se tocco terra so che sono depresso.
Il Creatore adoro perché ho fatto me stesso
e alcune volte la settimana un filo elettrico mi corre nel petto.
La prima volta, stavo a pezzi un anno intero,
piangendo, incoerente; i sigari mi avevano smesso:
singhiozzavo a marce basse su ogni strada lungo la scogliera,
poi: cardiaco orrore. Mascherando tu-tum il mio battito sommesso.
Era la malattia della vittima. Adrenalina mi ululava in testa,
il cane nero era il mio cervello. Venne a soffocarmi nei respiri,
era il buco nero dell'energia, depressione, showman prima dell'alba
quando, tornando da una pipì, nella morte che hai ti giri e rigiri.
La meteorite vagante è sulla rotta per far sparire il tuo mondo,
sicuro. Ma sta' allerta, e che il suo arrivo riempia il tuo giorno.
Il forte muore solo una volta ? Mille volte io potrei andar via,
appeso al mio battito e a un passo da lì il precipizio del mondo.
Il ridere, che mai s'è ritratto intorno a genitali raggrinziti
o suicidati per smettere di morire. Il colpo che mai cade
ti scuote, istupidito. Solo gradualmente
noti in te un leggero disprezzo per quel che sgomenta.
Un io dentro l'io, freddo come una coscienza, uno che deve sparire
nella tua ultima notte, o faxato, riconosce sempre
dietro ogni cosa la muta grand'opera e l'effetto senza causa -
che la morte figurata non è il vero morire.
Il crocchio è illusione. Non c'è ancora il mondo fuori
ma tu cominci a vedere. Sei incantato come da una brutta opera
d'arte – ma per un inizio reale, che avvio! farfugli alla Casualità
sei controllato, misurato, calmato. Problemi il tuo cuore non ha.
Il terrore della morte non teme la morte.
La paura, allo stato puro, è intransitiva. Un Hindenburg di gran rabbia
si disfa, nonostante tutto, sulla tua vita. Guardalo, e sentirai quel flagello
ma come un tossico sniffi oltre la sbarra della gabbia
poiché ti aggrapperai a questa bestia finché ti avrà roso,
per il cristallo delle sue reni, l'elisir delle sue ali,
finché ogni tuo amore sarà la polizia di un'immensa fatica.
Io venni al mondo impreparato ma le ho imparate alcune cose.
Quando ti rivolti, sazio, nella pentola alla base dell'arcobaleno
è la vita che fa a gara e che rema e tu non puoi fare niente.
Se fossi stato veramente Dio potevi aver vissuto tutte le vite
che ora ti storpiano e in miseria vedi decadere.
A come Adrenalina, l'originale bomba A, benzina
e mortificazione delle aspirazioni, sbuffo dell'Illuminazione.
Quando Dio mi creò, io non ho avuto copione, ed è stato meglio.
Benché in tutto sia morte, comunque si muore impreparati.
Lee Murray
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