nel cui corpo io riposo,
come sarà il tuo sonno
quando senza trovarti ti cercavo.
Oh,
amato mio dolcissimo,
come allusione a nardo
tra aromi morati e distanti,
come sarà il tuo petto quando t’amo.
Come sarà incontrarti quando il tuo corpo è amore
e la voce
un fastello di lampade.
Amato,
oggi ti ho cercato
dentro la mia città
e la tua città estranea,
dove gli edifici
non si allegrano al sole,
come gusci di frutto
e celesti capanne.
E andavo
con un crepuscolo intricato sulla lingua,
con aria di laguna
e vestiti azzardati.
Mi vide dalla sua torre
un auriga di diaspro:
io ti stavo cercando
nel verde odore dei suoi cavalli,
fra le matrone
con pannolini e passeri;
e pensando alla tua bocca
riposavano i miei occhi,
come colombe diurne
tra le erbe amare.
E ti cercavo allora
nei dintorni del mio corpo.
Tu mi potevi arrivare
dall’evento clamoroso.
un auriga di diaspro:
io ti stavo cercando
nel verde odore dei suoi cavalli,
fra le matrone
con pannolini e passeri;
e pensando alla tua bocca
riposavano i miei occhi,
come colombe diurne
tra le erbe amare.
E ti cercavo allora
nei dintorni del mio corpo.
Tu mi potevi arrivare
dall’evento clamoroso.
Eunice Odio
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