Batton il cor e l’orologio qui accanto.
Com’è incomprensibilmente nera la notte!
Com’è greve il suo manto!
Ma io so che del cor impotente
è ancor più immota l’oscurità.
Ti prego, o Padre possente!
Dammi una voce o un segno di novità!
Di me stessa e della gente assai più
io amo l’anima mia
e del mio voler quaggiù
spezzerò l’anima in agonia.
E il silenzio s’è fatto vivo.
Esso, oscuro, una risposta porge:
duri pur la notte finch’io scrivo —
dalla tenebra la luce sorge!
Zinaida Gippius
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