E questa vuota follia d’uomo
Tutti i suoi rantoli i più atroci e sguaiati
Poi la sua pace di nuda cosa
Dalla vita sentivo torturata
Uscire come da un cane solo
Supplicazione dormi nei deserti
In canaloni di oranti fertili
E in quella polvere sonora traccia
Appena ti disegni. Le alzate braccia
Dalla disfatta scampino i dispersi
Consolamenti
Quando vien su da un’acqua di pisciosa
Carne infinita rosa
E tra le teste salti della buia
Miseria il pesce della sua luce
Col suo crimine in bocca l’inguardabile grugnc
Il chiarore ne afferra, stretto pugno
E tu stringevi un bisturi per pianti
Li aprivi da consumato artista
Poi reclinavi accanto alla voragine la testa
Come fosse una testa
Guido Ceronetti
Nessun commento:
Posta un commento