…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...
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mercoledì 10 settembre 2014

Siamo in piedi, rigidi e dimenticati

Siamo in piedi, rigidi e dimenticati,
sull’orlo di un precipizio selvaggio,
l’uno all’altra attaccati;
nè un lamento, lacrima o parola:
per precipitare basta una mossa.
Come legami di carne e sangue
ci proteggono le nostre labbra,
blu e tremanti, ci tengono attaccati.
Finché mi baci non abbiamo parole,
ma dì una parola e cadiamo entrambi.
Endre Ady de Diósad

Io sono parente della Morte

Io sono parente della Morte,
Amo l’amore che svanisce,
Amo baciare,
Chi se ne va.
Amo le rose malate,
Bramose quando sfiorite, le donne,
I lucenti, i malinconici
Tempi d’autunno.
Amo delle ore tristi
Lo spettrale, monitorio richiamo,
Della grande Morte, della santa Morte
Il sosia giocoso.
Amo chi è in partenza,
Chi piange e chi si sveglia,
E nei freddi mattini brinati
I campi.
Amo la stanca rinuncia,
Il pianto senza lacrime e la pace,
Di saggi, poeti, malati
Il rifugio.
Amo chi è deluso,
Chi è invalido, chi si è fermato,
Chi non crede, chi è malinconico:
Il mondo.
Io sono parente della Morte,
Amo l’amore che svanisce,
Amo baciare,
Chi se ne va.
Endre Ady

venerdì 15 novembre 2013

Come un sasso...

Come un sasso tirato in alto,
piccola patria mia,
da te torna sempre tuo figlio.

Visita terre lontane, si abbaglia,
si deprime e cade nella polvere,
da cui è stato preso.

Desidera andar via, ma non può,
pieno di desideri che si calmano
per poi risvegliarsi di nuovo.

Sono sempre tuo nella mia rabbia,
nell'infedeltà, nell'amorevole pensiero,
sempre magiaro.

Come un sasso tirato in alto,
voglio o non voglio,
mio piccolo paese, a te somiglio.

Nonostante ogni desiderio,
se mi tirassi cento volte,
cento volte da te tornerei. 
Ady Endre

giovedì 1 dicembre 2011

Proteggo i tuoi occhi

Stringo con la mia mano
che invecchia, la tua mano,
e proteggo i tuoi occhi
con questi occhi che invecchiano.
Belva di spente età, mi bracca l'orrore,
sono arrivato da te
attraverso rovine di mondi,
e attendo, insieme a te, atterrito.
Stringo con la mia mano
che invecchia, la tua mano,
e proteggo i tuoi occhi
con questi occhi che invecchiano.
Non so perché né sino a quando
rimarrò qui con te:
ma stringo la tua mano
e proteggo i tuoi occhi.
 Endre Ady (Ungheria, 1872-1919)

Il tuo calore

Perchè statue e quadri
cercano di rubarti
dall'anima mia?
Che siano vivi o freddi:
Chi può sostituire il tuo unico calore?
Muoio in ogni mio bacio
e rinasco sulle tue labbra,
donne-scirocco vengano pure a centinaia,
mi soffiano ormai inutilmente
il loro calore dolce e spossante.
Morti o vivi, mi tentano inutilmente,
non c'è altro calore, solo il tuo, per me.
Chi altro potrebbe darmi il tuo unico calore?
Ady Endre

Sull'orlo di un precipizio selvaggio

Siamo in piedi, rigidi e dimenticati,
sull'orlo di un precipizio selvaggio,
l'uno all'altra attaccati;
nè un lamento, lacrima o parola:
per precipitare basta una mossa.
Come legami di carne e sangue
ci proteggono le nostre labbra,
blu e tremanti, ci tengono attaccati.
Finché mi baci non abbiamo parole,
ma dì una parola e cadiamo entrambi.
Ady Endre