di trefoli lucenti un effimero
splendore ove angeli
posano i piedi con un'occhiata senza dover
sfiorare la pietra.
È di pietra.
Di pietra rosa
che morbida riluce
solo perché sta contro un cielo incerto,
il torbido grigiore della notte.
Una scala ad angoli
retti, solidamente costruita.
Si vede che agli angeli tocca
saltar giù da un gradino all'altro, sollevando
un poco le ali:
e l'uomo deve sbucciarsi
le ginocchia per salire e aggrapparsi
con le mani. La pietra squadrata
lenisce i piedi titubanti. Ali lo sfiorano.
La poesia sale.
Denise Levertov
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