistono infiniti regni d’oscurità;
ed è qualcosa che chiama alla meditazione.
Questo corpo, chiuso, segreto e proibito; questo corpo, straniero e temibile,
e mai presagito, né presentito.
Ed è come un bagliore, o come un’ombra:
solo si lascia sentire da lontano, nel recondito, e con una solitudine eccessiva, che non ti
appartiene.
E solo si lascia sentire con un palpito, con una temperatura , e con un dolore, che non ti
appartiene.
Se qualcosa mi sorprende, è l’immagine che mi immagina, nella distanza;
si sente un respiro dentro di me. Il corpo respira dentro di me.
L’oscurità mi preoccupa – la notte del corpo mi preoccupa.
Il corpo della notte e la morte del corpo, sono cose che mi preoccupano.
E mio chiedo:
Che cos’è il tuo corpo ? Io non so se ti sei chiesto una volta che cos’è il tuo corpo.
E’ una trance grave e difficile.
Io mi sono avvicinato una volta al mio corpo;
e avendo capito che non lo avevo mai visto, anche se lo portavo addosso,
gli ho chiesto chi era;
e una voce, nel silenzio, mi ha detto:
Io sono il corpo che ti abita, e sono qui, nell’oscurità, e ti dolgo, e ti vivo, e ti muoio.
Ma non sono il tuo corpo. Io sono la notte.
Jaime Saenz