…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...
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martedì 5 luglio 2016

...


Nessuna esistenza è uguale a un'altra. E magari non ci incontreremo mai più. Ma io voglio che tu sappia che ti ho amato per tutta la vita. Che ti ho amato prima di conoscerti.
Che sei parte di me.

Paulo Coelho

domenica 13 luglio 2014

Solitudine

Quando ho avuto la sensazione che nessuno – assolutamente nessuno: né sciamani né psichiatri né mio marito – fosse in grado di capire ciò che provavo, lui è riuscito a spiegarmi l’origine e l’essenza del mio disagio. La solitudine, nonostante io viva circondata da persone care, che mi augurano ogni bene, ma che probabilmente si preoccupano di aiutarmi soltanto perché condividono la mia stessa situazione – una sorta di isolamento dal mondo – e perché, con il loro gesto di solidarietà, intendono proclamare un concetto che non sanno esprimere: “Io sono utile, anche se sono solo.” Sebbene la mente possa arrivare a convincersi che tutto va bene, la nostra anima è smarrita, confusa, incapace di guarire il malessere che ci tormenta. Ci invia segnali che non sappiamo interpretare: non guardiamo mai nel nostro cuore, e seguitiamo a svegliarci al mattino e a occuparci dei nostri figli, dei nostri mariti, dei nostri amanti, dei nostri capi, dei nostri impiegati, dei nostri studenti, delle decine di persone che costituiscono il nostro mondo fisico.
Per il prossimo, abbiamo sempre il sorriso sulle labbra e una parola di incoraggiamento – nessuno può o vuole raccontare la propria solitudine, soprattutto quando gli altri finiscono per rappresentare la pietra angolare dell’esistenza. Ma la solitudine esiste e continua a minare, a corrodere, il nostro vero essere, visto che dobbiamo impiegare ogni energia per apparire felici: ci imponiamo determinati atteggiamenti, ma ci risulta impossibile ingannare pure noi stessi. In ogni caso, ci ostiniamo a mostrare soltanto la rosa sontuosa, evitando accuratamente di far vedere lo stelo spinoso che ci ferisce e ci fa sanguinare.
E questo anche se sappiamo che tutti, in un qualche momento della vita, si sono sentiti totalmente e assolutamente soli. Reputiamo sconveniente e umiliante dire: “Sono solo, ho bisogno di compagnia. Devo uccidere il mostro che mi sta rubando la gioia di vivere e, a differenza dei draghi delle favole, non è soltanto il frutto della fantasia.” Ci limitiamo ad aspettare un cavaliere virtuoso che, con spada e lancia, vinca la bestia e la ricacci nell’abisso: ma quell’eroe non arriva mai.
Comunque, non possiamo perdere la speranza. E allora ci dedichiamo a nuove esperienze, compiamo scelte che esigono forza e coraggio – molto più di quanto sia necessario. Nel nostro cuore, le spine aumentano, diventano più taglienti e devastanti, eppure dobbiamo sopportare il dolore: non possiamo desistere, abbandonare la sfida. Come se la vita fosse una gigantesca partita a scacchi, tutti sono in attesa del risultato. Fingiamo che non sia importante vincere o perdere, bensì competere, e ci adoperiamo affinché i nostri veri sentimenti siano indecifrabili, nascosti, ma poi…
… Poi, anziché cercare la compagnia e il conforto degli altri, ci isoliamo sempre più, per poter leccarci le ferite in silenzio. Oppure partecipiamo a cene e pranzi con persone lontanissime dalla nostra vita, con le quali ci ritroviamo a conversare di argomenti insignificanti. Ci distraiamo per qualche ora, beviamo e festeggiamo ma, dentro di noi, il drago è sempre vivo. Poi, a un certo punto, le persone davvero vicine si accorgono del nostro disagio e si sentono in colpa perché non sanno renderci felici. Quando ci domandano se abbiamo qualche problema, rispondiamo che va tutto bene, anche se non è così.
Anzi, le cose vanno davvero male. A coloro che ci offrono aiuto, vorremmo dire: “Ti prego, lasciami in pace: non ho più lacrime per piangere né cuore per soffrire. Per me, non c’è altro che insonnia, vuoto, apatia. Credo che tu viva la mia stessa situazione, perciò…” Ma gli altri insistono, dicono che si tratta solo di un periodo difficile, di una depressione passeggera: si sentono assaliti dal terrore al pensiero di pronunciare la parola maledetta: “solitudine”.
