…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...
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sabato 9 giugno 2012

Campidoglio

Lei non sa quanto pesa
un cuore solitario
ci sono notti in cui la lana scura
la lana tiepida che mi protegge
arriva fino in cielo
e mentre dormo mentre respiro
mentre singhiozzo
mi si versa il latte bollente
sul viso
e allora una maschera magnifica
col sorriso del re di spade
copre il mio pianto
e tutto questo non è niente ancora
lei non mi crederà
ma lottare lottare lottare
tutte le notti con una tigre
fino a trasformarla in magnolia
e svegliarsi
svegliarsi ancora e non sentirsi
stanco e rifare ancora
striscia dopo striscia la stessa odiata tigre
senza dimenticare gli occhi gli intestini
né l’alito fetido
tutto questo per me
è molto più facile molto più leggero
mi creda
che non trascinare ogni giorno
il peso di un cuore desolato
Jorge Eielson

sabato 10 marzo 2012

Cerimonia solitaria in compagnia del tuo corpo

Penetro il tuo corpo il tuo corpo
Di carne penetro sprofondo
Fra la tua lingua e il tuo sguardo puro
Prima con i miei occhi
Il mio cuore le mie labbra
Dopo con la mia solitudine
Con le mie ossa il mio glande
Entro ed esco dal tuo corpo
Come se fosse uno specchio
Passo tra peli e gemiti
Non so quale è la tua pelle o la mia
Quale il mio scheletro o il tuo
Il tuo sangue brilla nelle mie arterie
Simile a una stella
Le mie braccia e le tue braccia sono quelle
Di un astro che si moltiplica
E ci riempie di dolcezza
Siamo un animale che si innamora
Metà cenere e metà battito
Una manciata di terra che respira
Di materie incandescenti
Che ansimano e godono
Senza riposarsi mai
Jorge Eduardo Eielson

giovedì 19 gennaio 2012

Corpo malinconico

Se il cuore s’annebbia il cuore
Il fiore carnale dell’oppio che assopisce
La nostra vita il lustro del dolore scaglia
Il cervello nell’ombra e reni
Fegato intestini e perfino le labbra
Il naso e le orecchie si rabbuiano
I piedi divantano schiavi
Delle mani e gli occhi s’inumidiscono
Il corpo intero soffre
Di un’antica malattia viola
Il cui nome è malinconia e il cui emblema
E’ una sedia vuota
Jorge Eduardo Eielson