Alcune volte ho pensato all'anima
che trattengo come la sabbia
nel risvolto dei pantaloni,
come la terra che non si stacca
dalla suola delle scarpe,
come una macchia di frutta
di stagione: la fragola
non va più via, nemmeno le ciliegie,
ma la più terribile è la pesca.
Anche i cachi, le mele e le pere
facevano impazzire mia madre,
ma solo l'erba era come la pesca.
Ci si può macchiare anche di pioggia, rimane l'ombra dell'acqua,
una piccola zona più scura.
Dei colori solo l'acqua
diventa odore di muffa:
le stagioni non lasciano odore.
Ho cercato d'immaginare
quale parte del viso porteremo,
come sarà fitta l'anima,
se avrà un naso, degli occhi, una bocca.
A che serviranno gli altri sensi,
se restano solo colori?
Roberto Pazzi
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