Nel frattempo, noi seguitiamo indefessamente a sperare nella comparsa del cavaliere dall’armatura splendente: soltanto l’eroe può donarci la felicità, uccidendo il drago, eliminando le spine dallo stelo della rosa e assaporando il suo profumo.
Alcuni affermano che siamo ingiusti con la vita. Altri si rallegrano della nostra situazione, poiché sono convinti che sia proprio ciò che meritiamo: la solitudine e l’infelicità derivano dal fatto che, a differenza di loro, noi abbiamo tutto ciò che desideriamo.
Poi, un giorno, quelli che sono ciechi cominciano a vedere. Quelli che sono tristi, si consolano. Quelli che soffrono, gioiscono. Arriva il cavaliere e ci libera dal mostro – e, di nuovo, la nostra vita acquista un senso.
Eppure sentiamo ancora il bisogno di mentire e ingannare, anche se con motivazioni diverse. Chi non ha mai avvertito il desiderio di abbandonare tutto e di inseguire un sogno? Nel sogno esiste sempre un elemento di rischio, un prezzo da pagare: in alcuni paesi, esso può condurre a una sentenza di lapidazione; in altri, può causare indifferenza o ostracismo. Di certo, però, ogni sogno ha un costo. Anche se continuiamo a mentire e gli altri fingono di crederci e di invidiarci, nascostamente sparlano alle nostre spalle, dicendo che siamo individui spregevoli, pericolosi. Tu non sei un uomo che inganna la moglie – qualcuno che si tollera e spesso si ammira –, ma un’adultera, una donna che va a letto con un altro e che tradisce il consorte – quel povero marito, sempre così comprensivo e premuroso.
Ma soltanto tu sai che il tuo compagno non è in grado di allontanare la solitudine che ti devasta. Non hai mai cercato di parlargli di ciò che ti manca perché lo ami e non vuoi perderlo. Di certo, un cavaliere dall’armatura scintillante, che ti fa immaginare avventure in terre lontane, si dimostra sempre assai più forte della tua aspirazione a condurre una vita tranquilla, anche se nella situazione in cui ti trovi, gli altri pensano che la soluzione dei tuoi problemi sia una pietra al collo e un tuffo nell’acqua profonda – oltretutto, sei un pessimo esempio.
E il fatto che tuo marito sopporta ogni cosa in silenzio contribuisce a peggiorare lo scenario. Non protesta né urla. Si dice che passerà. D’accordo, passerà, ma per ora ti sta soffocando.
E così la situazione si protrae per un mese, due mesi, un anno… E tutti sopportano in silenzio.
Per cambiare, non occorrono permessi. Ti guardi indietro e ti rendi conto che la pensavi come coloro che ti accusano. Anche tu condannavi le adultere e immaginavi che, se fossero vissute in un altro paese, avrebbero pagato con la lapidazione. Poi è capitato a te. E allora hai trovato un milione di giustificazioni per il tuo comportamento: ti sei ripetuta che hai il diritto di essere felice, fosse pure per poco tempo, perché i cavalieri che uccidono i draghi esistono solo nelle fiabe dell’infanzia. I draghi autentici non muoiono mai. A questo punto, tu non puoi negarti il piacere di vivere una favola adulta almeno una volta nella vita.
E così arriva il momento che, per mesi o anni, ti sei sforzata di evitare a ogni costo: quello che ti obbliga a prendere una decisione, a scegliere se continuare a stare insieme o separarsi. Nel contempo, ti assale la paura di sbagliare, quale che sia la decisione che prenderai. Allora desideri ardentemente che qualcuno scelga al tuo posto, che ti caccino da casa o dal letto, perché è impossibile continuare una vita di falsità. Pensi: ‘In fondo, non esiste più nessuna comunione: siamo due persone totalmente diverse l’una dall’altra.’ È una presa di coscienza nuova, una cosa che non avevi neppure immaginato, e che non sai dove ti condurrà. Di sicuro, è una situazione che farà soffrire un’altra persona, o forse due, oppure tutti, ma…
Ma, soprattutto, distruggerà te – qualunque sia la tua scelta.
  Paulo Coelho - Adulterio

