la solitudine del cielo con le ali ferite,
si prolungano in te sulla terra,
solitudine spopolata, solitudine abitata.
Le foglie dell’albero ognuna sola al suo posto,
sanno che le attende una morte privata.
Non ti possono inghiottire, a morsi di musica,
con la loro bocca rotonda il pesce e la chitarra
Carica di deserto e di ponente
vai sul pianeta, mascherata di vento,
colmando grotte, parchi, dormitori
e facendo sospirare le statue.
Ci conduci alle tue trappole
con la tua lingua d’uccello o lingua di campana.
nella tua rete prigionieri per sempre,
rodiamo l’azzurro dell’infinita maglia.
Ti trovi ovunque, solitudine,
unica patria umana.
Noi tutti suoi abitanti portiamo in petto
distesa la tua grigia, incommensurabile mappa.
Jorge Carrera Andrade
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