La punta delicata delle tue dita, il finissimo
silenzio delle mie labbra che su di esse
trova il brillìo delle acque, la luna
che sorge da uno stagno di larghe foglie
più in alto passa il vento, per gli alberi,
e nel cielo la notte.
Adesso guarda
come è dolce la vita, come si allontanano
le orbite eteree abbandonando
una luce sulla nostra fronte.
Io ti amo
e le ore salgono; ascolta il fruscìo
sconosciuto della notte e infinito
Lentamente, nelle mie braccia, senza turbare
l’eternità che l’aria sta formando
con i suoi cerchi immobili, contempla
il pallido riflesso che ondeggia tra le foglie,
questo istante che siamo sulla terra
sospeso.
Lassù, per gli spazi azzurri
vagano suoni leggeri, e le stelle.
silenzio delle mie labbra che su di esse
trova il brillìo delle acque, la luna
che sorge da uno stagno di larghe foglie
più in alto passa il vento, per gli alberi,
e nel cielo la notte.
Adesso guarda
come è dolce la vita, come si allontanano
le orbite eteree abbandonando
una luce sulla nostra fronte.
Io ti amo
e le ore salgono; ascolta il fruscìo
sconosciuto della notte e infinito
Lentamente, nelle mie braccia, senza turbare
l’eternità che l’aria sta formando
con i suoi cerchi immobili, contempla
il pallido riflesso che ondeggia tra le foglie,
questo istante che siamo sulla terra
sospeso.
Lassù, per gli spazi azzurri
vagano suoni leggeri, e le stelle.
Juan Rodolfo Wilcock
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