mercoledì 4 settembre 2013

Vivere in un sogno...

Se tentassi e fallissi, non so come sarebbe il resto della mia vita: di conseguenza, è meglio vivere pensando a un sogno piuttosto che affrontare l'eventualità di vederlo fallire.
Paulo Coelho - Lo Zahir

martedì 28 maggio 2013

Incontri

Gli incontri avvengono quando arriviamo a un limite,
quando abbiamo bisogno di morire e rinascere emotivamente.
Paulo Coelho

venerdì 12 ottobre 2012

Bisogna chiudere i cicli


Nessuno vuole mettere a soqquadro il proprio mondo

Nessuno vuole mettere a soqquadro il proprio mondo. Perciò alcune persone -tante- riescono a controllare questa minaccia, mantenendo in piedi una casa o una struttura già marcia. Sono gli ingegneri delle cose superate.Altri individui pensano esattamente il contrario: si abbandonano senza riflettere, aspettando di trovare nella passione la soluzione di tutti i loro problemi.
Attribuiscono all'altro il merito della propria felicità, e la colpa della propria possibile infelicità. Sono sempre euforici perché è accaduto qualcosa di meraviglioso, oppure depressi perchè un evento inatteso ha finito per distruggere tutto.Sottrarsi alla passione, o abbandonarvisi ciecamente: quale di questi atteggiamenti è il meno distruttivo?
Undici minuti - Paulo Coelho

mercoledì 26 settembre 2012

Ti ho atteso

Ti ho atteso come Penelope aspettava Ulisse, come Giulietta aspettava
Romeo, come Beatrice aspettava Dante per riscattarlo.
Il vuoto della steppa era affollato dai ricordi di Te,
dei momenti passati insieme, dei luoghi nei quali siamo stati,
delle nostre gioie e delle nostre discussioni.
Ma quando guardavi indietro, verso le orme dei miei passi,
non ti vedevo. Ho sofferto molto.
Ho capito che avevo imboccato un cammino senza ritorno,
e mi sono resa conto che, quando agiamo così,
non possiamo fare altro che continuare per quella strada.
Allora sono andata da un nomade che avevo conosciuto tempo prima,
gli ho chiesto di insegnarmi a dimenticare la mia storia personale,
ad aprirmi all’amore che è presente in ogni luogo.
Con lui, ho cominciato ad apprendere la tradizione del Tengri.
Un giorno, guardandomi intorno, ho visto
quell’amore riflesso in un paio d’occhi:
nello sguardo di un pittore di nome Dos.
Ero molto addolorata: non potevo credere che fosse
possibile amare di nuovo. Lui non mi ha detto molte cose: mi ha solo
aiutato a perfezionare il russo, e mi ha raccontato che nella steppa
usano sempre la parola “azzurro” per designare il cielo, anche quando è
grigio – perchè sanno che al di sopra delle nuvole è sempre di quel
colore. Mi ha preso per mano, e mi ha aiutato ad attraversare queste
nuvole. Mi ha insegnato ad amare me stessa, prima che ad amare lui.
Mi ha rivelato che il mio cuore doveva servire me e Dio, e non essere
assoggettato alle necessità degli altri.
Mi ha detto che il mio passato mi avrebbe accompagnato per sempre:
tuttavia, quanto più fossi riuscita a liberarmi dei fatti e a concentrarmi solo sulle emozioni, tanto più avrei capito che nel presente esiste sempre uno spazio grande come la steppa, che dev’essere colmato con altro amore e altra gioia di
vivere.
Infine mi ha spiegato che la sofferenza nasce quando ci
aspettiamo che gli altri ci amino nel modo che immaginiamo, e non nella
maniera in cui l’amore deve manifestarsi – libero, incontrollato, pronto
a guidarci con la sua forza e a impedirci di fermarci.
Paulo Coelho – Lo Zahir

sabato 8 settembre 2012

Perchè le anime...

Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi. Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. Probabilmente,l’incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un po’ di se, a scoprire pian piano quel che il cuore cela. Imparare a volersi bene, ad accettarsi per i difetti, i pregi, per le arrabbiature e le battute. O forse accade perché doveva accadere. Perché le anime sono destinate a trovarsi, prima o poi.
Paulo Coelho

