E l’uomo parlò con la donna:
«Ti amo,
e come ma come,
è come stringessi nel pugno qualcosa di vetro il mio cuore
le dita nel sangue
a
spezzare
a impazzire…»
E l’uomo parlò con la donna:
«Ti amo,
e come ma come,
a chilometri in fondo, a chilometri in piano,
al cento per cento, al millecinquecento per cento,
a volte
infinite di cento per cento…»
E disse la donna a quell’uomo:
«Ho visto,
di labbra, di cuore, di testa:
amore, paura, piegata
su te, sul tuo labbro, sul cuore, e la testa.
E quanto io adesso ti dico
in sussurri nel buio l’ho preso da te…
E so
già:
che la terra
‒ come madre dal volto di sole ‒
ha nutrito il suo ultimo figlio più bello con te…
Che fare però?
Sono attorti i miei lunghi capelli
alle dita di un uomo che sta per morire
non posso salvarmi
la testa!
Tu
devi marciare
e fissare negli occhi
il tuo bimbo in arrivo…
Tu
devi marciare,
e lasciarmi…»
E tacque la donna.
UN ABBRACCIO
Un libro caduto per terra…
Finestra che chiude le imposte…
IL DISTACCO…
Nâzim Hikmet (1932)
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