altri vedono solo me,
e ci sovrapponiamo così perfettamente
che nessuno può guardarci tutti e due
in uno stesso istante
e nessuno s’arrischia sul crinale
da cui potremmo essere visti entrambi.
Tu vedi solo la luna,
io vedo solo il sole,
tu hai nostalgia del sole,
io ho nostalgia della luna,
ed eccoci, schiena contro schiena,
le nostre ossa si sono unite da tempo,
e il sangue convoglia sussurri
da un cuore all’altro.
Come sei?
Se alzo il braccio
e lo tendo più che posso
scopro la tua clavicola dolce
e, risalendo, le dita ti sfiorano
le sacre labbra,
ma tornano scattando
alla gola in una stretta mortale.
Come siamo?
Abbiamo quattro braccia per difenderci,
ma io posso colpire solo il nemico davanti a me
e tu solo il nemico davanti a te,
abbiamo quattro gambe per correre,
ma tu solo verso la tua parte
e io solo verso l’altra.
Ogni passo è una lotta per la vita o per la morte.
Siamo uguali?
Moriremo insieme o uno dovrà trasportare,
ancora per un pezzo,
il cadavere dell’altro incollato addosso
infettandosi lentamente, troppo lentamente, di morte?
E magari nemmeno morirà del tutto
e porterà per l’eternità
il peso dolce dell’altro,
atrofizzato per sempre,
come una gobba,
come un neo…
Oh, solo noi conosciamo la nostalgia
di guardarsi negli occhi
e comprendere tutto,
ma eccoci schiena contro schiena,
piantati come due rami
e se uno volesse svellersi dall’altro,
sacrificandosi per un solo sguardo,
non vedrebbe che le spalle da cui s’è divelto
tremanti, sanguinanti,
dell’altro.
Ana Blandiana
Nessun commento:
Posta un commento