lunedì 20 agosto 2012

Noi siamo eterni

Noi siamo eterni, perché siamo manifestazione di Dio…
Ecco perché attraversiamo molte vite e molte morti, uscendo da un punto che nessuno conosce e dirigendoci verso un’altro parimenti ignoto…
In alcune reincarnazioni noi ci dividiamo.
Proprio come i cristalli e le stelle, le cellule e le piante, anche le nostre anime si dividono.
La nostra anima si scinde in due, e ciascuna di queste nuove entità si divide in altre due… E cosi nel giro di poche generazioni, ognuno di noi si trova ad abitare gran parte della Terra…
Noi facciamo parte di ciò che gli alchimisti chiamano Anima Mundi, l’Anima del mondo.
In realtà se l’Anima Mundi dovesse soltanto suddividersi, si indebolirebbe sempre di più, nonostante la diffusione e l’accrescimento.
Ecco perché mentre la nostra anima si divide, contemporaneamente si ritrova.
E questo incontro si chiama Amore.
Allorché si scinde, l’anima origina sempre una parte maschile e una parte femminile…
In ogni vita abbiamo il misterioso obbligo di ritrovarci con almeno una di queste Altre Parti.
L’amore sommo, quello che le ha separate, si rallegra per l’amore che le unisce di nuovo.
E come posso sapere chi è l’Altra Parte di me?
Correndo dei rischi, correndo il rischio del fallimento, delle delusioni, delle disillusioni, ma non cessando mai di cercare l’Amore.
Chi perseverà nella ricerca trionferà…
Esiste una sola essenza della Creazione e si chiama Amore.
L’Amore è la forza che ci permette di ricongiungerci, per condannare l’esperienza sparsa in molte vite e in molti luoghi del mondo…
…Per molti anni, mi domandai se quell’uomo fosse esistito veramente, o se si fosse trattato dell’apparizione di un angelo che Dio mi aveva inviato per rivelarmi le lezioni segrete dell’esistenza. Alla fine, arrivai alla conclusione che era davvero un uomo. Un uomo che mi aveva amato, foss’anche per un solo pomeriggio, e che in quelle ore mi aveva offerto tutto ciò che aveva serbato fino ad allora – le sue lotte, le sue estati, le sue difficoltà e i suoi sogni. Anch’io gli avevo dato ogni fibra di me stessa: ero stata la sua compagna, la sua sposa, la sua amante. Per qualche ora, avevo potuto sperimentare l’amore di una vita intera…
Paulo Coelho, tratto da “Brida”

lunedì 30 luglio 2012

Il gioco degli dei

Gli dei lanciano i dadi, ma non domandano se vogliamo partecipare al gioco.
Non vogliono sapere se hai lasciato un uomo, una casa, un lavoro, una carriera, un sogno.
Gli dei non badano al fatto che tu vuoi avere una vita in cui ogni cosa sia al proprio posto,
in cui ogni desiderio si possa esaudire con il lavoro e la pertinacia.
Gli dei non tengono conto dei nostri piani e delle nostre speranze.
In qualche luogo dell'universo, loro lanciano i dadi e, casualmente, vieni scelto tu.
Da quel momento in poi, vincere o perdere è solo questione di opportunità.
Gli dei lanciano i dadi e liberano l'amore dalla sua gabbia.
Questa forza può creare o distruggere, a seconda della direzione in cui soffiava il vento
nel momento in cui si è liberata dalla prigione. L'amore può condurci all'inferno o in paradiso,
comunque ci porta sempre in qualche luogo. É necessario accettarlo, perché esso
è ciò che alimenta la nostra esistenza.
Se non lo accettiamo, moriremo di fame pur vedendo i rami dell'albero della vita carichi di frutti:
non avremo il coraggio di tendere la mano e di coglierli.
É necessario ricercare l'amore la dove si trova, anche se ciò potrebbe significare ore,
giorni, settimane di delusione e di tristezza. Perchè nel momento in cui partiamo in cerca dell'amore,
anche l'amore muove per venirci incontro. E ci salva. E nell'amore non esistono regole.
Possiamo tentare di seguire dei manuali, di controllare il cuore, di avere una strategia di comportamento.
Ma sono tutte cose insignificanti. Decide il cuore.
E quando decide è ciò che conta.
Paulo Coelho

martedì 28 febbraio 2012

Bisogna sempre sapere quando una fase giunge alla fine

Bisogna sempre sapere quando una fase giunge alla fine. Concludere un ciclo, chiudere un uscio, terminare un capitolo: non importa come lo si definisca, ciò che conta è lasciare nel passato quei momenti di vita che sono finiti.
Paulo Coelho - "Lo Zahir"

sabato 21 gennaio 2012

L'amore è una forza selvaggia

L'amore è una forza selvaggia.
Quando tentiamo di controllarlo, ci distrugge.
Quando tentiamo di imprigionarlo, ci rende schiavi.
Quando tentiamo di capirlo, ci lascia smarriti e confusi. 
Lo Zahir di Paulo Coelho

lunedì 19 dicembre 2011

Comprendere l'amore

Il mio obiettivo è comprendere l'amore. So che ero viva quando ho amato, e so che tutto ciò che possiedo ora, per quanto possa sembrare interessante, non mi entusiasma.
Ma l'amore è terribile: ho visto alcune amiche soffrire, e non vorrei trovarmi ridotta come loro. Quelle che prima ridevano di me e della mia innocenza ora mi domandano come possa dominare così bene gli uomini. Io sorrido e taccio, perchè so che il rimedio è peggiore del dolore stesso: semplicemente non mi innamoro.
Ogni giorno che passa, vedo con più chiarezza come gli uomini siano fragili, incostanti insicuri, sorprendenti...Benchè il mio obiettivo sia comprendere l'amore, e benchè io soffra a causa delle persone a cui ho concesso il mio cuore, vedo che coloro che hanno toccato la mia anima non sono riusciti a risvegliare il mio corpo, e coloro che hanno accarezzato il mio corpo non sono stati in grado di raggiungere la mia anima.
Undici minuti, Paulo Coelho

