Sì
che amo l’inverno e febbraio noce di ghiaccio, amo le nevi quando il
vento le stacca a fagottini dai rami degli abeti e le congiunge a neve
con la bussata di un bacio, amo febbraio che rosicchia luce al sole, lo
trattiene di più giorno su giorno, amo febbraio che risale l’orizzonte,
amo il pettirosso che è resistito senza migrare a sud, amo il mandorlo
che apre il fiore bianco di pupilla e lo sparge sull’erba scolorita
della brina, amo la vita che continua senza di me, amo l’onda che passa a
scavalcarmi, amo, spingo sul verbo amare, buttami fuori dalla parte
sporca, sono pronto, non ho urina né feci, sono peso sgocciolato, al
nudo, al netto, scaricato di colpe. Morirsene, credo, non è una
condanna, morire è essere assolti. Con tutta l’ira della febbre io amo,
amo il cuscino zuppo del mio dolore, amo la zanzariera che imbozzola il
mio corpo di larva, amo, amo.
Erri De Luca da “Febbri di febbraio”, in “Il contrario di uno”
Erri De Luca da “Febbri di febbraio”, in “Il contrario di uno”
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