Il mio cercarti, il tuo cercarmi, è la ricerca di ciò che non può
essere trovato. Solo l’impossibile vale lo sforzo. Quel che perseguiamo è
l’amore in sé, che talora si rende manifesto in forma umana, ma solo
per spingerci oltre la nostra umanità, verso l’istinto animale o la
gloria divina. L’amore che perseguiamo è più forte della natura umana:
ha in sé una sfrenatezza e una magnificenza a cui aneliamo più che alla
vita stessa. L’amore non calcola il rischio, né per sé, né per gli
altri. Niente è crudele come l’amore. Non esiste amore che non trafigga
mani e piedi. Il semplice amore umano non ci appaga, anche se ce lo
facciamo bastare. E’ come se ci accampassimo ai margini di un campo di
grano: accendiamo fuoco e lume fino a notte alta e raccontiamo le storie
di questi amanti perduti e vinti. I campi di grano non si
addomesticano. Attende, bello e terribile, in agguato dove il fuoco del
bivacco non può arrivare. Qualcuno, spinto dall’assillo di leggere la
mappa di se stesso, di quando in quando si alza e se ne va, sperando che
il tesoro sia nascosto veramente più oltre, in attesa. Per amore vale
la pena vivere. Il mio cercarti, il tuo cercarmi, vanno oltre per
trasformarsi in un alto grido nel campo di grano. Non so se quello che
sento è una risposta o un’eco: forse non sentirò nulla. Ma non importa.
Questo viaggio si deve fare.
Jeanette Winterson
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