giovedì 15 dicembre 2011

Il Guerriero della Luce

Per il Guerriero della Luce non esiste amore impossibile.
Egli non si lascia intimidire dal silenzio,
dall'indifferenza o dal rifiuto.
Sa che dietro la maschera di ghiaccio
che usano gli uomini c'è un cuore di fuoco.
Perciò il Guerriero rischia più degli altri.
Ricerca incessantemente l'amore di qualcuno
ancorchè ciò significhi udire spesso la parola "no",
tornare a casa sconfitto,
sentirsi rifiutato nel corpo e nell'anima.
Un Guerriero non si lascia spaventare
quando insegue ciò di cui ha bisogno.
Senza amore egli non è nulla.
Paulo Coelho 

Resterò seduto qui, al tuo fianco

Resterò seduto qui, al tuo fianco, finchè rimarrai di fronte a questo fiume. E se te ne andrai a dormire, io dormirò davanti alla casa dove vivi. E se tu partirai, io seguirò i tuoi passi. Fino a quando mi dirai: "Và via". Solo allora me ne andrò. Ma ti amerò per il resto della vita.
Avevo sempre saputo che il vero amore è al di sopra di tutto e che sarebbe stato meglio morire, piuttosto che cessare di amare. Ma pensavo che solo gli altri ne avessero il coraggio. In quel momento, invece, scoprivo di esserne capace anch'io. Anche se avesse dovuto significare partenza, solitudine, tristezza, l'amore valeva comunque ogni centesimo del suo prezzo.
Paulo Coelho,  "Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto"

mercoledì 14 dicembre 2011

Follia

Ah, se tutti potessero conoscere la propria follia interiore e convivere con essa!
Il mondo sarebbe peggiore?
No, le persone sarebbero più giuste e più felici.
Paulo Coelho

domenica 11 dicembre 2011

L'amore è sempre nuovo

L'amore è sempre nuovo. 
Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita:
ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo.
L'amore può condurci all'inferno o in paradiso,
comunque ci porta sempre in qualche luogo.
E' necessario accettarlo,
perchè esso è ciò che alimenta la nostra esistenza.
Se non lo accettiamo, moriremo di fame
pur vedendo i rami dell'albero della vita carichi di frutti:
non avremo il coraggio di tendere la mano e di coglierli.
E' necessario ricercare l'amore là dove si trova,
anche se ciò potrebbe significare ore, giorni,
settimane di delusione e di tristezza.
Perchè, nel momento in cui partiamo in cerca dell'amore,
anche l'amore muove per venirci incontro, e ci salva...
Paulo Coelho 
(Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto)

Un vigliacco

Un vigliacco è un essere che non ha mai osato guardare nel fondo della propria anima, che non ha mai cercato di scoprire da dove provenga il desiderio di liberare la fiera selvaggia, di capire che cosa siano la felicità, il dolore, l'amore: sono esperienze limite dell'uomo. E soltanto chi conosce queste frontiere può dire di conoscere la vita. Il resto è solo un far passare il tempo, un ripetere lo stesso esercizio, invecchiare e morire senza aver realmente saputo che cosa si stava facendo.
Paulo Coelho  "11 minuti"

sabato 10 dicembre 2011

Gli incontri più importanti

Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prim'ancora che i corpi si vedano. Generalmente, essi avvengono quando arriviamo a un limite, quando abbiamo bisogno di morire e rinascere emotivamente.  

Gli incontri ci aspettano, ma la maggior parte delle volte evitiamo che si verifichino.

Se siamo disperati, invece, se non abbiamo più nulla da perdere oppure siamo entusiasti della vita,  allora l'ignoto si manifesta e il nostro universo cambia rotta.

Tutti sanno amare, poichè nascono con questo dono.

Alcuni praticano l'amore naturalmente, ma la maggioranza deve apprendere di nuovo, ricordare come si ama; e tutti - senza alcuna eccezione - hanno bisogno di bruciare nel fuoco delle proprie emozioni passate,  di rivivere gioie e dolori, cadute e riprese,  fino al momento in cui sono in grado di intravedere il filo conduttore che esiste dietro ogni nuovo incontro.

Sì, perchè c'è un filo.


(Undici minuti - Paulo Coelho)