…Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare… io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.

...solo un sogno, un'emozione...una nuvola...solo un alito di vento che ti sfiora, solo l'eco dei tuoi passi nella sera...

domenica 22 gennaio 2012

Padrenostro latinoamericano

Padre nostro che stai nei cieli
con le rondini e i missili
voglio che torni prima di dimenticare
come si arriva al sud del Rio Grande
Padre nostro che stai in esilio
quasi mai ti ricordi dei miei
in tutti modi ovunque tu stia
santificato sia il tuo nome
non quelli che santificano in tuo nome
chiudendo un occhio per non vedere le unghie
sporche della miseria
in agosto del millenovecento sessanta
gia' non serve chiederti
venga a noi il tuo regno
perchè il tuo regno sta anche qui sotto
immerso nei rancori e nella paura
nelle vacillazioni e nella sporcizia
nella disillusione e nella sonnolenza (nel sopore)
in quest'ansia di vederti malgrado tutto
quando parlasti del ricco
dell'ago e del cammello
e ti votammo tutti
per unanimità e per la Gloria
alzò la sua mano anche l'indio silenzioso
che ti rispettava ma si resisteva
a pensare sia fatta la tua volontà
eppure una volta tanto
la tua volontà si mescola con la mia
la domina
l'accende
la dupplica
piu' arduo è conoscere qual è la mia volontà
quando credo veramente quello che dico di credere
così nella tua onnipresenza come nella mia solitudine
così in terra come in cielo
sempre
starò più sicuro della terra che calpesto
che del cielo intrattabile che mi ignora
ma chi lo sà
non andrò a decidere
che il tuo potere si faccia o disfaccia
la tua volontà lo stesso si sta facendo nel vento
nelle Ande di neve
nel passero che feconda la passera
nei ministri che mormorano yes sir
in ogni mano che si trasforma in pugno
chiaro non sono sicuro se mi piace lo stile
che la tua volontà sceglie per compiersi
lo dico con irriverenza e gratitudine
due emblemi che presto saranno la stessa cosa
lo dico soprattutto pensando nel nostro pane
di ogni giorno e di ogni pezzetto di giorno
ieri ce l'hai tolto
daccelo oggi
o almeno il diritto di darci il nostro pane
non solo quello che era simbolo di Qualcosa
se non quello di mollica e crosta
il pane nostro
giacchè ci restano poche speranze e debiti
perdonaci se puoi i nostri debiti
ma non ci perdonare la speranza
non ci perdonare mai i nostri crediti
al più tardi domani
usciremo a riscuotere ai falsi
tangibili e sorridenti fuggiasci
a quelli che hanno coraggio per l'arpa
e un panamericano tremore con il quale si asciugano
l'ultimo sputo che pende dalla loro faccia
importa poco che i nostri creditori perdonino
così come noialtri
una volta
per errore
perdoniamo ai nostri debitori
ancora
ci devono come un secolo
di insonnie e bastone
come tremila chilometri di ingiurie
come venti medaglie a Somoza
come una sola Guatemala morta
non ci lasciar cadere nella tentazione
di dimenticare o vendere questo passato
o affittare un solo ettaro del suo oblio
adesso che è l'ora di sapere chi siamo
e debbono attraversare il fiume
il dollaro e il suo amore contrassegno
strappaci dall'anima l'ultimo mendicante
e liberaci da ogni male di coscienza
amèn
Mario Benedetti

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