4.
Non ti conosce il toro né
il fico,
né cavalli né formiche di casa tua.
Non ti conosce il bambino né la sera
perché tu sei morto per sempre.
né cavalli né formiche di casa tua.
Non ti conosce il bambino né la sera
perché tu sei morto per sempre.
Non ti conosce il dorso
della pietra,
né il raso nero dove ti distruggi.
Non ti conosce il tuo ricordo muto
perché tu sei morto per sempre.
né il raso nero dove ti distruggi.
Non ti conosce il tuo ricordo muto
perché tu sei morto per sempre.
Verrà l’autunno con
chiocciole,
uva di nebbia e monti asserragliati,
ma nessuno vorrà guardare i tuoi occhi
perché tu sei morto per sempre.
uva di nebbia e monti asserragliati,
ma nessuno vorrà guardare i tuoi occhi
perché tu sei morto per sempre.
Perché tu sei morto per
sempre,
come tutti i morti della Terra,
come tutti i morti che si dimenticano
in un mucchio di cani estinti.
come tutti i morti della Terra,
come tutti i morti che si dimenticano
in un mucchio di cani estinti.
Nessuno ti conosce. No. Ma
io ti canto.
Canto per il futuro il tuo profilo e la tua grazia.
La maturità eccelsa della tua intelligenza.
La tua brama di morte e il sapore della sua bocca.
La tristezza che ebbe la tua gagliarda allegria.
Canto per il futuro il tuo profilo e la tua grazia.
La maturità eccelsa della tua intelligenza.
La tua brama di morte e il sapore della sua bocca.
La tristezza che ebbe la tua gagliarda allegria.
Tarderà molto tempo a
nascere, se nasce,
un andaluso così puro, così ricco d’avventura.
Canto la sua eleganza con parole che gemono,
e ricordo una brezza triste tra gli ulivi.
un andaluso così puro, così ricco d’avventura.
Canto la sua eleganza con parole che gemono,
e ricordo una brezza triste tra gli ulivi.
Federico
García Lorca
(da “Lamento per Ignacio Sánchez Mejías”)
Nessun commento:
Posta un commento